In occasione della mostra “Impressionisti Segreti”, Vittorio Sgarbi presenta il libro L’illuminazione delle opere nelle mostre d’arte di Francesco Murano edito da Maggioli.
Il ruolo della luce in ambito museale è di fondamentale importanza e la sua corretta gestione presuppone una conoscenza dei suoi effetti non solo sulle collezioni presenti all'interno dell’ambiente ma anche sulla percezione dell’occhio umano senza scendere a compromessi tra l’esperienza visiva e la conservazione dell’arte. La custodia e la salvaguardia del patrimonio museale va in tal senso conciliato in termini di massima fruibilità da parte del pubblico, ricordando che il museo nasce con scopi divulgativi della conoscenza e della cultura. Arrivare a comprendere le giuste “soluzioni luminose” presuppone conoscenze tecniche articolate e specifiche che si maturano in anni di esperienza e che non possono essere apprese solo dalla lettura dei comuni testi di illuminotecnica.
In occasione della mostra record di visitatori “Impressionisti Segreti”, martedì 4 febbraio 2020 alle ore 18 presso Palazzo Bonaparte - spazio Generali Valore Cultura a Roma, Vittorio Sgarbi presenta il libro L’illuminazione delle opere nelle mostre d’arte di Francesco Murano edito da Maggioli.
Il lavoro dell’autore muove proprio dal voler esporre i risultati di un lungo e personale percorso professionale, riportati nel trattato e analizzati da Vittorio Sgarbi al fine di approfondire il rapporto che lega le opere alla loro contemplazione e alla luce che le illumina. Dopo anni di esperienza sul campo, Francesco Murano ha raccolto in questo manuale pratico una casistica interessante di “soluzioni luminose” rispondendo così alla mancanza di testi che raccontano la potenzialità espressiva della luce negli spazi abitati da opere d’arte antiche, moderne e contemporanee.
Ogni anno, infatti, in Italia si svolgono innumerevoli mostre frequentate da milioni di visitatori desiderosi di ammirare opere d’arte illuminate dalla luce naturale o da quella artificiale. La luce artificiale ha il compito fondamentale di rendere godibili le opere raccolte, ma all’interno degli ambienti espositivi, svolge molte altre funzioni e viene impiegata anche per rischiarare gli spazi, per delineare i percorsi, per consentire la lettura delle didascalie e delle grafiche.
Illuminare una mostra d’arte presuppone conoscenze tecniche articolate e specifiche che si maturano in anni di esperienza e che non possono essere apprese solo dalla lettura dei comuni testi di illuminotecnica. Conoscenze e tecniche che Francesco Murano, abituato a confrontarsi con i grandi maestri della pittura, ha affinato col tempo facendone non solo il suo lavoro ma, anche e soprattutto, la sua arte. Oggi è tra i più richiesti progettisti italiani d’illuminazione al servizio dell’arte ed è l’autore delle luci delle più importanti esposizioni in Italia come quelle ora in corso a Milano, a Trieste, a Bologna, a Napoli, a Melfi e a Roma dove in particolare sono visibili Canova. Eterna bellezza a Palazzo Braschi e Impressionisti segreti a Palazzo Bonaparte. Lavora con le principali società di produzioni di mostre quali Arthemisia, il Sole24orecultura, Civita, Zetema, Skira e Mondomostre illuminando “le più belle opere della storia dell’arte mescolando magicamente sorgenti LED con temperature di colore sottilmente diverse” - come scrive nel suo saggio introduttivo al libro Clino Castelli, designer e artista italiano.
Dopo essersi laureato in architettura, ha conseguito il master in Disegno industriale alla Domus Academy e il dottorato di ricerca al Politecnico di Milano, divenendo in seguito anche docente di lighting design in diversi e prestigiosi atenei nazionali ed esteri. Si è dedicato alla progettazione per istituzioni culturali ed enti pubblici e privati in Italia e all'estero concentrandosi sul lighting design e sull'illuminazione di mostre d'arte.
Il ruolo della luce in ambito museale è di fondamentale importanza e la sua corretta gestione presuppone una conoscenza dei suoi effetti non solo sulle collezioni presenti all'interno dell’ambiente ma anche sulla percezione dell’occhio umano senza scendere a compromessi tra l’esperienza visiva e la conservazione dell’arte. La custodia e la salvaguardia del patrimonio museale va in tal senso conciliato in termini di massima fruibilità da parte del pubblico, ricordando che il museo nasce con scopi divulgativi della conoscenza e della cultura. Arrivare a comprendere le giuste “soluzioni luminose” presuppone conoscenze tecniche articolate e specifiche che si maturano in anni di esperienza e che non possono essere apprese solo dalla lettura dei comuni testi di illuminotecnica.
In occasione della mostra record di visitatori “Impressionisti Segreti”, martedì 4 febbraio 2020 alle ore 18 presso Palazzo Bonaparte - spazio Generali Valore Cultura a Roma, Vittorio Sgarbi presenta il libro L’illuminazione delle opere nelle mostre d’arte di Francesco Murano edito da Maggioli.
Il lavoro dell’autore muove proprio dal voler esporre i risultati di un lungo e personale percorso professionale, riportati nel trattato e analizzati da Vittorio Sgarbi al fine di approfondire il rapporto che lega le opere alla loro contemplazione e alla luce che le illumina. Dopo anni di esperienza sul campo, Francesco Murano ha raccolto in questo manuale pratico una casistica interessante di “soluzioni luminose” rispondendo così alla mancanza di testi che raccontano la potenzialità espressiva della luce negli spazi abitati da opere d’arte antiche, moderne e contemporanee.
Ogni anno, infatti, in Italia si svolgono innumerevoli mostre frequentate da milioni di visitatori desiderosi di ammirare opere d’arte illuminate dalla luce naturale o da quella artificiale. La luce artificiale ha il compito fondamentale di rendere godibili le opere raccolte, ma all’interno degli ambienti espositivi, svolge molte altre funzioni e viene impiegata anche per rischiarare gli spazi, per delineare i percorsi, per consentire la lettura delle didascalie e delle grafiche.
Illuminare una mostra d’arte presuppone conoscenze tecniche articolate e specifiche che si maturano in anni di esperienza e che non possono essere apprese solo dalla lettura dei comuni testi di illuminotecnica. Conoscenze e tecniche che Francesco Murano, abituato a confrontarsi con i grandi maestri della pittura, ha affinato col tempo facendone non solo il suo lavoro ma, anche e soprattutto, la sua arte. Oggi è tra i più richiesti progettisti italiani d’illuminazione al servizio dell’arte ed è l’autore delle luci delle più importanti esposizioni in Italia come quelle ora in corso a Milano, a Trieste, a Bologna, a Napoli, a Melfi e a Roma dove in particolare sono visibili Canova. Eterna bellezza a Palazzo Braschi e Impressionisti segreti a Palazzo Bonaparte. Lavora con le principali società di produzioni di mostre quali Arthemisia, il Sole24orecultura, Civita, Zetema, Skira e Mondomostre illuminando “le più belle opere della storia dell’arte mescolando magicamente sorgenti LED con temperature di colore sottilmente diverse” - come scrive nel suo saggio introduttivo al libro Clino Castelli, designer e artista italiano.
Dopo essersi laureato in architettura, ha conseguito il master in Disegno industriale alla Domus Academy e il dottorato di ricerca al Politecnico di Milano, divenendo in seguito anche docente di lighting design in diversi e prestigiosi atenei nazionali ed esteri. Si è dedicato alla progettazione per istituzioni culturali ed enti pubblici e privati in Italia e all'estero concentrandosi sul lighting design e sull'illuminazione di mostre d'arte.
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