Sostenibilità nel Soave: parte la "Green Label" per tutta la Doc
Da maggio tutti i produttori aderenti alla denominazione potranno richiedere l’etichetta al Consorzio, che si è fatto promotore del progetto, secondo la metodica LCA (Lyfe Cycle Assessment), in collaborazione con Sprim Italia
A partire dal prossimo maggio tutte le aziende che
producono Soave potranno decidere di inserire in retro etichetta la “Green Label”, cioè l’etichetta verde che è il risultato
del progetto voluto dal Consorzio del Soave
e nato in collaborazione con SPRIM Italia,
teso ad attestare il grado di sostenibilità
del “Sistema Soave”.
Etichetta verde si propone, attraverso l’utilizzo della
metodica scientifica e riconosciuta dell’LCA
(Lyfe Cycle Assessment),
di calcolare l’incidenza sull’ambiente di tutte le fasi lavorative
all’interno della filiera vinicola, dall’impianto del vigneto fino
alle ditte che producono bottiglie, dalla lavorazione in cantina alla
movimentazione delle merci fino al consumatore finale.
Sono 18 i parametri
presi in esame a cui corrispondo specifici valori numerici: cambiamento climatico, assottigliamento dello strato
di ozono, acidificazione, eutrofizzazione acque dolci, eutrofizzazione marina,
tossicità umana, formazione di ossidanti fotochimici, formazione di particolato
atmosferico, ecotossicità terrestre, ecotossicità acque dolci, ecotossicità
marina, radiazioni ionizzanti, occupazione suolo agricolo, occupazione suolo
urbano, trasformazione suolo naturale, utilizzo di acqua, utilizzo di risorse
naturali (fossili e metalli). Questi 18 parametri vengono analizzati
e suddivisi dal sistema in tre classi
d’analisi: aria, acqua, suolo. I tre valori così ottenuti vengono a loro volta sintetizzati
attraverso un algoritmo che fornisce un
indicatore unico globale del grado di sostenibilità del sistema produttivo.
<<Sono numerosi oggi i sistemi di analisi relativi alla
sostenibilità – spiega il direttore del
Consorzio Aldo Lorenzoni -. A questo proposito noi bbiamo scelto di
basarci sulla metodica LCA perché ufficialmente riconosciuta a livello
internazionale. Questo studio condensa graficamente in una etichetta una lunga
serie di valori che presi singolarmente non comunicherebbero nulla al
consumatore generico. E’ una sfida in più per il Consorzio del Soave che
si propone di divulgare il valore intrinseco di un sistema produttivo che
genera reddito e qualità nel massimo rispetto dell’ambiente>>.
L’etichetta che i produttori sceglieranno di aggiungere
sul retro della bottiglia è una sintesi grafica che corrisponde ad un valore
medio, calcolato sulla base dei dati relativi a 1500 aziende viticole, attive
su oltre 2000 ettari
di vigneto. Attraverso un’intervista, precisa e puntuale, è stato chiesto
all’azienda di porre l’attenzione a tutti quei processi produttivi
che comportano l’utilizzo e la trasformazione di energia: i dati raccolti
sono stati in seguito rielaborati attraverso la metodica LCA da parte di SPRIM
Italia, azienda partner del progetto che li ha sintetizzati in un istogramma.
La prima azienda che ha scelto di inserire la green label in retro etichetta è
stata Cantina di Monteforte, presto seguita da altre aziende.
Da sempre il tema della sostenibilità è caro al Soave e negli
anni è stata data molta attenzione alle tematiche relative all’ambiente e
alla sua tutela. A tal riguardo il Consorzio del Soave ha ottenuto nel 2006 il certificato di gestione ambientale
e nel 2012 il premio “Eco-friendly”,
ricevuto per la pubblicazione “Il Soave tra identità e
sostenibilità”; a questi premi si aggiungono numerosi altri progetti come
E-CO2 che mira al recupero
dell’anidride carbonica di fermentazione, risultato vincitore al concorso
Italia Camp nel 2012. Adesso con la metodica LAC e Green label(la raccolta dei
dati è partita nel 2007) il Consorzio aggiunge un nuovo, importante tassello al
capito sostenibilità.