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Scene, voci, accenti, scritture: il teatro infinito di Andrea Camilleri. La mostra a Palazzo Firenze celebra il Centenario dello scrittore siciliano

Nella Capitale, in occasione del centenario della nascita di Andrea Camilleri (1925–2025), la Società Dante Alighieri organizza la mostra Scene, voci, accenti, scritture: il teatro infinito di Andrea Camilleri presso la sua sede di Palazzo Firenze a Roma. L'iniziativa si inserisce nel programma del Centenario Camilleri, promosso dal Fondo Andrea Camilleri e dal Comitato Nazionale Camilleri 100.

Andrea Camilleri nel 2017 (Ph. Fabrizio Villa)


La Società Dante Alighieri celebra il centenario della nascita di Andrea Camilleri con una mostra speciale che apre il 23 ottobre e resta visitabile fino al 9 novembre 2025 nella Sala Walter Mauro di Palazzo Firenze, a Roma. Intitolata «Scene, voci, accenti, scritture: il teatro infinito di Andrea Camilleri», l’esposizione curata dallo storico della letteratura Giulio Ferroni, in collaborazione con il Fondo Andrea Camilleri e la produzione di Arthemisia, propone un viaggio approfondito e sensibile nella figura poliedrica dello scrittore siciliano, andando ben oltre il celebre Commissario Montalbano che lo ha reso famoso in tutto il mondo.

Andrea Camilleri, con la sua sigaretta sempre accesa, gesto lieve e familiare che accompagnava il fluire instancabile delle sue idee. Nel suo sguardo attento e curioso si percepiva quell’ironia sottile e quella passione per il racconto che lo hanno reso un maestro nel dare voce al mondo, mettendo insieme storie, accenti e personaggi come fossero fili di un teatro senza fine. Camilleri non era solo uno scrittore, ma un uomo che ascoltava la vita con una partecipazione profonda, sempre pronto a trasformare la realtà in poesia e narrazione.

La mostra a Palazzo Firenze, vuole attraversare la lunga e ricca carriera del geniale compositore di Porto Empedocle, antico borgo marinaro chiamato "Marina di Girgenti", attraverso sei ideali sezioni tematiche che uniscono materiali originali come fotografie, lettere, copioni, edizioni rare, documenti e materiali audiovisivi, per rivelare l’intensità e la complessità di un autore che ha plasmato il Novecento italiano e il nuovo millennio con la stessa passione e lucidità. Come Pirandello, Camilleri immaginava la vita come un palcoscenico infinito, fatto di voci, accenti e scritture che si uniscono sinuose in una danza senza fine. Questa idea permea la mostra che ci presenta un Camilleri attento ascoltatore del mondo, capace di cogliere ogni sfumatura di linguaggio e persona, e di trasformarla in arte vibrante e universale.

Dalla sua formazione giovanile ai rapporti con protagonisti della cultura italiana, dall’impegno nel teatro, alla radio, alla televisione e alla narrativa, il percorso espositivo svela la coerenza e la profondità di un impegno culturale sempre vivo. Si arriva quindi all’ultimo atto, che riporta i visitatori al monologo «Conversazione su Tiresia», pronunciato nel 2018 nel suggestivo Teatro Greco di Siracusa, un anno prima della scomparsa dell’autore, simbolo di una vitalità creativa incrollabile fino alla fine.

L’intimità del giovane Camilleri emerge nella prima sezione, che espone foto di famiglia, quaderni scolastici e le prime poesie accanto alle opere di Montale e Saba, fonti formative essenziali, mentre i documenti ottocenteschi trovati tra le carte di casa si trasformano nel tempo in ispirazione per due celebri romanzi. È questo un panorama che rivela anche Camilleri poeta e intellettuale nel secondo Dopoguerra, periodo in cui inizia la sua carriera teatrale con l’ingresso all’Accademia nazionale d’arte drammatica di Roma, testimoniata da lettere, taccuini e premi.

Si prosegue con l’attività di regista, nei sodalizi con Orazio Costa e nelle messe in scena di Beckett, Pirandello e Ionesco, oltre ai suoi contributi alla televisione, con una serie dedicata a Eduardo De Filippo. Un focus particolare è dedicato alle produzioni per la RAI, illustrate da copioni e sceneggiature di note serie radiofoniche e televisive, arricchite da lettere di personaggi come Primo Levi.

Il cuore narrativo di Camilleri è esplorato nella quinta sezione, che mette in luce la nascita dei suoi romanzi – dalle prime dattiloscrizioni fino all’ideazione del personaggio di Montalbano – attraverso lettere editoriali e glossari di siciliano curati dallo stesso autore, a testimoniare il suo stile e la sua capacità unica di storytelling.

Infine, la dimensione visiva prende forma negli interessi artistici di Camilleri, attraverso i volumetti dedicati a Caravaggio, Guttuso e Renoir, e si conclude con la potente rievocazione del monologo «Conversazione su Tiresia». La mostra è ulteriormente arricchita da materiali audiovisivi provenienti da Rai Teche, Palomar e Fondo Camilleri, con testimonianze televisive e interviste che restituiscono la voce e la presenza di uno degli autori più amati della letteratura italiana.

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