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Prometei moderni nel segno del postumano, riflessioni sul tema dell'intelligenza artificiale. Esce il nuovo numero di “Calibano”, la rivista dell’Opera di Roma pubblicata da effequ

Il tema dell'intelligenza artificiale al centro del nuovo numero di “Calibano”, la rivista di attualità culturale del Teatro dell’Opera di Roma pubblicata dalla casa editrice effequ. Il volume esce in occasione del Mefistofele di Arrigo Boito che inaugura la stagione 2023/2024 della Fondazione lirica capitolina ed è dedicato proprio al postumano. 


La strenua tendenza a superare i propri limiti caratterizza da sempre l’essere umano. Ma fino a dove è lecito spingersi? Chi o cosa deve guidare l’avventura postumana verso le terre inesplorate dell’intelligenza artificiale, del potenziamento del sapere e del corpo, persino verso l’estensione eterna dell’esistenza?

Sono alcuni degli interrogativi dai quali parte il nuovo numero di “Calibano”, la rivista di attualità culturale del Teatro dell’Opera di Roma pubblicata dalla casa editrice effequ. Il volume esce in occasione del Mefistofele di Arrigo Boito che inaugura la stagione 2023/2024 della Fondazione lirica capitolina ed è dedicato proprio al postumano. Disponibile nelle librerie dal 22 novembre, “Calibano” collega l’opera, ispirata al Faust di Goethe, con il tema della trascendenza della finitudine umana, oggi rintracciabile nelle forme e negli ambiti più svariati.

Si parla ovviamente di intelligenza artificiale, e di tutti i rischi anche etici connessi con il suo sviluppo; ma anche di ectogenesi, ossia della gravidanza esterna al corpo della donna; dell’eredità digitale dopo la morte e delle nuove inquietanti forme di interazione con gli avatar dei defunti; e del superamento dei limiti fisici e fisiologici nello sport, attraverso l’impiego di dispositivi tecnici e medici. Ampio spazio anche alle arti, con i possibili sviluppi della danza nel metaverso, con uno sguardo sull’uso delle macchine per ampliare le modalità di produzione sonora in musica, e con una ricognizione del postumano nel mondo della graphic novel e delle serie tv. La letteratura offre poi un vasto immaginario di drammi legati al superamento della condizione umana, da Frankenstein di Mary Shelley a Poor things di Alasdair Gray, recentemente divenuto un film grazie a Yorgos Lanthimos, vincitore del Leone d’oro a Venezia.

Nella rivista trovano spazio anche una testimonianza dell’artista transgender Agnes Questionmark, che intende trascendere con la sua opera non solo il genere ma anche la stessa figura umana, e un racconto inedito di Laura Pugno, antesignana del postumano nella narrativa italiana.

«Il rapidissimo sviluppo delle tecnoscienze al quale assistiamo – dice il direttore di “Calibano” Paolo Cairoli – crea continuamente nuove possibilità esistenziali e di interazione tra essere umano e macchina. Sembra anche celare un desiderio latente: quello di creare una realtà diversa e forse migliore di quella in cui viviamo. Un modo per fuggire dal nostro mondo, verso un Eldorado “metaversico”, fantasmagorico ed eccitante. Ed è proprio qui, nell’egoismo di un desiderio consumistico ed espansionistico, e nella pretesa di vivere esperienze eccezionali e postumane, che Mefistofele può riuscire a infilare la sua coda. Perché è evidente che l’unica regola possibile per guidarci verso il superamento dei nostri limiti dovrebbe essere la salda volontà di rendere migliore il nostro mondo, le cui risorse non sono infinite, e di curare la vita dei suoi abitanti, che sappiamo non essere soltanto gli uomini».

Come sempre, le illustrazioni di “Calibano” sono realizzate con l’ausilio di programmi di intelligenza artificiale (Midjourney e DALL-E 3), con i quali ha lavorato l’artista grafico Merzmensch, mentre la copertina è un collage firmato da Giulio Paolini.

In occasione del nuovo numero viene lanciata una versione online della rivista, con una scelta di saggi disponibili gratuitamente su un’apposita sezione del sito dell’Opera di Roma. Di Mefistofele/Postumano è pubblicato un testo di Verena Andermatt Conley, docente di Harvard, sulla possibile interpretazione odierna della figura di Faust, accanto a un articolo del musicologo Giuliano Danieli che prende in rassegna le più recenti esperienze del teatro musicale influenzate dal postumano.

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