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Amarone e Valpolicella, svolta storica: la gestione dei marchi collettivi passa al Consorzio di Tutela. Strategia rafforzata contro le contraffazioni

La gestione dei marchi collettivi e di certificazione dei vini della Valpolicella, tra cui Amarone e Recioto, è stata trasferita dalla Camera di Commercio di Verona al Consorzio per la tutela dei vini Valpolicella. Questo storico trasferimento unifica la gestione delle denominazioni e dei marchi, potenziando la tutela legale contro contraffazioni e italian sounding sui mercati nazionali e internazionali, in particolare extra UE. Il Consorzio potrà così rafforzare la difesa dell’identità e dell’autenticità dei vini simbolo del territorio, con una strategia più diretta e incisiva.


Dopo ventuno anni di gestione da parte della Camera di Commercio di Verona, la titolarità dei marchi collettivi e di certificazione delle denominazioni più rappresentative dei vini rossi della Valpolicella, come Amarone, Amarone della Valpolicella, Recioto della Valpolicella, Valpolicella Ripasso e Valpolicella, viene trasferita al Consorzio per la tutela dei vini Valpolicella. 

Questo passaggio storico riunisce in un unico soggetto la gestione istituzionale delle denominazioni di origine e il controllo diretto dei marchi collettivi, che rappresentano strumenti fondamentali per la registrazione e la tutela legale sia in Italia sia sui mercati internazionali, in particolare su quelli extra UE.

La Camera di Commercio di Verona aveva sostenuto sin dal 2004 la protezione dei marchi, depositandoli nei principali paesi di destinazione dove i grandi rossi della Valpolicella hanno mercato, garantendo l’autenticità e l’identità dei vini e prevenendo frodi e contraffazioni. Tuttavia, l’evoluzione del contesto globale e la crescente complessità delle attività di sorveglianza hanno reso opportuno un consolidamento, affidando al Consorzio un ruolo più strategico e operativo nella tutela. Il Consorzio infatti ha già gestito, dal 2018 a oggi, oltre 176 vertenze legali contro contraffazioni e usi impropri dei nomi dei vini, investendo più di 1,2 milioni di euro nella difesa della denominazione e ottenendo importanti vittorie che hanno prodotto anche risorse economiche da reinvestire in promozione.

Questa nuova organizzazione consente al Consorzio di agire con maggiore incisività nella lotta contro l’italian sounding e le contraffazioni diffuse nei principali mercati mondiali, da Cina a Brasile e Stati Uniti, dalla Norvegia all’Australia. In particolare, l’Amarone figura tra i vini più imitati. L’attività di sorveglianza ha impedito la commercializzazione di prodotti con nomi ingannevoli in numerosi paesi, tutelando così la reputazione e il valore del territorio vitivinicolo veronese a livello globale.

Il trasferimento dei marchi collettivi al Consorzio sintetizza in modo efficace la crescente necessità di una tutela sempre più coordinata e tempestiva, indispensabile per difendere un patrimonio enologico e culturale di altissimo profilo, simbolo di eccellenza italiana. Questa centralizzazione risponde alle sfide della globalizzazione e del mercato internazionale, apportando una gestione più diretta e mirata, che si tradurrà in un rafforzamento della protezione e in un’azione proattiva a vantaggio di produttori e consumatori.

I vini della Valpolicella rappresentano uno dei simboli più noti e prestigiosi dell’enologia italiana a livello globale, incarnando l’eccellenza della tradizione vitivinicola veneta. La loro immagine, costruita nel tempo grazie a un equilibrio unico tra qualità, complessità e territorio, ha conquistato appassionati e mercati in tutto il mondo. 

A livello nazionale, basti pensare all’Amarone, ambasciatore di stile e artigianalità che contribuisce significativamente all’identità del vino italiano di fascia alta. Nel mercato internazionale una richiesta sempre crescente ne ha fatto un punto di riferimento per il segmento dei rossi strutturati e longevi, con ricadute positive sull’economia vitivinicola locale e sull’export. La tutela dell’immagine dei vini di questo territorio assume di fatto un valore strategico non solo per salvaguardarne l’autenticità, ma anche per consolidare la reputazione dell’intera denominazione e del Made in Italy nel mondo.

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