Saeppola canadese, nome scientifico Conyza canadensis o anche Erigeron canadensis, è una pianta di origine nordamericana divenuta oggi subcosmopolita e presente come avventizia in tutte le regioni d’Italia. Una malerba che se presente nel vigneto può contaminare il vino. Uno studio francese spiega il perché.
Uno studio del laboratorio Excell di Bordeaux in Francia ha messo in evidenza che Erigeron canadensis, una pianta infestante presente nel vigneto, ha la caratteristica di rilasciare nelle uve e di conseguenza nel vino un composto solforato che causa indesiderati odori di cipolle marce e cavolo cotto.
Lo studio ha preso piede in quanto alcuni viticoltori della zona di Bordeaux avevano riscontrato questo problema e, come spiega Tommaso Nicolato, responsabile enologico del laboratorio, attribuito proprio alla presenza dell'erigeron nei vigneti.
Per dimostrarlo il team di ricerca ha macerato l'erigeron in una soluzione idroalcolica, osservando che questa pianta è ricca di terpeni che trasportano note vegetali sporche, alcune delle quali si trovano in molti vini contaminati, associate alla massiccia presenza di metionolo, un composto che viene sintetizzato durante la fermentazione alcolica a partire dalla metionina, un altro composto di cui l'erigeron è ricchissimo.
Come ha tenuto a precisare Vincent Renouf, direttore generale del laboratorio, il prossimo step sarà quello di trovare una soluzione per eliminare il difetto nei vini. Il laboratorio ha inizialmente testato due tecniche deodoranti per assorbire la molecola responsabile, ma con risultati deludenti. Quello che viene consigliato all'enologo è di miscelare i vini contaminati per diluirli. Utilizzare i canonici diserbanti, oltre che nocivo è anche inutile, visto anche che sono in aumento i casi di resistenza dell'erigeron al glisofato.
E' bene ricordare che le erbe infestanti fanno parte dell’agroecosistema e vanno di conseguenza gestite al meglio, per mantenere la sostenibilità. Il viticoltore in tal senso dovrà porre quindi particolare attenzione alle tecniche preventive con l’obiettivo di creare condizioni colturali sfavorevoli alla crescita delle malerbe e favorevoli allo sviluppo ed alla crescita del vigneto. Ad esempio, in regime biologico, questo tipo di gestione prevede un approccio integrato basato su tre strategie differenti: tecniche legate alla prevenzione (pre-emergenza), strategie per migliorare la competitività delle colture, strategie post-emergenza mirate al contenimento delle malerbe.
Lo studio ha preso piede in quanto alcuni viticoltori della zona di Bordeaux avevano riscontrato questo problema e, come spiega Tommaso Nicolato, responsabile enologico del laboratorio, attribuito proprio alla presenza dell'erigeron nei vigneti.
Per dimostrarlo il team di ricerca ha macerato l'erigeron in una soluzione idroalcolica, osservando che questa pianta è ricca di terpeni che trasportano note vegetali sporche, alcune delle quali si trovano in molti vini contaminati, associate alla massiccia presenza di metionolo, un composto che viene sintetizzato durante la fermentazione alcolica a partire dalla metionina, un altro composto di cui l'erigeron è ricchissimo.
Il metionolo, fu scoperto negli anni '70 da Carlos J. Muller, Richard E. Kepner e A. Dinsmoor Webb del Dipartimento di viticoltura ed enologia dell'Università della California Davis, come costituente aromatico presente in piccolissime quantità nei vini "Cabernet Sauvignon" e "Ruby Cabernet" ed identificato come 3-metiltio-propanolo o metionolo.
Come ha tenuto a precisare Vincent Renouf, direttore generale del laboratorio, il prossimo step sarà quello di trovare una soluzione per eliminare il difetto nei vini. Il laboratorio ha inizialmente testato due tecniche deodoranti per assorbire la molecola responsabile, ma con risultati deludenti. Quello che viene consigliato all'enologo è di miscelare i vini contaminati per diluirli. Utilizzare i canonici diserbanti, oltre che nocivo è anche inutile, visto anche che sono in aumento i casi di resistenza dell'erigeron al glisofato.
E' bene ricordare che le erbe infestanti fanno parte dell’agroecosistema e vanno di conseguenza gestite al meglio, per mantenere la sostenibilità. Il viticoltore in tal senso dovrà porre quindi particolare attenzione alle tecniche preventive con l’obiettivo di creare condizioni colturali sfavorevoli alla crescita delle malerbe e favorevoli allo sviluppo ed alla crescita del vigneto. Ad esempio, in regime biologico, questo tipo di gestione prevede un approccio integrato basato su tre strategie differenti: tecniche legate alla prevenzione (pre-emergenza), strategie per migliorare la competitività delle colture, strategie post-emergenza mirate al contenimento delle malerbe.
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