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Bacco nelle vie del Cesanese

"...Donne e giovinetti amanti, viva Bacco e viva Amore! Ciascun suoni, balli e canti! Arda di dolcezza il core! Non fatica, non dolore! Ciò ch’a esser convien sia. Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza"


Nel 2003 la Regione Lazio fece redigere, a cura di Maria Vincenza Zongoli, un colto manuale sulle Vie di Bacco nel Lazio. Un cofanetto di tre manuali per la Gangemi Editore una casa editrice specializzata in alcuni settori di nicchia, quali i saggi di ambito artistico, architettonico e storico, oltre ai cataloghi di mostre.

Il primo manuale ci invita a percorrere la Via dei Castelli Romani, il secondo tra i bellissimi paesaggi della Via del Cesanese tra i Monti Ernici e Prenestini ed il terzo con la forse meno conosciuta ma altrettanto affascinante Via del vino nella Terra dei Sabini.

Un opera, questa, che vuole essere anche una guida agli itinerari laziali di scoperta del territorio attraverso le vie del vino e della viticoltura, un viaggio ideale ma anche concreto che ci svela, attraverso le diverse testimonianze, una tradizione popolare ancora viva in questi luoghi rievocata incessantemente dal grande rapporto esistente tra l’uomo, il territorio e la viticoltura locale.

Ecco allora sfogliando le pagine di questa interessante pubblicazione mi sono soffermato su un argomento che fa parte di una mia vecchia ricerca: la storia del vitigno Cesanese D’Affile. Ci ritroviamo così a percorrere attraverso la campagna romana, antiche vie consolari, la Prenestina, la Casilina, dopo appena 50 Km si entra nell’area dei Monti Prenestini ed in quella dei Monti Ernici, da qui in poco tempo è possibile raggiungere tutti i paesi che ci riconducono alla via del Cesanese.

Piglio, Serrone, Acuto, Affile, Anagni e Olevano Romano, sono i paesi dove viene coltivata quest’uva a bacca rossa, lungo il percorso lo sguardo è attratto da questi paesaggi che oggi come un tempo ritroviamo integri di una natura incontaminata; probabilmente anche Bacco il dio del vino fu conquistato da questa terra, una regione fertile dall’alta vocazione vitivinicola in cui i vigneti potevano sorgere in ogni angolo.

Il Cesanese ha origini antichissime, in queste zone infatti la viticoltura è di derivazione greca ed etrusca. Scopriamo così che il Cesanese di Affile, nello specifico, è il padre di tutti i Cesanesi, ottenuti nel tempo attraverso un ibridazione del vitigno affilano, possiede una DOC difficile da rintracciare concretamente, anzi è quasi introvabile: è il classico vino “che tutti conoscono ma nessuno sa dov’è”.

Il Cesanese del Piglio è invece il vino ciociaro per eccellenza, sono del ‘600 le prime testimonianze scritte di un vino Cesanese inviato a Roma sui carretti a vino e classificato come vino romanesco; da allora la produzione si è sempre più raffinata ed ha assunto una notevole specificità di zona.

A partire dagli anni ’80 il Cesanese del Piglio, che ha ottenuto la DOC nel 1973, ha cominciato ad andare in giro per il mondo e dunque a farsi conoscere come un vino corposo dal sapore deciso ed insieme delicato.

Oggi la produzione di vino di qualità è cresciuta molto in questa zona, merito di produttori che hanno scommesso sulle potenzialità di un territorio a cui sono stretti da un forte legame, passione, professionalità, questi fattori non possono che migliorare l'immagine della nostra Regione.

Ultimamente ho avuto il grande piacere di assistere alla premiazione dei produttori inseriti nella guida Berebene 2013 del Gambero Rosso, tutti vini dal rapporto qualità/prezzo eccellente, la nostra regione è stata premiata proprio con un Cesanese il  Cesanese del Piglio Campo Novo '10 di Casale della Ioria, un azienda storica della denominazione che con questo vino ha fissato un nuovo parametro per il Cesanese d’annata, fresco, bevibile ed al giusto prezzo.

All’assaggio l’ho trovato tra i migliori della sua tipologia, in cui alle note dei frutti rossi e spezie si affiancano sentori di macchia mediterranea e un palato sapido, lungo, di buon corpo e discreta freschezza.

Uno dei piatti ciociari per eccellenza da abbinare a questo vino è senz'altro il coniglio. Vi propongo una ricetta semplice che riassume in sè i gustosi e schietti sapori di questo territorio.

www.casaledellaioria.com/


                                       Coniglio alla ciociara


Ingredienti
Un coniglio, due filetti d'acciuga, un ramoscello di rosmarino, un pizzico di maggiorana, un pezzetto di peperoncino, due spicchi d'aglio, mezzo bicchiere di vino, mezzo bicchiere di aceto, olio, sale.

Procedimento
Svuotare e tagliare a tocchetti il coniglio, condire con sale e far rosolare in padella con olio. Quando sarà ben dorato aggiungere un trito di aglio, rosmarino, maggiorana e filetti d'acciuga e peperoncino; lasciar rosolare ancora, bagnare con mezzo bicchiere di vino bianco e poco meno di mezzo bicchiere di aceto. Coprire e cuocere a fuoco lento finché il vino e l'aceto saranno evaporati. Servire in un piatto da portata di porcellana bianca e buon appetito.

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