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Mostre, Renato Casaro. L’ultimo cartellonista del Cinema. Treviso, Roma, Hollywood

Da Sergio Leone, ad Amadeus, all’Ultimo Imperatore: Treviso, in tre sedi, celebra con una grande mostra Renato Casaro, il cartellonista che “firmò” i manifesti per i capolavori del cinema, da Cinecittà a Hollywood. Fino al 1 maggio 2022.




A Treviso, con una grande mostra in tre diverse sedi cittadine – al nuovo Museo Nazionale Collezione Salce, che per l’occasione apre nella ritrovata Chiesa di Santa Margherita, al Complesso di San Gaetano, l’altra sede del Museo, e al Museo Civico Santa Caterina, dal 13 giugno 2021– il Ministero della Cultura tramite la Direzione Regionale Musei Veneto, il Comune di Treviso e la Regione del Veneto, rendono omaggio a Renato Casaro (Treviso, 1935) considerato l’ultimo dei grandi cartellonisti del cinema. Un’artista che ha saputo trasporre, disegnandola, l’anima di un film in un manifesto, il tutto mentre lo stesso era ancora in lavorazione, potendo spesso contare solo su qualche fotografia di scena e su un formidabile intuito comunicativo.

Fuori dal cinema, prima di entrare in sala e ancora prima che inizi il film, sono i manifesti a catturare gli occhi dello spettatore: sgargianti, romantici, irriverenti, iconici. Oggi i film sono promossi attraverso locandine, trailer e gigantografie che invadono stazioni e piazze; ma prima le "affiche" erano l'unico mezzo di promozione, dopo essere state per lungo tempo a uso esclusivo di spettacoli teatrali e opere liriche. Rigorosamente illustrato, prima dipinto, poi litografato e in seguito stampato in offset, il manifesto cinematografico fu la culla di uno stile artistico che rimane tutt'ora inconfondibile. E la scuola italiana è stata tra le più originali e proficue; anche se spesso i protagonisti illustrati sono le star del cinema hollywoodiano, i nomi degli autori sono Nunzio Bava, Enrico De Seta, Dante Manno, Averardo Ciriello, Leopoldo Metlicovitz, Marcello Dudovich, Alfredo Capitani e così via. 

Nella sede del Museo Civico Santa Caterina si sviluppa la sezione “Treviso, Roma, Hollywood”, una carrellata di opere che si abbinano e si completano con quelle presentate, con il titolo “L’ultimo cartellonista”, nella innovativa sede di Santa Margherita dove è stata allestita anche una sezione didattica e dove i visitatori più giovani potranno, in totale autonomia, creare un loro manifesto di cinema. E ancora, una sezione dedicata agli ipovedenti con la riproduzione tridimensionale del celebre affisso “Il tè nel deserto”.

Una terza sezione, dal titolo “Dall’idea al manifesto”, è allestita negli spazi del complesso di San Gaetano. Qui il pubblico può scoprire l’intera filiera per la creazione di un manifesto: dai contatti con le case di produzione o di distribuzione ai primi schizzi a matita; dal bozzetto di prova – spesso con le varianti richieste, o imposte, dalla committenza – a quello esecutivo, sino allo studio per l’inserimento del lettering (un tempo manuale, in seguito fotomeccanico) e alla stampa. Sei film simbolo di Casaro raccontano, con una forte valenza didattica, tutto il mondo tecnico e artistico che sta dietro la creazione di un manifesto.

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