La Pro Loco Lettere e l’Amministrazione Comunale, in collaborazione con l’Associazione “Napoli è” promotrice dell’evento DiVinCastagne, intendono valorizzare e promuovere il famoso Vino di Lettere.
Al via la seconda edizione di “Festa del Vino di Lettere”. Il 16 e 17 settembre 2017 in un’atmosfera unica, magica ed incantevole come quella che offre il Castello di Lettere, situato in una posizione da cui godere di uno stupendo panorama, tradizioni enogastronomiche, arte e cultura si sposano tutte insieme per quello che si preannuncia uno dei week end più gustosi in provincia di Napoli.
«Lettere, un piccolo comune, quattro case sparse sopra Gragnano: vino letterario, e cioè irreale; ….. Paesaggio alpestre, rupestre, pastorizio, e insieme foltissimo di vegetazione. Valloncelli, dossi, poggi preromanici. E, tra le vigne, i lecci, i noci, i castagni, a picco sulla piana di Pompei, in vista di Castellammare e del Golfo, delle isole lontane e del Vesuvio.» Così scrivendo, lo scrittore e regista Mario Soldati, a proposito di Lettere e del Vino di Lettere, lasciava una poetica testimonianza della Penisola Sorrentina e del suo territorio. Un omaggio che va ad aggiungersi ai tanti riconoscimenti della vocazione e del potenziale viticolo di queste aree i cui vini, con la loro millenaria storia sono stati celebrati da tanti altri scrittori e poeti nel corso di duemila anni.
Al via la seconda edizione di “Festa del Vino di Lettere”. Il 16 e 17 settembre 2017 in un’atmosfera unica, magica ed incantevole come quella che offre il Castello di Lettere, situato in una posizione da cui godere di uno stupendo panorama, tradizioni enogastronomiche, arte e cultura si sposano tutte insieme per quello che si preannuncia uno dei week end più gustosi in provincia di Napoli.
«Lettere, un piccolo comune, quattro case sparse sopra Gragnano: vino letterario, e cioè irreale; ….. Paesaggio alpestre, rupestre, pastorizio, e insieme foltissimo di vegetazione. Valloncelli, dossi, poggi preromanici. E, tra le vigne, i lecci, i noci, i castagni, a picco sulla piana di Pompei, in vista di Castellammare e del Golfo, delle isole lontane e del Vesuvio.» Così scrivendo, lo scrittore e regista Mario Soldati, a proposito di Lettere e del Vino di Lettere, lasciava una poetica testimonianza della Penisola Sorrentina e del suo territorio. Un omaggio che va ad aggiungersi ai tanti riconoscimenti della vocazione e del potenziale viticolo di queste aree i cui vini, con la loro millenaria storia sono stati celebrati da tanti altri scrittori e poeti nel corso di duemila anni.
Lo confesso, amo il Lettere, e soggettivamente parlando più del Gragnano, quest'ultimo, mediaticamente parlando, più conosciuto ai più. Ma aldilà dei gusti personali, attribuisco ad entrambi una splendida “gradevolezza” di beva. Sono figli, entrambi, di uve quali Piedirosso, Aglianico, Sciascinoso, e poi altre ancora quali Sauca, Castagnara, Suppezza, Surbegna, S.Antonina: tutti vitigni di tradizione, che uniti insieme evocano e tratteggiano tutta la forza di questo territorio. Fondamentale ricordare che il Lettere come il Gragnano, possono essere apprezzati oggi, dopo decenni di oblio, grazie ad un grande lavoro di recupero, sperimentazione e salvaguardia che iniziò nel 1992 e che ancora continua.
Cito, e non a caso, un azienda, il cui progetto, che coinvolse tanti altri viticoltori della zona, nacque proprio nei primi anni novanta e che prevedeva di fatto il recupero di alcune aree vitivinicole campane di grande qualità, che negli anni erano state in parte o del tutto dimenticate, sebbene fossero state molto famose in passato. Parlo di Grotta del Sole ed in particolare dello scomparso Gennaro Martusciello enologo e contitolare dell'azienda, a lungo presidente dell’Assoenologi Campania, pioniere assoluto della riscoperta di grandi vitigni autoctoni.
Il Lettere di Grotta del Sole fu quindi il primo che assaggiai, appena uscito nei primi anni novanta, e fu subito amore al primo sorso. Mi colpì, a differenza del Gragnano, per maggiore morbidezza e una più leggera effervescenza. La spuma violacea nel bicchiere lasciava spazio ad rubino vivido. Il profumo mi colse il naso con una vinosità fatta di sentori fermentativi e di mandorla amara, molto piacevoli e coinvolgenti, poi, poco dopo, un accenno di fragolina di bosco. Il primo sorso, a cui ne seguirono molti altri, mi lasciò apprezzare tannini di antica memoria contadina e un carattere “abboccato” che stuzzicava il palato invogliando di nuovo alla beva. Un vino con una struttura carica di frutto, piena e rotonda. Una bella esperienza gustativa, e oggi ripensandoci, commovente per la sua semplicità.
Ma al di là delle mie esperienze personali, quello che posso affermare con convinzione è che la Festa del Vino di Lettere è un evento assolutamente da non perdere. L’ingresso al castello sarà gratuito, in linea con l'obiettivo della Pro Loco, che è quello di promuovere le bellezze culturali ed enogastronomiche della Città di Lettere.
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