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Carmignano: il "supertuscan" ante litteram

Un viaggio virtuale a Carmignano, il piccolo paese in provincia di Prato ci accoglie svelando due dei suoi più preziosi gioielli: l'omonimo vino ed uno dei più grandi capolavori del Pontormo.


<Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino dentro di lei ebbe un fremito, ed essa fu colmata di Spirito Santo e a gran voce esclamò: Dio ti ha benedetta più delle altre donne, e benedetto è il bambino che avrai!> Luca  (1,41-42).

Carmignano potrebbe essere definita "una piccola Toscana", possiede in piccolo tutto quello che ha reso famosa ed amata nel mondo questa regione: la grande arte, il paesaggio, l’archeologia, il vino e la buona cucina. Senza dimenticare che Carmignano ha nel suo territorio importanti testimonianze della civiltà etrusca. 

La prima sosta d'obbligo è alla Propositura dei Santi Michele e Francesco, dove possiamo ammirare uno dei massimi capolavori del manierismo fiorentino: la Visitazione del Pontormo. Il dipinto fu realizzato dall'artista nel terzo decennio del Cinquecento, probabilmente tra il 1528 e il 1529, per conto della famiglia fiorentina Pinadori. Viene raffigurata Maria incinta che si reca a far visita ad Elisabetta, anch'essa in attesa del suo primogenito, Giovanni Battista: nell'iconografia del Nuovo Testamento si tratta del primo riconoscimento pubblico di Gesù.

Un opera dove il silenzio domina e misura le cose, non vi è bisogno di indicazioni o segnali aggiuntivi; l’artista chiude e limita la sua visione nell'incontro tra due donne superiori a un qualunque destino umano, le ancelle stanno lì mute a sottolinearlo, invitando l’osservatore ad una interazione emotiva e spirituale adeguata alla solennità del momento. 

Pontorno non raffigura la santità di Maria ed Elisabetta, ma la loro condizione di madri e solo quello, negli occhi delle due donne vi è il presagio del destino tragico e grandioso che legherà i loro figli. Le ancelle al seguito sono la proiezione spirituale delle due donne gravide, come angeli rappresentano l’aspetto ultraterreno di Maria ed Elisabetta, la somiglianza anche fisionomica fa pensare allo sdoppiamento delle due donne: l’aspetto terreno di profilo e quello trascendentale di fronte.

Nella Visitazione, la pittura diviene sognante, irreale e allucinata, i colori vivono di luce propria, le vesti gonfie di vita lievitano e portano le figure a sollevarsi sulle punte dei piedi come a sfidare la gravità terrestre, così che sembrano volare via, le vesti mosse dal vento e da questa gentile energia si compongono equilibri cromatici altissimi , le donne rigogliose di vita appaiono come fiori che sbocciano.

L’artista mira ad una sintesi assoluta, in cui l’avvenimento sacro si svolge su un piano di tensione religiosa e cerebrale, le figure magicamente concatenate dove grazie ad un gioco psicologico-formale sembrano danzare e ruotare lentamente. È in questa opera che Jacopo Pontormo raggiunge le vette più sofisticate del proprio codice artistico che tende alla visione della forma oltre la forma; egli condensa, attraverso l’espressione degli sguardi, le dinamiche psicologiche spirituali che interagiscono tra Maria ed Elisabetta e, attraverso un processo di traslazione, arrivano fino a noi che osserviamo.

Il Pontormo avviò una sistematica opera di rinnovamento degli schemi compositivi della tradizione, talvolta spregiudicato, cercando di reagire al classicismo pittorico attraverso un'inesauribile vena sperimentale e anticlassicista. La sua complessa personalità, introversa e tormentata, ne fa il prototipo dell'artista malinconico e solitario.

Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta di questo piccolo territorio dove si producono vini eccezionali, che nascono anche da un felice connubio di condizioni naturali; i terreni calcarei ben drenati, l'apertura delle colline sulla grande pianura che consente la ventilazione e una buona insolazione; i venti provenienti dal vicino Alto Appennino che assicurano notti fresche (queste e la piovosità estiva un po' maggiore interagiscono bene col calore diurno, dovuto alla quota non elevata, assicurando una buona maturazione e una vendemmia anticipata). 

Qui si produce il Carmignano DOCG, grande vino da invecchiamento piacevole anche da giovane, il Barco Reale, che prende il nome dall'antica proprietà granducale, il Vin Ruspo (Rosato di Carmignano DOC), tutti con la stessa base varietale: questa è la prima denominazione di origina toscana che prescrive, accanto al Sangiovese, il Cabernet (fino al 20%), oltre al Canaiolo e ad altri vitigni complementari.

Da uve bianche si produce il Vin Santo di Carmignano DOC, uno dei più apprezzati in assoluto, e da uve rosse il Vin Santo di Carmignano Occhio di Pernice DOC.

Il Carmignano è uno dei vini più antichi d'Italia; infatti la prima documentazione scritta in cui appare il nome di un vino Carmignano risale alla fine del XIV secolo; si tratta di un documento in cui un notaio di Carmignano (Italia), Ser Lapo Mazzei, comunica ad un mercante di Prato, Marco Datini, di aver ordinato per la sua cantina quindici some di vino Charmignano pagandolo un prezzo quattro volte superiore a quello dei vini della zona (il che ne dimostrava le superiori qualità).

Furono i Medici a valorizzare questa terre e i loro prodotti, data la vicinanza alla città di Firenze. Importarono vitigni dalla Francia tra cui i Cabernet, ancora oggi chiamati localmente dai vecchi viticoltori "Uva Francesca".

E si deve al Granduca Cosimo III la prima delimitazione del comprensorio di produzione del vino Carmignano con il bando del 1716 in cui fissava i confini delle quattro zone vinicole più rinomate che gravitano intorno a Firenze: Chianti, Pomino, Valdarno Superiore e appunto Carmignano, primo esempio in assoluto di regolamentazione di una denominazione di origine.
Della signoria fiorentina rimangono ancor oggi due ville: Poggio a Caiano e Artimino e lunghi tratti della muraglia che delimitava la grande riserva di caccia sul Montalbano denominata Barco Reale.

Il Carmignano è vino più conosciuto all'estero che in Italia, di grande personalità ed eleganza, in grado di esprimere il meglio di sé dopo un adeguato invecchiamento in botte (1 anno per il Carmignano ed almeno 2 per la riserva) ed affinamento in bottiglia, e si è tradizionalmente distinto dal Chianti per la presenza nell'uvaggio di vitigni bordolesi. Si può dire a ragione che il Carmignano fu il primo supertuscan ante litteram.

Percorrendo la Strada Medicea dei Vini di Carmignano potrete visitare le varie cantine che producono questo vino e saranno ben liete di ospitarvi per un assaggio.
Produttori Vini Carmignano

"Ma se giara io prendo in mano di brillante Carmignano, così grato in sen mi piove, ch'ambrosia e nettar non invidio a Giove. Or questo che stillò dall'uve brune Di vigne sassosissime toscane …" 
Francesco Redi, Bacco in Toscana, 1673

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