È stato pubblicato il 5 dicembre 2019 nella Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea (2019/C 409/01) l’« Elenco e descrizione delle schede del Codice di Pratiche Enologiche dell’OIV di cui all’articolo 3, paragrafo 2, del regolamento delegato (UE) 2019/934 della Commissione».
Le tecniche di cantina rappresentano le modalità con cui viene prodotto il vino, spesso comportanti l’utilizzo di additivi, talora suscettibili di lasciare residui nella bevanda finale. La legislazione su tale materia persegue diverse finalità, come quella di tutelare sia la salute sia l’interesse economico del consumatore e quello dei produttori.
In tal senso, a livello internazionale, le pratiche di cantina vengono concordate in sede OIV (Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino), la quale ha elaborato due codici (tra loro complementari): il Codice delle pratiche enologiche, il quale comprende la definizione dei prodotti vitivinicoli nonché l’elenco e le specifiche delle pratiche e dei trattamenti enologici (ammessi o non ammessi); il Codice enologico internazionale, che riunisce le descrizioni dei principali prodotti chimici, organici o gas utilizzati nell'elaborazione e la conservazione dei vini.
Le condizioni del loro impiego, la modalità e i limiti del loro utilizzo sono stabiliti dal Codice Internazionale delle Pratiche Enologiche annualmente pubblicato dall'OIV come un compendio di tutte le risoluzioni dell’OIV relative alla definizione dei prodotti vitivinicoli, delle pratiche enologiche e della produzione consentita per ciascun prodotto.
Redatta nelle 21 lingue dell’Unione europea, la pubblicazione rappresenta un progresso molto significativo nel riconoscimento e nell'applicazione delle norme internazionali e pubbliche dell’OIV per la produzione del vino.
Redatta nelle 21 lingue dell’Unione europea, la pubblicazione rappresenta un progresso molto significativo nel riconoscimento e nell'applicazione delle norme internazionali e pubbliche dell’OIV per la produzione del vino.
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