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Musica e psicologia, cambia la percezione di consonanza e dissonanza: uno studio smentisce l'universalità del concetto di armonia di Pitagora

I risultati di una ricerca dell'Università di Cambridge, smentiscono l'universalità del concetto di armonia di Pitagora. Nascono apprezzamenti istintivi verso nuovi tipi di armonia. Lo studio pubblicato su Nature Communications.


Un team di ricerca dell’Università di Cambridge, Princeton e del Max Planck Institute for Empirical Aesthetics, ha scoperto che nei normali contesti di ascolto, in realtà non preferiamo che gli accordi siano perfettamente all'interno dei rapporti matematici professati da Pitagora. 

Il tono e l’accordatura degli strumenti musicali hanno il potere di manipolare la nostra percezione dell'armonia. I risultati dello studio ribaltano gli assunti di secoli di teoria musicale occidentale e incoraggiano una maggiore sperimentazione con strumenti provenienti da culture diverse.

Secondo il filosofo greco Pitagora, la "consonanza" - una combinazione di note dal suono piacevole - è prodotta da relazioni speciali tra numeri semplici come 3 e 4. Recentemente la scienza ha cercato di trovare spiegazioni psicologiche. A tutt'oggi i "rapporti interi" sono ancora accreditati per aver reso bello il suono di un accordo, e si pensa che la deviazione da essi renda la musica "dissonante", dal suono sgradevole. 

Prendendo in mano un qualsiasi manuale di teoria musicale, si evince che Pitagora era profondamente attratto dal legame tra musica e numeri, traendo la conclusione che “il numero è sostanza di tutte le cose” e che quindi tutto fosse misurabile e si potesse descrivere in maniera razionale con numeri interi. Famoso è  il suo esperimento sul monocordo che ha permesso di scoprire che con un rapporto di numeri 2:1, si può descrivere un rapporto armonico musicale che oggi chiamiamo intervallo di ottava, ovvero la distanza, ad esempio, tra un Do e il Do successivo. Andando oltre Pitagora divise la famosa corda in 3 parti e scoprì un altro suono armonico molto importante: l’intervallo di quinta, che è in rapporto di 3:2 (es. distanza tra Do e Sol). Dividendo ancora la corda in 4 parti e pizzicandola in un rapporto di 4:3 ottenne un intervallo di quarta (ad esempio tra Do e Fa). Pitagora scoprì che i primi quattro numeri interi (1, 2, 3, 4) creano tra di loro le forme universali della consonanza: 2:1 (ottava); 3:2 (quinta); 4:3 (quarta). Oggi sappiamo che questi rapporti tra le note corrispondono alle frequenze, ed i suoni scoperti  della scala diatonica e molti degli intervalli scoperti da Pitagora, ancora oggi governano le regole dell’acustica musicale occidentale.

Secondo questa nuova ricerca, quello che viene affermato in occidente, riguardo le relazioni matematiche di Pitagora, non vale per altre culture che utilizzano strumenti musicali meno familiari ai musicisti, al pubblico e agli studiosi occidentali, come ad esempio campane, gong, tipi di xilofoni e altri tipi di strumenti a percussione intonati. Lo studio si è particolarmente focalizzato sul 'bonang', uno strumento del gamelan giavanese costruito da un insieme di piccoli gong, scoprendo che quando vengono utilizzati, i numeri speciali di Pitagora non servono più a nulla. Si va incontro a modelli completamente nuovi di consonanza e dissonanza.

La forma di alcuni strumenti a percussione fa sì che quando li colpisci, e risuonano, le loro componenti di frequenza non rispettano quelle tradizionali relazioni matematiche. La ricerca occidentale si è concentrata moltissimo sugli strumenti orchestrali familiari, ma altre culture utilizzano strumenti musicali che, per la loro forma e fisica, sono quelli che chiameremmo 'inarmonici'.

Per arrivare a questa conclusione, i ricercatori hanno creato un laboratorio online in cui oltre 4.000 persone provenienti dagli Stati Uniti e dalla Corea del Sud, hanno partecipato a 23 esperimenti comportamentali. Ai partecipanti sono stati suonati degli accordi e invitati a dare a ciascuno un punteggio numerico sulla gradevolezza o a utilizzare un cursore per regolare note particolari in un accordo per renderlo più piacevole. Gli esperimenti hanno prodotto oltre 235.000 giudizi umani.

Gli esperimenti hanno esplorato gli accordi musicali da diverse prospettive. Alcuni hanno ingrandito particolari intervalli musicali e hanno chiesto ai partecipanti di giudicare se li preferivano perfettamente accordati, leggermente in diesis o leggermente calanti. I ricercatori sono rimasti sorpresi nel trovare una preferenza significativa per le lievi imperfezioni o "inarmonicità". Altri esperimenti hanno esplorato la percezione dell'armonia con strumenti musicali occidentali e non occidentali, incluso il bonang.

I ricercatori hanno scoperto che le consonanze del bonang si adattavano perfettamente alla particolare scala musicale utilizzata nella cultura indonesiana da cui proviene. Queste consonanze non possono essere replicate su un pianoforte occidentale, ad esempio, perché cadrebbero tra le fessure della scala tradizionalmente utilizzata. 

I risultati, in buona sostanza, sfidano l’idea tradizionale secondo cui l’armonia può essere solo in un modo, e che gli accordi devono riflettere queste relazioni matematiche. Si viene così a dimostrare che esistono molti altri tipi di armonia nel mondo e che ci sono buone ragioni di credere perché altre culture li abbiano sviluppati. Inoltre questa evidenza suggerisce che se si utilizzano strumenti diversi, è possibile sbloccare un linguaggio armonico completamente nuovo che le persone apprezzano intuitivamente, senza bisogno di studiarlo. 

Gran parte della musica classica e sperimentale occidentale degli ultimi 100 anni è stata piuttosto difficile da apprezzare in quanto coinvolge strutture altamente astratte. Al contrario, scoperte psicologiche come questa del presente studio, possono aiutare a stimolare la percezione di nuova musica che gli ascoltatori potrebbero apprezzare in modo intuitivo.

Ma non solo, lo studio potrebbe offrire interessanti opportunità per musicisti e produttori attraverso l'utilizzo di strumenti meno familiari, aprendo la strada verso nuove armonie e nuove possibilità creative. L'esempio ci viene dato dalla musica pop che ora cerca di sposare l’armonia occidentale con melodie mediorientali, dall’India e di altre parti del mondo. Ciò può avere più o meno successo, ma un problema è che le note possono suonare dissonanti se suonate con strumenti occidentali. 

Il team di ricerca sta attualmente esplorando diversi tipi di strumenti e studi di follow-up per testare una gamma più ampia di culture musicali. In particolare, l'obbiettivo è quello di ottenere approfondimenti da musicisti che utilizzano strumenti "inarmonici" per capire se hanno interiorizzato concetti di armonia diversi dai partecipanti occidentali a questo studio.

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