Epitaphs of Afterwardness: la Messe de Notre Dame di Machaut in dialogo con le avanguardie del XX secolo. Graindelavoix di scena alla Biennale di Venezia
Nell'ambito del programma della Biennale Musica 2025, l’ensemble vocale Graindelavoix, guidato da Björn Schmelzer, presenta Epitaphs of Afterwardness, un progetto che mette in dialogo la Messe de Notre Dame di Guillaume de Machaut con le avanguardie del XX secolo di Kurtág, Ligeti e Xenakis. Il lavoro incarna un approccio trasformativo alla musica antica, mescolando rigore storico e sperimentazione contemporanea, e proponendo una riflessione profonda sul rapporto tra tradizione e innovazione musicale.
Con la Biennale Musica 2025, Venezia torna a ospitare uno degli eventi più innovativi nel panorama della musica con incursioni nella musica antica e contemporanea, folk, drone music, techno e afrofuturismo. Ideato dalla direttrice Caterina Barbieri, musicista e compositrice, il 69° Festival Internazionale di Musica Contemporanea si inaugurerà l’11 ottobre per restare in scena fino al 25 ottobre, Tra le proposte di spicco, l’ensemble vocale Graindelavoix, fondato nel 1999 ad Anversa da Björn Schmelzer, presenta un programma intitolato Epitaphs of Afterwardness, che incarna un approccio profondamente trasformativo alla musica antica.
"La stella dentro" è il titolo scelto per questa edizione. Un titolo denso di significato poetico e simbolico, che rimanda <al desiderio di cose grandi, di vastità>, come spiega la stessa Barbieri, sottolineando la vibrazione universale che attraversa il cosmo e ci conduce oltre i confini dell’ego verso l’incontro con <l’altro - l’ignoto>.
Il tema conduttore del festival è quindi la musica cosmica, intesa non come un genere definito, ma come <potere generativo della musica di creare nuovi mondi, oltre rigide definizioni di genere o affiliazione storica>. Un approccio che invita l’ascoltatore a una esperienza che trascende le nozioni tradizionali di tempo e spazio, un’esperienza che dialoga con la mutevolezza stessa di Venezia, città di riflessi, acque in movimento e luci infinite che dissolvono ogni confine.
Il programma si radica nella musica elettronica e nel minimalismo, ma si apre a un caleidoscopio di suoni e culture, mettendo in connessione musica antica, contemporanea, folk, drone, techno e afrofuturismo. Questa varietà sonora è pensata come un vasto tessuto di risonanze che restituisce uno sguardo fluido e inclusivo sulla musica del presente, espressione di una comunità globale e variegata.
In un percorso che vede intrecciarsi riti ancestrali, rituali digitali e sperimentazione sonora, "La stella dentro" si conferma come un laboratorio musicale di alto profilo, in cui Venezia si trasforma ancora una volta in una piattaforma mondiale per l’esplorazione del suono, della cultura e del futuro.
Ho avuto ampiamente modo di parlare di Graindelavoix, ensemble nota per dissolvere i confini tra prassi storica e sperimentazione sonora. All'interno della kermesse veneziana metterà in scena un dialogo affascinante tra la celebre Messe de Notre Dame di Guillaume de Machaut, capolavoro assoluto della polifonia sacra medievale, e le avanguardie del XX secolo rappresentate da György Kurtág, György Ligeti e Iannis Xenakis. Questa contaminazione musicale riflette non solo una tensione espressiva tra passato e presente, ma restituisce alla musica antica una dimensione vitale, considerandola come un organismo sonoro in continua evoluzione.
La Messe de Notre Dame di Machaut, tra le prime messe polifoniche nella storia della musica occidentale, si distingue per la sua complessità contrappuntistica, l’accuratezza metrica e il profondo senso spirituale. L’ensemble, con un’attenzione particolare alla materialità della voce e a pratiche innovative di ornamentazione e improvvisazione, interpreta l’opera inserendola in un contesto contemporaneo vivo e coinvolgente.
Il confronto con le opere di Kurtág, Ligeti e Xenakis, compositori che hanno rivoluzionato la musica del Novecento attraverso sperimentazioni timbriche e formali radicali, invita il pubblico a riflettere su come la tradizione si rigenera continuamente, e su come la musica possa essere al contempo rito, pensiero e innovazione.
Epitaphs of Afterwardness si configura così come un’esperienza esteticamente e intellettualmente ricca, rappresentativa dell’impegno di Graindelavoix non soltanto come interprete ma come agente di trasformazione culturale e musicale, in grado di restituire nuova vita a repertori antichi attraverso la lente critica e creativa della contemporaneità.
La performance di Graindelavoix sarà senza dubbio uno dei momenti più intensi e significativi del 69° Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia, un evento che continua a esplorare e ridefinire i confini della musica tra storia e futuro.
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