Agricoltura, La collezione dei grani, patrimonio genetico che unisce passato, presente e futuro del grano italiano: Rinasce il Centro Strampelli
Rinasce il Centro Strampelli, grazie anche al CREA, il nostro centro di ricerca che ha collaborato a far sì che la collezione dei grani possa continuare ad essere un patrimonio genetico che unisce passato, presente e futuro del grano italiano.
La collezione genetica dei grani di Strampelli racconta tutto il percorso scientifico realizzato a Rieti dal grande maestro. Il CREA ha catalogato tutto il materiale genetico custodito presso la stazione di granicoltura di Rieti, che si compone di 865 pannelli di spighe e circa 4000 ampolle di semi.
Una piccola parte della collezione è attualmente esposta al MASAF (151 pannelli e 600 ampolle) ed offre al visitatore un percorso sulle principali tappe del lavoro di Strampelli. Dopo la catalogazione i materiali genetici sono stati organizzati in ordine cronologico di incrocio e di selezione delle varietà.
Centinaia di ampolle di vetro conservano i semi delle centinaia di varietà raccolte da Strampelli da ogni parte del mondo all’inizio del suo lavoro e poi utilizzate nel suo programma di miglioramento genetico, mentre i pannelli di spighe ripercorrono le tappe principali del lavoro di selezione a partire dai primi incroci fino alle cosiddette “varietà della vittoria” (Ardito, Mentana, Damiano e Villa Glori).
I motivi dell’affermazione dei frumenti di Strampelli prima in Italia e poi nel mondo vanno ricercati nelle basi genetiche responsabili dei caratteri oggetto del lavoro di selezione ossia la riduzione della taglia delle piante, la precocità di spigatura e la resistenza alle ruggini.
L’attualità del lavoro di Strampelli Le tecniche moderne di analisi molecolare ci hanno permesso di comprendere la struttura e la funzione dei determinanti genetici coinvolti nell’espressione di questi caratteri. I cambiamenti climatici in atto legati all’innalzamento termico accompagnati da lunghi periodi siccitosi in vaste aree del nostro Paese hanno riacceso l’interesse per lo sviluppo di varietà più adatte a contrastare il nuovo scenario climatico. Per questa specie, infatti, i livelli produttivi sembrano aver raggiunto negli ultimi decenni un plateau per cui diventa sempre più difficile assicurare un miglioramento stabile e duraturo. La definizione di un nuovo modello di pianta in grado di contrastare l’aumento delle temperature ed assicurare una maggiore efficienza di utilizzo dell’acqua e dei nutrienti potrebbe ripartire proprio dai geni di Strampelli, ossia quelli della «prima» rivoluzione verde.
“La stazione sperimentale di granicoltura di Rieti è il luogo dove Strampelli, sviluppando e utilizzando da pioniere visionario rivoluzionari strumenti genetici, ottenne varietà di frumento capaci di produrre cibo sostenibile per tutti. Questa sfida è forse, oggi, ancora più attuale di allora e, per fronteggiarla, il CREA metterà a disposizione del rinnovato Centro Strampelli idee progettuali e personale in modo tale da onorare questo luogo iconico con risultati scientifici altrettanto importanti, usando le più moderne innovazioni genetiche".
Così il commissario straordinario CREA, prof. Mario Pezzotti ha commentato lo stanziamento dei fondi da parte della Cabina di Coordinamento del Sisma per il recupero dell'immobile di Rieti. Un ambizioso progetto di rilancio culturale e scientifico di tutto il territorio focalizzato proprio sulla ex Stazione, che ospiterà sia i corsi del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell'Università della Tuscia sia la collezione personale ed i cimeli di questo grande innovatore italiano, custodita fino ad oggi dal CREA.
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