Bartolomé Ramos de Pareja, il pioniere del sistema musicale moderno. Il suo trattato Musica practica contribuì alla nascita dell'ottocordo
Bartolomé Ramos de Pareja divenne il teorico spagnolo più influente e controverso della sua generazione grazie alla sua unica opera teorica conosciuta, Musica practica, pubblicata a Bologna nel 1482. Il suo contributo alla nascita dell'ottocordo, come strumento base del sistema musicale, ha rappresentato una nuova tappa nella differenziazione tra teoria musicale antica e moderna.
Bartolomé Ramos de Pareja, teorico musicale e compositore spagnolo del Rinascimento, è considerato uno dei più importanti trattatisti musicali nella storia della musica grazie, in gran parte, al suo eccezionale contributo alla costituzione della scala diatonica in contrasto con l'esacordale dell'epoca, nonché per i suoi abbondanti testi sulla notazione mensurale figurata, alterazioni cromatiche, esercizi contrappuntistici, divisione ed effetti della musica, ecc.
Di lui si conoscono le sue origini andaluse, ma non si hanno ulteriori notizie né sui primi anni della sua vita né della sua famiglia. Il suo primo maestro fu de Monte, musicista e cantore nella cappella papale di Niccolò V, paragonabile a compositori franco-fiammingi del calibro di Ockeghem, Busnois e Dufay.
Pareja tenne per diversi anni la cattedra ad lectorm musicae presso l'Università di Salamanca, nello stesso periodo (1460-1470) in cui compose la maggior parte delle sue opere musicali di cui si ha conoscenza. Sebbene godesse sicuramente già di un riconosciuto prestigio, lasciò la città e scelse di recarsi in Italia intorno al 1470, dove continuò la sua attività di insegnante e dove soprattutto scrisse uno dei trattati più importanti della storia della musica: Musica practica.
Uomo dal temperamento focoso e determinato, promosse accese polemiche insieme al suo allievo Giovanni Spataro, poi maestro presso la Basilica di San Petronio, sull'intonazione degli intervalli e delle dissonanze, per le quali si affidò alle sue ricerche matematiche e acustiche. Condusse in tal senso per una decina di anni, una vigorosa lotta per l'abolizione dell'antiquata teoria dell'esacordo, sostituendola con l'ottava, come base degli accordi e dei loro sviluppi, nonché proponendo otto denominazioni sillabiche per determinare i suoni della scala diatonica.
Nel trattato Pareja parla anche di una rivoluzionaria suddivisione in cinque parti del monocordo e della nota Si presa dalle iniziali delle due parole che compongono lo stesso verso utilizzato da Guido d'Arezzo: Ut queant laxis, che ne utilizzò la prima strofa per trarne i nomi delle sei note musicali dell'esacordo. Appunto (Sancte Iohannes = Si) che Pareja propose di mettere tra le note Re e Fa, rompendo così con la scala pitagorica che aveva dominato la medievale ars antiqua fra Boezio e Guido d'Arezzo. Sappiamo infatti che nel canto gregoriano, e nella musica medievale in genere, non era previsto l'uso della sensibile, cioè del settimo grado della scala.
Pareja di fatto, nello studio del canto, modificò la celebre mano guidoniana, prendendo nota dei vari sistemi medievali che utilizzavano lettere o sillabe per denominare le note. Arrivò così a sostenere che il sistema di Guido non è l'unico possibile, annunciando di averne inventato uno migliore e maggiormente efficacie per insegnare i nuovi studenti. Nel trattato dice: "Noi dunque, che abbiamo faticato a lungo in elucubrazioni e veglie notturne per ricercare la verità di quest'arte, disponiamo nuove sillabe per le singole corde e mostriamo i toni dell'intera serie, in modo che sul tono più basso si canti il salmo, sul il successivo li, nel terzo tur, nel quarto per, nel quinto vo, nel sesto ces, nel settimo is e nell'ottavo tas. E così la connessione delle sillabe sarà psallitur per voces istas. Tutta la serie è composta di otto sillabe. Le sistemiamo dal do grave al do acuto, poiché insegnano a cantare con perfezione. Perciò cominciano dalla lettera c perché con quella lettera comincia la serie musicale..."
Le sillabe Psal-li-tur per vo-ces is-tas potrebbero essere tradotte: "Si canta attraverso queste note".
Come è facile vedere, le sillabe di Pareja comprendono le stesse note del sistema esacordo standard della musica recta o musica vera, ovvero termine generato in contrapposizione alla musica ficta o finta, altro termine usato nella teoria musicale europea dalla fine del XII secolo fino al 1600 circa per descrivere le altezze, annotate o aggiunte al momento dell'esecuzione.
Egli fornì anche una valida spiegazione sulla natura dello stile imitativo. Tutte queste sue teorie, anche se trovarono appassionati seguaci, generarono notevoli controversie e polemiche specialmente fra conservatori quali il carmelitano inglese John Hothby ed il noto teorico e compositore Franchino Gaffurio.
Pareja mirava a sanare il divario tra musica teorica e musica pratica, cercando di rendere consonanti gli intervalli di terza e di sesta. Come anche prima Walter Odington, monaco dell'Abbazia di Evesham noto per i suoi scritti di teoria musicale, propose gli intervalli di 5/4, 6/5, 5/3, e 8/5 per la divisione del monocordo. Il sistema musicale di Pareja, inevitabilmente produceva note dissonanti (terza e sesta maggiore) rispetto alle desiderate consonanti quarta e quinta giusta. Com'era prevedibile, le osservazioni critiche e le novità teoriche di Pareja, suscitarono notevoli polemiche; la solmizzazione esacordale rimase così la norma per tutto il XVI secolo. Solo successivamente la sua teoria fu accettata universalmente.
Bartolomé Ramos de Pareja rimane in assoluto uno dei grandi pionieri del sistema musicale moderno. La sua scala basata sull'ottava e suddivisa in toni e semitoni uguali è assimilabile al temperamento equabile ante litteram. Interessante sarebbe ricostruire la possibile applicazione di questo sistema basato sull'ottava a diversi tipi di musica del primo Rinascimento. Sicuramente un esplorazione molto intrigante.
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