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Wine Kit!

La truffa del wine kit
“Sventato un inganno globale che mette a rischio la credibilità del made in Italy in tutti i continenti dove la diffusione dei “wine kit” con etichette italiane è capillare”: così Coldiretti sul sequestro da 28 milioni di euro dei Nac di Parma


28 milioni di euro il valore della truffa, 24 i vini Dop e Igp nel mirino dei falsari, tra cui alcuni dei nomi più prestigiosi del Belpaese enoico come Barolo e Amarone, e in “etichetta” il tricolore e immagini come il Colosseo: sono i contorni della truffa dei “wine kit” svelata dai Nac di Parma insieme all'Agenzia delle Dogane. 

“È stato sventato un inganno globale che mette a rischio la credibilità del made in Italy in tutti i continenti dove la diffusione dei “wine kit” con etichette italiane è purtroppo capillare e spesso tollerata con danni incalcolabili alle produzioni di vino nazionale”, commenta la Coldiretti. 

I “miracolosi” wine kit, ricorda l'organizzazione, “promettono con semplici polveri di ottenere in pochi giorni vini dalle etichette più prestigiose mettendo a rischio con l’inganno l’immagine e la credibilità dei nostri vini conquistata nel tempo - sottolinea la Coldiretti - grazie agli sforzi fatti per la valorizzazione di un prodotto che esprime qualità, tradizione, cultura e territorio. 

Purtroppo i furbetti dei wine kit si sono diffusi in tutti i continenti, dall’America all’Australia ma anche in Europa dove è particolarmente grave il fatto che dietro questi traffici si nascondano - continua la Coldiretti - anche operatori italiani. 

Il problema non è legato solo all’utilizzo delle pregiate denominazioni del Belpaese, poiché in base alla normativa europea del vino, non è possibile aggiungere acqua nel vino o nei mosti. La definizione europea del vino non contempla l’aggiunta di acqua come peraltro consentito in altri stati del nuovo mondo (Sudafrica) che continuano a richiedere alla Ue di autorizzare tale pratica per favorire le loro esportazioni. Anche per questo il commercio dei wine kit su tutto il territorio europeo - conclude la Coldiretti - andrebbe vietato”.

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