πΌππ£πππππ‘π, πππ‘ππππ ππ‘ πππ π‘π ππ πππππ: il capolavoro di Josquin nella cultura musicale urbana dei Paesi Bassi. Cappella Pratensis e il ruolo del carillon nel Rinascimento
L'esecuzione di Inviolata, integra et casta es Maria di Josquin des Prez tenuta dalla Cappella Pratensis presso il Museum Speelklok di Utrecht rappresenta un suggestivo incontro tra la musica polifonica rinascimentale e l'antica tradizione delle campane meccaniche dei Paesi Bassi. Il brano, composto dal celebre maestro franco-fiammingo noto per la sua raffinata maestria compositiva, trae origine dalla sequenza mariana omonima, che funge da cantus firmus e fonte testuale. Questo progetto si inserisce in una piΓΉ ampia riflessione sull’importanza storica e culturale del carillon e della tradizione delle campane nell’area dei Bassi Paesi, che affonda radici profonde giΓ nel XV secolo.
L’interpretazione di Cappella Pratensis, guidata da Tim Braithwaite, coglie e restituisce in pieno la delicatezza e la sacralitΓ del testo, mettendo a confronto l’antica forma vocale con la riproduzione meccanica del carillon, che diventa cosΓ¬ parte integrante di una narrazione musicale che riemerge piΓΉ viva che mai attraverso i secoli.
Tra le testimonianze piΓΉ antiche di una melodia diffusa pubblicamente grazie a campane, si ricorda un evento del 1479 nell’Abbazia Norberta di Park vicino a Leuven, dove la melodia dell’Inviolata, celebre sequenza liturgica mariana, risuonava dalle torri ad ogni ora. Il carillon riprodotto nel Museum Speelklok risale alla seconda metΓ del XVI secolo, proveniente da Zierikzee, e rappresenta una delle prime forme di musica automatica meccanizzata. Il meccanismo coinvolge un tamburo rotante con perni che sollevano martelletti; una volta rilasciati, questi percossero le campane, dando origine a una musica che accompagna il misurarsi del tempo. La configurazione tecnica consentiva giΓ variazioni nel repertorio, sebbene il cambio delle melodie fosse un’operazione laboriosa e rara a causa delle necessitΓ di fermare lo strumento.
à interessante notare come questo modello costruttivo sia stato il capostipite di molti carillon successivi, diffondendosi poi anche a livello globale, con esempi celebri come il Netherlands Carillon in Virginia e vari carillon in Canada e Giappone. Il Museo di Utrecht, attraverso la ricostruzione fedele di questo storico dispositivo, permette di rivalutare un patrimonio sonoro che non si limita alla musica sacra o liturgica, ma riveste altresì significati sociali e culturali nell'ambito delle manifestazioni urbane di un tempo.
Oltre all’aspetto musicale e spirituale, il carillon riveste nel Rinascimento un’importanza tecnologica e culturale centrale nei Paesi Bassi e nell’area del Nord Europa, tanto da influenzare la vita quotidiana e la struttura urbana. Lo studio di Peter Noteboom, noto esperto di musicologia meccanica, sottolinea come i tamburi con perni applicati ai carillon rappresentino «un progresso tecnico fondamentale nella storia della musica meccanizzata», agevolando la diffusione delle melodie oltre i confini degli ambienti ecclesiastici piΓΉ riservati e inserendosi nel tessuto sonoro delle cittΓ .
La tecnologia di questi meccanismi, che dal Cinquecento in avanti si Γ¨ via via perfezionata, consentiva non solo di scandire il tempo ma anche di eseguire melodie complesse con una precisione crescente, grazie a innovazioni come i sistemi di intonazione messa a punto nelle fonderie dei Paesi Bassi. Questa evoluzione tecnica ha portato a una diffusione capillare dei carillon nelle torri cittadine, favorendo la nascita di una cultura musicale «pubblica e condivisa» che, secondo Lisa Colpitts, assumeva una valenza non solo funzionale ma anche simbolica: «le melodie diffuse dalle campane contribuivano a segnare il tempo non solo in senso pratico ma anche in senso simbolico, consolidando il ruolo della musica nella quotidianitΓ urbana rinascimentale e post-rinascimentale».
L’esplorazione della musica di Josquin associata alla tradizione dei carillon, grazie agli approfonditi studi e l'interpretazione attenta di Cappella Pratensis, ci offre una rilettura affascinante di come la spiritualitΓ , la tecnologia e la dimensione pubblica della musica si siano fuse attraverso i secoli.
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