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Turner. Paesaggi della Mitologia, alla Reggia Venaria di scena il pittore della luce

Dopo la mostra del 2022 "John Constable. Paesaggi dell'anima", la Reggia di Venaria presenta un'altra straordinaria esposizione sul tema del paesaggio dedicata quest'anno a William Turner. Fino a domenica, 28 Gennaio 2024.




Ha preso il via presso la Reggia Venaria a Torino, la mostra Turner. Paesaggi della Mitologia. La rassegna attinge dalla vasta collezione di opere dell’artista conservate alla Tate UK. Contando una quarantina di pezzi, la selezione include suggestivi e imponenti dipinti a olio (realizzati da Turner per essere esposti alla Royal Academy di Londra), ma anche schizzi a olio e acquerelli più piccoli in cui l'artista diede libero sfogo alla propria creatività nella riproduzione dei paesaggi ispirandosi ai temi della mitologia classica. 

In attività durante la prima metà del XIX secolo, Joseph Mallord William Turner (1775-1851) è uno degli artisti britannici più amati e conosciuti. È famoso per la notevole varietà di dipinti paesaggistici, la straordinaria inventiva e l’uso espressivo del colore. 

La sua carriera si sviluppa durante la corrente del Romanticismo che vide i pittori allontanarsi da soggetti artistici vincolanti e dalla manipolazione controllata del periodo neoclassico per arrivare a sviluppare un linguaggio figurativo molto più personale.

Tuttavia Turner, dopo due viaggi in Italia compiuti nel 1819 e  nel 1828, e influenzato da Richard Wilson, artista britannico che nella seconda metà del Settecento visse per un lungo periodo tra Roma e Napoli, iniziò a scegliere i paesaggi italiani (reali o generici) come sfondo per i suoi soggetti mitologici scegliendo colori più intensi e ricchi effetti di atmosfera.

The Bay of Baiae with Apollo and the Sibyl (1823) (Il golfo di Baia con Apollo e la Sibilla) è un ottimo esempio delle opere mitologiche di un Turner più maturo. Lo sfondo di rovine romane e la figura della Sibilla Cumana, la cui voce svanirà nel tempo, sono la rappresentazione di alcuni dei temi che Turner aveva più a cuore: bellezza e decadenza, gloria e declino, la fragilità della vita e la scomparsa degli imperi.

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