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Maria Barosso, artista e archeologa nella Roma in trasformazione: alla Centrale Montemartini la prima monografica dell'artista e archeologa torinese

La mostra Maria Barosso, artista e archeologa nella Roma in trasformazione, ospitata alla Centrale Montemartini fino a febbraio 2026, celebra l’arte e l’attività documentaria di Maria Barosso, prima donna funzionaria nel ministero della Pubblica Istruzione. Attraverso circa 137 opere tra acquerelli, disegni e lettere, l’esposizione racconta le grandi trasformazioni urbanistiche di Roma nei primi decenni del XX secolo e il ruolo pionieristico di Barosso nella tutela del patrimonio culturale. Dipinti di artisti contemporanei, fotografie e reperti storici arricchiscono il percorso, offrendo una visione articolata della Capitale in transizione tra passato e modernità.


Prima mostra monografica dedicata a Maria Barosso (1879-1960) che svolse un ruolo cruciale nella documentazione, attraverso riproduzioni a colori ad acquerello, delle demolizioni e di importanti cantieri della Soprintendenza di Roma e del Lazio. Dalla Basilica di Massenzio all'area sacra di Largo Argentina, i suoi dipinti offrono una rappresentazione accurata ed elegante degli eventi fondamentali della Roma dei primi decenni del XX secolo, periodo segnato da profonde trasformazioni urbanistiche. Tra queste, la demolizione della collina Velia per la creazione di via dei Fori Imperiali, che ha permesso l’emersione di quattro templi repubblicani e della Curia di Pompeo nell’area di largo Argentina.

Archeologa e artista torinese, Maria Barosso fu la prima donna funzionaria e l’unica disegnatrice nella direzione generale Antichità e Belle Arti del ministero della Pubblica Istruzione. Con straordinaria attenzione ai dettagli, immortalava a acquerello sia la vita dei cantieri che le demolizioni urbanistiche, documentando monumenti e scavi sotto la supervisione della Soprintendenza di Roma e del Lazio. L’opera di Barosso copriva sia la funzione di documentazione tecnica, a supporto delle relazioni ufficiali, sia quella di racconto artistico di una città che iniziò a conoscere e ad amare a partire dal 1905.

Attualmente, cento delle sue opere, provenienti dai depositi della Sovrintendenza Capitolina, sono esposte nella mostra 'Maria Barosso, artista e archeologa nella Roma in trasformazione' presso la Centrale Montemartini (fino al 22 febbraio 2026). Questa prima rassegna monografica dedicata all’artista e archeologa torinese, nata nel 1879, include stampe, disegni e lettere. Circa 100 acquerelli sono esposti in combinazione con lavori di artisti contemporanei, fotografie, documenti e manufatti storici. Complessivamente, 137 opere, molte delle quali mai esposte, come le rappresentazioni del Compitum Acilium, un santuario dedicato ai Lari, rivelano una città profondamente mutata nei primi anni del Novecento.

Ilaria Miarelli Mariani, direttrice dei Musei Civici di Roma, spiega: «L’idea della mostra nasce da un nucleo di 80 acquerelli di Barosso, cui si sono aggiunte altre opere, allo scopo di raccontare non solo le trasformazioni della Capitale, ma anche la storia di una pioniera della tutela dei beni culturali. Barosso partecipò attivamente come tecnico ai cantieri delle demolizioni, illustrandoli con un tratto elegante e personalissimo.»

La mostra sottolinea il rilevante apporto storico e documentario di Maria Barosso, illustrando il suo legame profondo con Roma, i personaggi e le istituzioni di rilievo nazionale e internazionale. La prima sala espone le tappe biografiche e professionali dell’artista, mentre altri spazi presentano riproduzioni di affreschi e mosaici di varie chiese romane, nonché incisioni realizzate su commissione privata. Il percorso si conclude con una selezione di opere di artisti contemporanei quali Mario Mafai, Eva Quagliotto e Tina Tomasini, capaci di esprimere le tensioni di una città incerta tra il passato e la modernità.

Il nucleo centrale di opere proviene dai depositi della Sovrintendenza Capitolina e in particolare dal Museo di Roma a Palazzo Braschi, affiancato da dipinti da collezioni private e prestigiose istituzioni, tra cui l’Archivio Storico del Museo Nazionale Romano presso Palazzo Altemps, il Parco Archeologico del Colosseo, il Vicariato di Roma e la Fondazione Camillo Caetani.

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