Mousikē Technē: la ricca e complessa idea di “musica” nella mente degli antichi Greci. Il ciclo di seminari a cura di Ancient Music at Oxford
Il ciclo di seminari Mousikē Technē: The Art of the Muses in Thought, Word, Sound, and Stage, organizzato da Ancient Music at Oxford, esplora l’antico concetto greco di musica come arte integrata tra filosofia, danza, poesia, performance e teoria musicale. Attraverso approfondimenti interdisciplinari di studiosi internazionali, la serie offre una riflessione sulla complessità della mousikē nella cultura antica, dal pensiero filosofico alle pratiche esecutive, aprendo nuove prospettive sulla comprensione e interpretazione della musica antica.
L’obiettivo di Ancient Music at Oxford è stimolare una discussione integrata sui diversi aspetti del pensiero e della pratica musicale antica, promuovendo un dialogo fra prospettive e metodi spesso divisi da confini disciplinari. I seminari si tengono il lunedì pomeriggio, dalle 14:00 alle 16:00, presso il Christ Church Research Centre di Oxford, e sono anche accessibili via livestream su Zoom, permettendo una partecipazione ampia e internazionale.
Il ciclo, giunto alla sua seconda edizione annuale, si apre con una presentazione generale curata dai membri di AMO seguita dall’intervento di Armand D'Angour (Jesus College, University of Oxford), che indaga i legami fra melodia e danza, analizzando i movimenti dei cori nell’antica Grecia sulla base dei metri poetici e delle poche evidenze papiri.
La seconda settimana approfondisce il rapporto tra filosofia e percezione musicale con due interventi: Annabel Rockett (New College, University of Oxford) riflette su come Platone veda una musica scollegata dalla filosofia e dalla verità morale come una pratica ingannevole, capace di sedurre ma anche di deformare l’anima; Eleonora Rocconi (Università di Pavia) esplora invece il concetto di harmonia, centrale nella filosofia platonica e fondamentale per la comprensione della musica come forma di terapia emotiva e ordine cosmico.
Il terzo incontro si concentra sul linguaggio, analizzando il rapporto fra accento tonale, ritmo e metro nella poetica greca, con i contributi di Thyra-Lilja Altunin (Brasenose College, University of Oxford) e Alejandro Abritta (Università di Buenos Aires), i quali affrontano le complesse problematiche relative alla musica poetica antica.
La pausa del quarto appuntamento lascia spazio, nella settimana successiva, alla riflessione sulla melodia e la mimetica con interventi di Cara Nicol (Jesus College, University of Oxford) e Anastasia-Erasmia Peponi (Stanford University), che si addentrano nei frammenti melodici superstiti e nel loro contesto storico-artistico.
Il ciclo prosegue con sessioni dedicate al canto, voce e teatro antico, con relatori come Maggie Tighe (Christ Church College, University of Oxford) e Naomi Weiss (Harvard University), e un incontro speciale il 22 novembre al Schwarzman Centre for the Humanities, con esibizioni musicali dal vivo e conferenze su esecuzione musicale e educazione nell’antichità tenute da John Franklin, Abigail Bradford e Rachel Fikes.
A chiudere la serie di seminari, una riflessione moderna sul metro e l’interpretazione performativa con Shreya Dua (Durham University) e Alex Silverman (Jesus College, University of Oxford), che analizza la trasposizione musicale di una commedia antica nella prima produzione nordamericana di Aristofane del 1886, mettendo in evidenza il dialogo fra tradizione antica e innovazione musicale contemporanea.
Tutte le informazioni, inclusi abstracts e aggiornamenti sugli eventi, sono disponibili sul sito Ancient Music at Oxford, mentre le registrazioni degli incontri precedenti sono consultabili in una playlist su YouTube.
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