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Vino&Tracciabilità

La tracciabilità dell'origine del vino
Il fenomeno della contraffazione dei Fine Wine. La ricerca sugli oligoelementi presenti nel vino

La contraffazione dei vini pregiati è un fenomeno preoccupante che sta raggiungendo dimensioni allarmanti. In Cina la falsificazione ha il suo epicentro, dove il fenomeno dei falsi è pratica assai comune, ma riguarda, ad ogni livello, tanto i Paesi produttori quanto i mercati.

Questo problema concerne al momento principalmente i vini più ricercati mondo, su tutti il mito borgognone Romanée-Conti e le principali etichette di Bordeaux, ma da alcuni anni il fenomeno ha iniziato a riguardare anche i più famosi vini italiani. 

L'esigenza della tracciabilità nella produzione del vino nasce dalla necessità di determinare l'esatta provenienza e le caratteristiche che lo rendo unico e distinguibile da qualsiasi altro, nel Paese di produzione o nel mondo. 

Una nuova ricerca attraverso i costituenti del vino, potrebbe essere di grande aiuto garantendo qualità e sicurezza al consumatore. 

Gli oligoelementi presenti nel vino hanno origini molto diverse: acque sotterranee, fertilizzanti, inquinamento atmosferico, vinificazione, invecchiamento, imbottigliamento. Sulla base di questo, il gruppo di ricerca guidato da Bernard Medina dell'Università di Pau ha studiato la possibilità che questi oligoelementi possano servire per verificare l’autenticità dei vini di Bordeaux e per distinguerli da falsificazioni e da contraffazioni.

I primi oligoelementi analizzati sono stati: litio (Li), boro (B), vanadio (V) e stronzio (Sr). Litio e stronzio hanno un forte impatto geogenico, dipendono cioè dalla composizione del sottosuolo, mentre la presenza di boro dipende dalle pratiche agricole e quella di vanadio dalle attrezzature di cantina.

Il team di ricerca ha dimostrato che la combinazione delle informazioni geogeniche con quelle dei contaminanti e delle pratiche viticole, rappresenta uno strumento efficace per la determinazione dell'origine geografica di un vino. Ad esempio, le analisi di boro e di stronzio consentono di distinguere i vini Pomerol dagli altri vini di Bordeaux mentre quelle di vanadio e boro permettono di distinguere tra Pomerol, Saint-Emilion e gli altri vini Bordeaux.

Tuttavia, queste analisi non consentono una chiara distinzione tra i vini di Bordeaux e quelli cinesi. A questo scopo si rende necessaria l’applicazione di analisi che hanno bisogno di conoscenze scientifiche e tecniche di un certo livello: l’analisi degli isotopi stabili di stronzio (86Sr, 87Sr) e piombo (204Pb, 206Pb, 207Pb, 208Pb). La combinazione dell'analisi isotopica dello stronzio permette di discriminare abbastanza bene questi vini. Lo stesso vale per le combinazioni delle analisi degli isotopi di piombo le cui proporzioni nei vini francesi sono molto diverse da quelle presenti nei vini cinesi, come conseguenza del divieto di uso del piombo nella benzina.

Il lavoro è stato oggetto di una presentazione nel marzo scorso durante WINE TRACK 2015, simposio che ha affrontato il tema della tracciabilità, l'autenticità e l'integrità dei vini e dei liquori.

Le diapositive di questa presentazione insieme ad altre presentazioni del simposio sono disponibili sul sito web dell’evento.



Fonte: Infowine

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