Piramo e Tisbe: una parodia in musica nella Londra haendeliana. Alla Centrale Montemartini l'ironia barocca di Lampe
Alla Centrale Montemartini va in scena Piramo e Tisbe di John Frederick Lampe, in prima esecuzione italiana dal 25 al 29 ottobre, produzione congiunta del Teatro dell’Opera di Roma, del Teatro di Roma e della Sovrintendenza Capitolina. La parodia settecentesca del mito ovidiano, riscoperta dal musicologo Lorenzo Tozzi, viene proposta in forma semiscenica con giovani interpreti del programma "Fabbrica" e del Corso di perfezionamento per attori del Teatro di Roma. Tra turbine e statue antiche, l’opera coniuga ironia barocca, ricerca musicologica e valorizzazione dello spazio museale, creando un’esperienza che unisce patrimonio storico e performance contemporanea.
Il Teatro dell’Opera di Roma presenta Piramo e Tisbe, un’esclusiva prima esecuzione italiana dell’opera-parodia di John Frederick Lampe, in scena nella Sala Macchine della Centrale Montemartini tra il 25 e il 29 ottobre. Un affascinante incontro tra Musica antica e giovani talenti, che offre al pubblico una riflessione leggera e di spirito sul costume musicale del Settecento.
L’opera nasce dalla collaborazione tra il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro di Roma - Teatro Nazionale e la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, nell’ambito di un bando del Ministero della Cultura dedicato alla promozione di spettacoli dal vivo in spazi museali. L’obiettivo è proporre nuove modalità di dialogo tra patrimonio storico e creatività contemporanea, mettendo al centro la formazione e enfatizzando il ruolo dei giovani artisti emergenti.
Piramo e Tisbe viene affidata a uno cast giovane proveniente dal programma "Fabbrica" - Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma - e dagli allievi del Corso di perfezionamento per attori del Teatro di Roma. In questo modo il progetto assume una forte valenza didattico-professionale, offrendo un’occasione concreta di crescita in un ambiente che unisce musica, teatro e spazio museale.
L’opera è una "mock opera", o parodia in musica, ispirata al celebre episodio narrato da Ovidio nelle Metamorfosi (Libro IV) e trasferito in chiave comica nella scena finale de Il sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare. Con tono ironico, Lampe attacca alcune pratiche dell’opera italiana - i virtuosismi, gli eccessi e lo strapagato star system vocale - reinterpretando la tragedia intesa come tardo barocco con leggerezza e spirito critico.
Si tratta di fatto di una versione scherzosa e consapevole del mito classico di Piramo e Tisbe, in cui Lampe vuole in qualche modo restituire al pubblico una storia antica reinterpretata con spirito contemporaneo, invitando a riflettere sulla tradizione, sulle pratiche culturali e sull’uso della voce umana come strumento di potere spettacolare.
La partitura, riscoperta da Lorenzo Tozzi presso la biblioteca del Conservatorio Superiore di Musica di Parigi, conserva tredici numeri musicali (dieci arie e tre duetti); i recitativi, purtroppo perduti, sono stati tradotti o adattati in italiano per favorire la comprensione del pubblico contemporaneo.
La regia è curata da Cesare Scarton che firma anche l’adattamento drammaturgico insieme al musicologo Tozzi; alla tastiera il maestro Antonio Pergolizzi. Gli allestimenti scenici e i costumi sono rispettivamente di Sofia Sciamanna e Virginia Blini, mentre il progetto luci è affidato a Zofia Pinkiewicz.
Tra gli interpreti spiccano i ruoli principali affidati a giovani cantanti come ad esempio a Guangwei Yao nel ruolo di Piramo e Jessica Ricci come Tisbe, e componenti della Fabbrica, affiancati da attori del Teatro di Roma impegnati in ruoli secondari ma significativi nell’economia della messinscena.
La scelta della Centrale Montemartini come sede non è casuale: ex centrale termoelettrica oggi trasformata in museo, con turbine e macchinari industriali a fare da scenografia naturale alle opere classiche esposte, rappresenta uno degli esempi più suggestivi di recupero simbolico dello spazio urbano. Qui la musica barocca si riflette in un contesto contemporaneo, dove la memoria monumentale convive con l’energia dello spettacolo dal vivo. Per il pubblico romano l’appuntamento ha inoltre una valenza culturale e simbolica: debutto sabato 25 ottobre alle ore 20, in occasione del World Opera Day; repliche dedicate alle scuole il 28 e 29 ottobre alle ore 11.

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