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Nuove fonti musicali, polifonia: ritrovato in Scozia uno raro spartito del XVI secolo

Si tratta di un frammento di musica dal Breviario di Aberdeen, primo esempio di libro stampato in Scozia. La partitura musicale - che contiene solo 55 note - è un raro esempio di musica proveniente da istituzioni religiose scozzesi di 500 anni fa. La partitura musicale getta nuova luce sulla musica della Scozia pre-riforma all'inizio del XVI secolo. Il ruolo fondamentale dei marginalia.

Frammento di musica dal Breviario di Aberdeen: Volume 1 o "Pars Hiemalis". Credit: National Library of Scotland


Una nuova fonte di musica polifonica sacra della Scozia del XVI secolo, rimasta celata per più di cinque secoli come marginalia all'interno di un libro stampato, è stata scoperta da un team di studiosi dell'Edinburgh College of Art e della KU Leuven in Belgio. Si tratta di un frammento del Breviario di Aberdeen del 1510, una raccolta di preghiere, inni, salmi e letture utilizzate per il culto quotidiano in Scozia, che include scritti dettagliati sulla vita dei santi scozzesi. Conosciuta anche come la “copia di Glamis”, poiché in passato era conservata nel castello di Glamis, nell'Angus, è ora conservata presso la Biblioteca Nazionale di Scozia a Edimburgo.

Facendo un breve excursus storico musicale della Scozia sappiamo che la più antica testimonianza relativa alla musica si pone nelle Highlands e risale al periodo dei Pitti e al regno di Dalriada. La prima raccolta di spartiti con testi in Gaelico ritrovata in terra scozzese risale al Secolo XIV: il cosiddetto Inchcolm Antiphoner, un insieme di trascrizioni di canti dedicati a San Colombano. Infine, fermandoci al periodo da cui risale la scoperta, troviamo The Book of the Dean of Lismore, scritto tra il 1512 e il 1526 ad opera di Sir James MacGregor. Una raccolta dove sono riassunte un certo numero di saghe, poesie, testi sacri e 28 canzoni. Purtroppo la mancanza di notazioni musicali, non ci da la certezza a quale tipo di tradizione (Highlands o continentale) facessero riferimento i bardi dell’epoca. 

Questa nuova e rara fonte in tal senso può dirci molto sulle culture della musica liturgica scritta e improvvisata nella Scozia pre-riforma, di cui appunto sopravvivono pochissimi esempi di notazione musicale. La partitura musicale non ha testo, titolo o attribuzione ma è stata identificata come un'armonizzazione musicale a tre o quattro voci di canto gregoriano con parte tenorile di un falsobordone dell'Ufficio Cultor Dei memento, un inno notturno cantato durante la Quaresima, molto probabilmente scritto nell'Aberdeenshire, nel nord-est della Scozia.

Il Breviario di Aberdeen nasce da un'iniziativa di re Giacomo IV, che emise un brevetto reale per stampare libri contenenti ordini di servizio in accordo con le pratiche religiose scozzesi, invece di dover fare affidamento sull'importazione di testi dall'Inghilterra o dall'Europa.

I ricercatori affermano che la composizione ha probabili legami con la cappella di St Mary, Rattray - nell'estremo nord-est della Scozia - e con la cattedrale di Aberdeen. La scoperta è stata fatta esaminando numerose annotazioni scritte a mano ai margini della copia di Glamis.

Di primario interesse per gli studiosi è stata una specifica parte del frammento musicale - distribuita su due righe, la seconda delle quali è lunga circa la metà della prima - su una pagina bianca in una sezione del libro dedicata al Mattutino.

La presenza della musica è stata un rompicapo per il team in quanto non faceva parte del libro originale stampato, eppure è stata scritta su una pagina rilegata nella struttura del libro, non inserita in un secondo momento, il che suggerisce che l'autore volesse tenere insieme la musica e il libro.

Il fatto che si tratti di musica polifonica, è stato dedotto dalle linee di melodia indipendenti che vengono cantate o suonate contemporaneamente. Le fonti dell'epoca dicono che questa tecnica era comune nelle istituzioni religiose scozzesi, ma pochissimi esempi sono sopravvissuti fino ai giorni nostri. In assenza di annotazioni testuali sulla pagina, non è chiaro se la musica fosse sacra, profana o addirittura per voci. 

Si è risaliti poi ai probabili proprietari de Breviario forse il figlio illegittimo di un cappellano di alto rango della Cattedrale di Aberdeen, egli stesso prete di campagna. Il libro sarebbe poi diventato un prezioso cimelio di famiglia di un cattolico scozzese i cui viaggi lo portarono dalla Scozia post-riforma alle capitali dell'Impero asburgico e ottomano.

Le conclusioni che gli studiosi sono stati in grado di trarre da questo frammento, sottolineano il ruolo cruciale dei marginalia come fonte di nuove tracce sulla cultura musicale, laddove è sopravvissuto poco materiale annotato. È possibile che altre importanti fonti, musicali e non, siano ancora in attesa di essere riscoperte nei margini di altri libri stampati del XVI secolo conservati nelle biblioteche e negli archivi scozzesi.

Per molto tempo si è pensato che la Scozia pre-riforma fosse una terra desolata per quanto riguarda la musica sacra. Il lavoro svolto dal team di ricerca dimostra che, nonostante gli sconvolgimenti della Riforma che hanno distrutto molte delle testimonianze più evidenti, nelle cattedrali, nelle chiese e nelle cappelle scozzesi, esisteva una forte tradizione di musica di alta qualità, proprio come in qualsiasi altra parte d'Europa.

Insomma una scoperta epocale per i musicologi. Ora non resta che ricostruire le parti mancanti per far rivivere e ascoltare un inno che era rimasto muto per quasi cinque secoli, un piccolo ma prezioso manufatto della tradizione musicale e religiosa della Scozia.

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