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Cappella Musicale di Santa Maria in Via, a Roma un concerto - meditazione imperdibile nel tempo di Quaresima

Sabato 23 Marzo, alle 17:15 presso la Chiesa Santa Maria in Via - Madonna del Pozzo appuntamento con la Cappella Musicale di Santa Maria in Via. Un concerto - meditazione imperdibile nel tempo di Quaresima. Un percorso guidato da grandi pagine di musica sacra, un programma ricco che ci farà incontrare compositori eccelsi tra cui Ockeghem, Palestrina, Lotti, De Victoria e, sicuramente, il meno interpretato Josquin Des Prez.




Un concerto da non perdere quello della Cappella Musicale di Santa Maria in Via, uno dei cori, ma in questo caso un ensemble, tra i più rappresentativi della capitale sonora. Fondata nel 1944 da P. Giovanni Maria Catena, presto affiancato nell'insegnamento da P. Raffaele M. Preite, valente maestro organista, la cappella musicale, ha portato avanti fino ad oggi la tradizione di vera e propria scuola musicale di alto livello, privilegiando un repertorio di polifonia sacra antica e moderna. 

Dal 2003 sotto la direzione del M° Luigi Ciuffa, ha eseguito una serie di concerti particolarmente apprezzati dal pubblico. In particolare si ricordano la partecipazione alla X edizione della Festa Europea della Musica in Roma nel 2004, all’evento televisivo della Rai “La Bibbia giorno e notte” nel 2008 e alla VI Rassegna di Cori Polifonici presso l’Abbazia di Montevergine (AV) nel 2010. Si è esibita in occasione del Cinquantenario della morte di Bonaventura Somma a Chianciano Terme ed alla Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Corsini a Roma nell’ambito delle manifestazioni musicali promosse dal Ministero dei Beni Culturali. Ha cantato, inoltre, nel Castello di Monteriggioni (SI) per i festeggiamenti della Madonna del Rosario e presso il Museo Archeologico Nazionale a Venafro (IS) per l’inaugurazione della mostra “Splendori dal Medioevo”. Nel 2014 ha eseguito in prima assoluta ed inciso per l’etichetta Choralife la Missa in Festo Beatae Virginis Mariae de Horto del M° Aurelio Porfiri. Recentemente ha tenuto un concerto nella Cattedrale di S. Agapito a Palestrina interamente dedicato al grande polifonista per conto della Fondazione Giovanni Pierluigi da Palestrina.

Tornando al concerto, questo si inserisce nel contesto cattolico della meditazione nel tempo di Quaresima, che ci condurrà, preparando la Pasqua, alla Risurrezione di Cristo. Quindi più propriamente un concerto-meditazione sicuramente di alto profilo spirituale. Il programma, rara occasione per ascoltare composizioni dei più grandi maestri del cinquecento e non solo, mi ha indotto a scrivere due righe al riguardo. Ad iniziare dal meno noto Francesco Soriano, compositore italiano del Rinascimento, che fu uno degli esponenti più abili della Scuola Romana della prima generazione dopo Palestrina. Presente poi Domenico Bartolucci, maestro perpetuo della Cappella Musicale Pontificia Sistina e accademico di Santa Cecilia. Un contemporaneo noto nel campo musicale, sia come compositore che come direttore. I suoi punti di riferimento sono il canto gregoriano, Giovanni Pierluigi da Palestrina e Giuseppe Verdi. Caratteristica di tutta la concezione estetica di Bartolucci, è quella di un ossequio alla tradizione, alla cui base colloca una notevole severità di canto ed una limpida e solida polifonicità.

Volevo spendere infine qualche parola su un brano a me caro: la Missa D'ung ultre amer, la più breve messa di Josquin, che è un commovente tributo al compositore Johannes Ockeghem. Josquin, in questo ennesimo omaggio al suo presunto maestro, elabora le voci a tre della chanson D'ung aultre amer composta da Ockeghem (fra le più famose) che ha dato il titolo a questa messa di sole 364 battute: si consideri che la chanson, parodiata integralmente, ne conta 45, e che quindi da sola occupa già un ottavo della lunghezza totale. 

La brevità della messa deriva da uno stile sillabico, evidente soprattutto nel Gloria e nel Credo, dove i testi sono telescopici in modo che diverse sezioni si sovrappongano e siano cantate contemporaneamente. Il Kyrie, il Sanctus e l'Agnus Dei mostrano una maggiore libertà, dove insolitamente il Kyrie è più lungo del Gloria. Questo stile deriva probabilmente dalla lauda polifonica corrente nel rito ambrosiano di Milano, dove Josquin lavorò negli anni ottanta del Quattrocento. Questo rito aveva anche la convenzione di sostituire al Benedictus e al secondo “Osanna”, il Tu solus qui facis mirabilia, mottetto caratterizzato da accordi perfettamente posizionati, solenni e risonanti, che creano un'atmosfera di calma e introspezione senza pari. 

Non deve stupire quindi che la composizione di un’intera messa si poggi su una melodia in origine riconducibile a una canzone d’amore: numerosi sono i riferimenti a una mistica amorosa che ci pone in diretto contatto con la divinità, uno stretto legame di cui Josquin era forse consapevole. La mistica renana, da cui prende vita ed ispirazione la chanson, è infatti profondamente imbevuta da una teologia dell’Amore, ma anche onore e scambi sentimentali: affascinante pensare che Josquin si sia lasciato tentare da questo testo, chiara sintesi dei sentimenti provati verso il magistero di Ockeghem al quale chiede umilmente di «consentir l’eschange» di una chanson trasformata in messa.

Programma completo

T. L. De Victoria (1548-1611) Tenebrae factae sunt

F. SORIANO (1549-1621) da Motetula de Passione

Tristis est

Pater mi,

Mulier, ecce

Ecce Mater

Eli, Eli

Deus meus

Pater, in manus tuas

J. Des Pres (1450 ca.-1521) Deploration sur la mort de Jean Ockeghem

J.Ockeghem (1410-1497) D’ung aultre amer (chanson)

J. Des Pres (1450 ca.-1521) Missa D’ung aultre amer

G. Pierluigi da Palestrina (1525-1594) 

Pueri hebraeorum

Popule meus

D. Bartolucci (1917-2013) Quo abiit

A.Lotti (1667-1740) Stava Maria dolente

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