Haiku e il linguaggio nudo del vino
<I limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo>
Ludwig Wittgenstein
Quello che si nota ad una più attenta osservazione è che nel passaggio da emittente a ricevente spesso avviene una distorsione, se non una perdita, dell’informazione originale.
Herman Hesse in Siddharta scrisse: < Le parole non colgono il significato segreto, tutto appare un po' diverso quando lo si esprime, un po' falsato, un po' sciocco, sì, e anche questo è bene e mi piace moltissimo, anche con questo sono perfettamente d'accordo, che ciò che è tesoro e saggezza d'un uomo suoni sempre un po' sciocco alle orecchie degli altri.>
L'Haiku, per chi non lo sapesse è un componimento poetico nato in Giappone composto da tre versi per complessive diciassette sillabe.
Nella letteratura giapponese, gli Haiku rappresentano una parte molto importante e caratteristica dell'essenza più profonda della cultura nipponica.
La condizione alla base di questo tipo di poesia è la convinzione dell'inadeguatezza del linguaggio, rispetto al compito di testimoniare la verità.
C'è molta cultura Zen alla base della poesia Haiku, il cui intento è quello di far tornare il linguaggio alla sua essenza pura, ovvero alla sua nudità.
Bashō Matsuo è stato uno dei massimi maestri Giapponesi di poesia Haiku, l’essenza della sua arte si può racchiudere in queste parole che rivolse ad un suo discepolo: < Hai la debolezza di voler stupire. Cerchi versi splendidi per cose lontane; dovresti trovarli per cose che ti sono vicine.>
Di seguito una bella raccolta di Haiku sul vino che ho trovato in rete:
http://issuu.com/nanopausa/docs/sorsidihaikusmall
Commenti
Posta un commento