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The Style of Palestrina and the Dissonance, il trattato di Knud Jeppesen. La gestione della dissonanza nel contrappunto palestriniano

"The Style of Palestrina and the Dissonance" è uno dei trattati più importanti dell'eminente musicologo Knud Jeppesen, dedicato al più grande creatore rinascimentale di musica liturgica e venerato compositore del XVI secolo:‎ Giovanni Pierluigi da Palestrina. 


Con il motu proprio, Tra le sollecitudini, Pio X scrisse un documento con il quale intendeva disciplinare la musica sacra che veniva eseguita nelle chiese, presentando anche alcune qualità che la buona musica sacra dovrebbe possedere: "santità, bontà di forme e universalità". Il Papa proponeva come supremo modello della musica sacra il canto gregoriano e poi la polifonia rinascimentale, rappresentata dal più grande esponente della scuola romana: Giovanni Pierluigi da Palestrina.

Il Papa in sostanza si voleva allontanare da un certo modernismo che via via si andava diffondendo e che andava in qualche modo a contaminare quella purezza delle forme tanto desiderate all'epoca della controriforma. Così, nel campo musicale, egli guardava alla polifonia come ad un ritorno alla fonte, ad una musica che facesse dimenticare l'irrequietezza moderna, e moderasse l'esuberanza della passione e del sentimento di un romanticismo ormai morente. La riforma della musica sacra, quindi, diventò per lui uno dei temi più urgenti da trattare. 

Precursore dell’ideale sonoro di Pio X, fu A. F. Justus Thibau, giurista insigne dell'Università di Heidelberg amante della musica polifonica del Rinascimento. Nella sua opera “Ueber H.einheit der Tonkunst”, edita per la prima volta nel 1824, Thibau gettava le basi di una nuova estetica, che vedeva la perfezione musicale proprio in quella purezza dell'arte tanto declamata da Pio X, cioè nell'esaltazione dell'accordo perfetto, che in tutta la sua magniloquenza giganteggia nelle opere dei polifonisti classici. Questa via venne poi seguita anche dal musicologo Karl Proske, e indirettamente dal compositore Franz Xaver Witt con il movimento ceciliano tedesco.

Come dicevo, Thibaut aveva la passione per la musica, in particolare per quella polifonica rinascimentale, che praticava regolarmente in casa propria con un coro amatoriale da lui diretto. Sulla purezza dell'arte musicale Thibaut perora il ritorno dello stile sacro: nel libro, uscito in edizione definitiva nel 1826 e ristampato lungo tutto l'Ottocento, egli dedica un intero capitolo al rinascimento di Palestrina.

Sulla scia del pensiero di Pio X, Knud Jeppesen, eminente storico della musica ed organista, arriva brillantemente al nocciolo della questione. Attraverso i suoi studi sulla rivalutazione del Rinascimento musicale italiano, egli inizia un lavoro ininterrotto dal 1923, anno in cui pubblicò la sua tesi di laurea sullo stile di Palestrina, fino ad oggi. Al più grande creatore rinascimentale di musica liturgica, al venerato compositore del XVI secolo noto appunto come Palestrina, egli dedica così una delle sue opere più importanti: "The Style of Palestrina and the Dissonance". Prima di lui i teorici raramente analizzarono attentamente l'opera del compositore per scoprirne gli elementi fondamentali, tra cui la gestione del ritmo, della linea e dell'armonia, del suo modo di scrivere opere che di fatto servirono per secoli come modelli di contrappunto.

I capitoli iniziali del libro discutono sull'uso del ritmo e della misurazione al tempo di Palestrina, i modi ecclesiastici e il trattamento delle parole. L'autore procede poi nell’esplorazione della musica di Palestrina con gli elementi di base che costituiscono il suo stile personale, isolando linee verticali insolite e stabilendo salti di intervallo comuni e non comuni e accenti ritmici. 

Ma il cuore del trattato si concentra sul suo moderno trattamento empirico della dissonanza. La tecnica contrappuntistica di Palestrina ha forgiato nuovi strumenti armonici, posizionando la dissonanza su battiti non accentati ed evidenziando il testo in modi molto poco ortodossi per il suo tempo. Questi nuovi usi della dissonanza e della risoluzione sono esplorati da Jeppesen in modo meticoloso, includendo inoltre una cronologia completa dell'evoluzione del concetto e del trattamento della dissonanza prima di Palestrina, comprese citazioni dei primi lavori teorici e numerosi esempi musicali che illustrano le pratiche dei suoi predecessori.

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