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Lassus: il destino di un servitore. π‘‚π‘Ÿπ‘™π‘Žπ‘›π‘‘π‘œ, 𝑒𝑛𝑒 𝑣𝑖𝑒 𝑑𝑒 π‘π‘œπ‘šπ‘π‘œπ‘ π‘–π‘‘π‘’π‘’π‘Ÿ π‘Ž̀ π‘™π‘Ž π‘…π‘’π‘›π‘Žπ‘–π‘ π‘ π‘Žπ‘›π‘π‘’: una riflessione sul contrastante ruolo del compositore di corte

Orlando, une vie de compositeur Γ  la Renaissance di Joachim ThΓ΄me Γ¨ un’originale combinazione di musica e narrazione che guida lo spettatore attraverso la vita di Roland de Lassus, una delle figure piΓΉ rilevanti del Rinascimento musicale. Il documentario ripercorre il percorso del compositore fiammingo dall’infanzia a Mons, attraverso l’Italia e Anversa, fino alla corte di Monaco, mettendo in luce la complessitΓ  della sua carriera, la fama europea e le tensioni tra creativitΓ  e subordinazione al potere. Le esecuzioni della Compagnie La TempΓͺte, integrate con testimonianze storiche, offrono uno sguardo incisivo e una riflessione sul contrastante ruolo del compositore di corte, servitore e innovatore al tempo stesso, e sull’influenza duratura di Lasso nella storia della musica.


Nel Rinascimento i compositori di corte vivevano una condizione ambivalente; se da un lato godevano di un riconoscimento artistico straordinario, dall’altro la loro creativitΓ  era spesso vincolata alle esigenze politiche e religiose dei mecenati. Tale subordinazione li obbligava a trovare un equilibrio tra obbedienza ed espressione personale, elaborando strategie per rispondere alle richieste della corte senza sacrificare la propria identitΓ  artistica.

Lasso, attivo alla corte ducale di Baviera, una delle piΓΉ rigorose nell’applicazione delle direttive del Concilio di Trento, riuscΓ¬ a trasformare i vincoli imposti dalla corte in opportunitΓ  di straordinaria innovazione musicale. Integrando stili italiani, francesi e fiamminghi, sviluppΓ² un linguaggio personale e sofisticato. La sua vasta produzione, che comprende musica sacra e profana, sintetizza le principali tradizioni europee e testimonia un equilibrio raro tra l’adeguamento alle esigenze dei committenti e l’affermazione di una propria identitΓ  artistica.

Il documentario diretto da Joachim ThΓ΄me propone un ritratto vivido e coinvolgente di Orlando di Lasso, mettendo in luce la complessitΓ  della sua personalitΓ  e la ricchezza della sua arte. Il film segue la vita di un compositore che, da Bruxelles a Monaco, conquistΓ² l’Europa rinascimentale e lasciΓ² un’impronta duratura nella storia della musica occidentale.

Nato a Mons intorno al 1530, Lasso mostrΓ² fin da bambino un talento vocale straordinario, tanto da attirare l’attenzione di Ferrante Gonzaga, comandante al servizio dell’imperatore Carlo V, che lo volle nella propria cappella. Come ricorda Samuel Kuckelberg, il giovane Orlando fu "furtos sublatus", cioΓ¨ sottratto di nascosto alla famiglia, un episodio che testimonia le consuetudini del tempo, quando i piΓΉ promettenti tra i fanciulli cantori venivano spesso prelevati per entrare al servizio delle grandi corti europee.

Dopo aver servito Gonzaga per alcuni anni, Lasso completΓ² la propria formazione in Italia, dove il giovane fiammingo subΓ¬ un autentico shock culturale ma anche una straordinaria apertura artistica. L’incontro con la vivace tradizione musicale italiana, insieme alla raffinatezza delle corti rinascimentali, ne fece un musicista di eccezionale versatilitΓ . Il culmine di questo periodo fu la nomina a maestro di cappella presso la basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, una delle cariche piΓΉ prestigiose del tempo. Tuttavia, nel 1553, lasciΓ² improvvisamente l’incarico, forse per far ritorno a Mons, dove sperava di rivedere i genitori ormai malati. Il viaggio si rivelΓ² vano e segnΓ² per Lasso la dolorosa consapevolezza di una separazione familiare definitiva, vissuta come una ferita che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita.

GiΓ  in giovane etΓ , Lasso iniziΓ² a comporre e a pubblicare le proprie opere ad Anversa, all’epoca uno dei principali centri europei per il commercio e l’editoria musicale. Qui consolidΓ² una reputazione internazionale, dimostrando padronanza in tutti i generi e adottando uno stile multilingue che abbracciava l’italiano, il latino e il francese. Questa scelta editoriale, piΓΉ che orientata al profitto immediato, rispondeva a una visione strategica: costruire una rete di contatti nelle principali capitali musicali d’Europa e affermarsi come un autore di riferimento nel panorama rinascimentale.

L’ambizione di Lasso attirΓ² l’attenzione di Alberto V, duca di Baviera, deciso a fare di Monaco una capitale culturale di respiro europeo. Contro ogni previsione, il compositore lasciΓ² i Paesi Bassi per stabilirsi in una corte che, pur non vantando la tradizione musicale di Roma o Venezia, disponeva di risorse economiche notevoli e di un mecenate illuminato. Sotto la sua direzione, la cappella ducale di Monaco divenne un modello di eccellenza e una delle istituzioni musicali piΓΉ rinomate d’Europa. Lasso ne curava ogni aspetto, dal reclutamento dei cantori alle prove, dalla composizione alla formazione dei giovani, facendo della corte bavarese un centro sonoro d’Γ©lite e assicurandosi onorificenze papali e imperiali che consacrarono la sua fama internazionale.

Il compositore instaurΓ² con il Duca un rapporto di stretta familiaritΓ , prendendo parte alla vita privata e ai momenti conviviali della corte, un legame che alimentΓ² sospetti e critiche da parte dei circoli piΓΉ conservatori. Gli si rimproverava di essere uno straniero e di esercitare, attraverso la musica, un’influenza ritenuta eccessiva sul sovrano, al punto da distrarlo dai propri doveri. Nonostante le accuse, il prestigio di Lasso rimase intatto: la sua fama oltrepassΓ² i confini della Baviera, gli valse la nobiltΓ  imperiale, una medaglia conferita dal papa e l’onore di essere accolto alla corte del re di Francia, dove fu celebrato come "divin Orlande".

Grazie alla crescente attivitΓ  tipografica, la musica di Lasso conobbe una diffusione senza precedenti, circolando tra Anversa, Parigi, Venezia e Lione e raggiungendo anche il pubblico borghese. Con quasi trecento edizioni a stampa, fu uno dei compositori piΓΉ pubblicati del suo tempo. Dagli anni Settanta del Cinquecento ottenne privilegi reali in Francia, Italia, Germania e nei Paesi Bassi, affermandosi come il primo musicista capace di controllare consapevolmente la circolazione della propria opera su scala europea. In tal modo, Lasso precorse i principi moderni del diritto d’autore, trasformando la gestione editoriale in un vero strumento di affermazione artistica e intellettuale.

Tuttavia, la libertΓ  editoriale di Lasso trovΓ² un limite nella volontΓ  di Alberto V di mantenere riservate alcune composizioni. Il Codex MΓ©lique, sontuoso manoscritto dei Salmi penitenziali, un ciclo monumentale di oltre due ore di musica, fu infatti interdetto alla riproduzione per venticinque anni. Concepito come oggetto di prestigio e simbolo di potere, il manoscritto, interamente miniato, rifletteva il desiderio del duca di possedere un’opera esclusiva. Per Lasso, che aveva sempre concepito la musica come arte da condividere e diffondere, la clausura di questa creazione all’interno della corte rappresentΓ² una profonda fonte di frustrazione e il segno tangibile del conflitto tra mecenatismo e libertΓ  artistica.

Le vicende personali di Lasso emergono nella corrispondenza con Guillaume, figlio del duca, che delinea il ritratto di un musicista lucido e consapevole del proprio valore, ma spesso insofferente ai vincoli imposti dalla corte. Con l’ascesa di Guillaume, la vita musicale di Monaco assunse un tono piΓΉ austero, segnato da un crescente rigore religioso che ridusse il peso della musica profana. Lasso, progressivamente isolato, fu costretto a rivedere parte delle proprie opere e a concentrare la creativitΓ  su composizioni piΓΉ intime e introspettive. Le lettere indirizzate al principe, veri e propri gioielli del Cinquecento, rivelano un uomo profondamente umano, capace di alternare ironia e malinconia, entusiasmo e collera, e di passare con naturalezza da una lingua all’altra in un virtuosismo verbale che rispecchiava la sua cultura europea e la vitalitΓ  del suo ingegno.

In questo senso, Lasso offre una testimonianza straordinaria sul mondo della musica rinascimentale, emergendo sorprendentemente come il primo compositore moderno. Non tanto per lo stile, quanto per la sua consapevolezza lucida di sΓ© stesso, della propria opera e del diritto a controllarne la diffusione, anticipando concetti che sarebbero diventati fondamentali nei secoli successivi.

Colpito da un ictus cerebrale, Lasso cadde in un profondo silenzio. Fu allora che emerse la voce di Regina, sua moglie a lungo trascurata nei documenti, che narrΓ² il suo progressivo ritiro, l’insonnia e il mutismo. Orlando di Lasso morΓ¬ il 14 giugno 1594, all’etΓ  di 64 anni, lasciando un’ereditΓ  musicale monumentale e una figura intrisa di paradossi: servitore di corte e al tempo stesso spirito libero, compositore vincolato eppure precursore della modernitΓ  musicale. Il documentario di Joachim ThΓ΄me restituisce con efficacia questa complessitΓ , illuminando la vita e l’arte di uno dei piΓΉ grandi musicisti del Rinascimento.


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