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Orazio Benevoli, Missa Benevola: il nuovo album dei Fagiolini per celebrare la figura "perduta" del geniale polifonista del grande barocco italiano

Esce il nuovo album de I Fagiolini con la Missa Benevola di Orazio Benevoli. La registrazione del prestigioso ensemble britannico, diretto da Robert Hollingworth, esplora lo straordinario mondo sonoro policorale del grande compositore romano, figura cruciale del grande barocco italiano. 



Orazio Benevoli nasce a Roma nel 1605 da padre francese: un certo Roberto Venout, pasticciere con negozio in piazza della Maddalena. Nella sua città natale Benevoli si forma studiando musica, grammatica e latino. Agli esordi della sua carriera fa parte dei pueri cantores della chiesa di San Luigi dei Francesi, dove la sua educazione musicale è curata da Vincenzo Ugolini. Diventa corista in diverse chiese romane: a Santa Maria in Trastevere viene nominato maestro di cappella, a Santo Spirito in Sassia assume lo stesso incarico in sostituzione di Gregorio Allegri, a San Luigi dei Francesi subentra al suo maestro Vincenzo Ugolini. 

Dopo una breve pausa a Vienna presso l’arciduca Leopoldo Guglielmo d’Austria, ritorna a Roma per dirigere la cappella musicale di Santa Maria in Vallicella. Benevoli viene nominato maestro di cappella della Basilica di Santa Maria Maggiore ed infine, l’incarico più prestigioso: sostituisce Virgilio Mazzocchi alla guida della Cappella Giulia in San Pietro, lavoro che manterrà fino alla morte. Benevoli è stato anche Guardiano della Congregazione di Santa Cecilia e ha avuto diversi allievi, tra cui Ercole Bernabei, Antimo Liberati e Paolo Lorenzani. Visse in povertà, una condizione questa dovuta alla mancanza di pubblicazioni contemporanee delle sue opere, che sono state pubblicate solo a partire dal 1642.

Orazio Benevoli geniale polifonista oggi dimenticato, è autore di una grande quantità di composizioni sacre, principalmente Messe policorali di grandi dimensioni, talora anche con quarantotto linee vocali e strumentali. Queste seguono la tradizione di Palestrina, distinguendosi per lo stile pieno e la struttura omofonica con elementi aggiuntivi che incarnano l'armonia ed il contrasto ritmico. Nonostante questa caratteristica, Benevoli utilizza anche uno stile concertato con solisti. La sua musica mostra anche una tendenza verso armonie moderne e tonalità maggiori-minori, nonché un'attenzione particolare alla forma e alla disposizione delle tessiture. 

Un tratto distintivo della sua musica è l'uso di blocchi corali che si alternano e si riuniscono durante le sezioni imitative. Le sue composizioni spesso coinvolgono cori di voci uguali, creando un effetto di 16 parti reali. L'accompagnamento strumentale è limitato ai bassi continui, mentre le parti vocali soliste sono ornate con fioriture. Fu celebre per il suo virtuosismo contrappuntistico con cui dominava la policoralità. Esemplare è la gigantesca Messa Solenne vocale e strumentale a cinquantatré voci che scrisse per la consacrazione del duomo di Salisburgo. La sua musica, il cui senso del grandioso e la cui magnificenza sonora non è in contrasto con l'autentica ispirazione religiosa, è rappresentativa del tardo barocco e testimonia la penetrazione dello stile policorale veneziano nella scuola polifonica romana.

Oggi, grazie al contributo de I Fagiolini, la figura cruciale del grande compositore romano, viene vivificata e giustamente messa a conoscenza ai tanti che non lo conoscevano o lo avevano dimenticato. Si tratta del nuovo album con cui la prestigiosa ensemble britannica diretta da Robert Hollingworth, va ad esplorare il “Colossale Barocco” proprio dello straordinario mondo sonoro policorale di Orazio Benevoli.

Il lavoro a quattro cori in questa nuova registrazione della Missa Benevola, mette in luce alcune caratteristiche salienti di Benevoli. Con maggiore enfasi, i Fagiolini entrano in profondità nell'opera, a più gradi di conoscenza. Una sorta di “restauro sonoro” che la consolida e ne arricchisce il colore. Il risultato è una registrazione brillante, rinnovata, che da modo al nostro orecchio di apprezzarne il caratteristico dialogo danzante, in un momento di straordinaria varietà espressiva.

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