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Il Lazio del vino, valorizzazione del vitigno autoctono ‘Cacchione di Nettuno’. Al via il progetto Invitennet

Il Lazio ancora protagonista nella valorizzazione dei vitigni autoctoni. Prende il via il progetto "Invitennet" per la valorizzazione del vitigno autoctono ‘Cacchione di Nettuno’. L'idea progettuale è stata selezionata e finanziata in quanto capace di favorire lo sviluppo della vitivinicoltura nella regione. Capofila la Cantina Bacco di Nettuno.

Nell’ambito del bando che mette a disposizione 1,7 milioni di euro finalizzati alla costituzione dei Gruppi Operativi (GO) - strumento per la diffusione delle innovazioni nel settore agroalimentare e forestale con l’obiettivo di individuare soluzioni innovative e di promuovere opportunità per le imprese agricole - il progetto ‘INVITENNET’ è stato selezionato e finanziato come idea progettuale capace di favorire lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nel settore agricolo e agroalimentare.

L’obiettivo principale di GO INVITENNET (capofila Cantina Bacco di Nettuno) sarà la valorizzazione del vitigno autoctono ‘Cacchione di Nettuno’, che sul territorio costiero tra Anzio e Nettuno ha trovato le condizioni pedoclimatiche favorevoli tanto da essere ancora coltivato su piede franco.

L’idea progettuale riguarderà:

- il miglioramento della sostenibilità ambientale ed economica della produzione viticola;
- la salvaguardia della biodiversità e della valorizzazione del paesaggio;
- la diversificazione del prodotto enologico sul mercato mediante la messa a punto di metodologie per la produzione di:

  • vino passito di Cacchione con sistema di appassimento controllato delle uve;
  • vino secco di Cacchione con la pratica del governo, una tradizionale pratica enologica già in uso in Toscana che consiste in una lenta rifermentazione del vino appena svinato con uve leggermente appassite;
  • vino spumante partendo da mosti di uva passita;
  • vino senza solfiti aggiunti con il metodo Purovino vista l'importanza e del sempre crescente interesse del mercato per i vini naturali. 

Il metodo Purovino 

Purovino è stato testato e brevettato da PC Engineering Srl, in collaborazione con il Prof. Fabio Mencarelli dell'Università della Tuscia (DIBAF - Viterbo), come metodo scientifico-tecnologico finalizzato alla produzione di vini senza solfiti aggiunti, con una particolare attenzione verso la sostenibilità ambientale e la salubrità del prodotto finale.

Il metodo Purovino è caratterizzato da un trattamento di iperossigenazione controllata sulle uve (condotto utilizzando concentrazioni sovratmosferiche di ossigeno attivato), seguito da CIP (Clean-In-Place, pulizia accurata e disinfezione di tutta la strumentazione usata per la vinificazione) con acqua arricchita in ozono a specifica concentrazione. Il trattamento iperossigenante avviene all'interno di una camera a temperatura controllata e provvista di ventilazione (cella di appassimento o camion frigorifero), dove le uve vengono disposte all'interno di cassette.

Lo stress ossidativo controllato indotto sulle uve provoca la riduzione della microflora, sostituendo la funzione antisettica della solforosa e, allo stesso tempo, induce un significativo incremento delle sostanze ad azione antiossidante (polifenoli ed antociani), benefiche per la salute del consumatore. Il protocollo prevede inoltre il lavaggio di tutto l'impianto di vinificazione con acqua arricchita in ozono, acqua che può essere filtrata e reimpiegata (poiché microbiologicamente pura), permettendo un notevole risparmio idrico.

L’ozono è un disinfettante naturale ampiamente utilizzato nell’industria agro-alimentare che viene generato dall’ossigeno presente nell’aria grazie ad un sistema noto come scarica-corona; quindi viene fumigato in ambiente o efficacemente dissolto in acqua. Una volta sortiti i suoi benefici effetti, l’ozono si riconverte naturalmente in ossigeno senza lasciare alcun residuo nell’ambiente e sulla superficie del prodotto trattato. A differenza della solfitazione, che viene condotta principalmente sul mosto e sul vino, il metodo Purovino prevede il trattamento delle sole uve, eliminando completamente l’aggiunta di solfiti in qualsiasi fase della vinificazione. Dalla pressatura/pigiatura l’intero processo di vinificazione non viene in alcun modo alterato o modificato.

Nei prossimi mesi saranno organizzati sul territorio eventi di carattere tecnico-scientifico al fine di sensibilizzare esperti e non del settore alle tematiche del progetto, di incoraggiare altre aziende del territorio a partecipare al processo di sviluppo del settore viti-vinicolo locale così come proposto dal GO anche attraverso il coinvolgimento di aziende extra-territoriali a testimonianza dei risultati ottenuti dalla collaborazione con enti di ricerca.

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