Vino e territori, nel Triveneto stop a nuove superfici vitate a Pinot Grigio: si punta a maggior tutela e qualità
Il Consorzio Doc delle Venezie ha introdotto una sospensione triennale di nuovi vigneti di Pinot Grigio con l'obiettivo di conseguire qualità ancora superiore e una crescita equilibrata del mercato.
Il Consorzio ha dichiarato che sospenderà la creazione di nuovi vigneti nell'area che si estende in tutta la Provincia di Trento, Friuli Venezia Giulia e Veneto, con effetto dal 1° agosto 2019.
La mossa fa parte di un progetto avviato dal Consorzio nel 2017 con l'obiettivo di migliorare e garantire la qualità di tutto il Pinot Grigio del Triveneto, monitorando costantemente le figure e le tendenze della denominazione e adattandosi a tutti i possibili sviluppi del mercato.
Ormai vicina alla sua terza vendemmia con un potenziale produttivo di circa 1,6 milioni di ettolitri. L’area della DOC delle Venezie oggi conta una superficie vitata di 26 mila ettari, destinata ad arrivare a 30 mila ettari considerando i vigneti già impiantati e prossimi ad entrare in produzione e, pertanto, esclusi dal blocco.
“La richiesta di sospendere per il prossimo triennio nuove rivendiche di impianti a Pinot grigio delle Venezie– ha dichiarato Albino Armani, presidente del Consorzio – nasce dall'esigenza di governare una crescita della denominazione che ha registrato tra i più alti tassi di sviluppo viticolo del nostro paese negli ultimi anni. Insieme alla filiera abbiamo voluto attivare un processo virtuoso che, affiancando le iniziative di informazione e promozione a sostegno della valorizzazione della denominazione, ha lo scopo di gestire la crescita dell’offerta in relazione all'evolversi della domanda mondiale di Pinot grigio che trova la sua zona di vocazione nel Triveneto. Misura di governo utile per gestire la contingenza, lo voglio sottolineare, – chiarisce Albino Armani - rimane per noi un elemento tattico, perché il nostro impegno strategico è orientato su altre direzioni tese a costruire dinamiche strutturali di valore del prodotto”.
“E’ stato necessario attivare questa misura per favorire l'equilibrio di mercato del Pinot grigio - ha commentato il vicepresidente del Consorzio e Presidente de La Marca, Valerio Cescon - visto che negli ultimi 5 anni, le superfici del vitigno sono aumentate del 60% e, al 31 luglio 2018 nell’intero areale della DOC delle Venezie, risultano in coltivazione: in Trentino, 2.800 ettari, in Friuli Venezia Giulia, 7.816 ettari e, in Veneto 15.194 ettari, per ben 25.810 ettari totali. Una concentrazione di questo particolare vitigno unica a livello mondiale e che riveste un’importanza significativa per il nostro territorio: basti pensare che per dimensione totale il Pinot grigio è la prima varietà in Trentino e Friuli e solo seconda in Veneto dopo la Glera”.
“Un patrimonio importante che dobbiamo governare in relazione alle dinamiche di evoluzione della domanda al fine di posizionarlo adeguatamente nel medio lungo termine – ha sottolineato Goffredo Pasolli, vicepresidente del Consorzio e Direttore tecnico dell’azienda vinicola Lechthaler – condividendo le strategie di sviluppo con le altre 20 denominazioni che coesistono nel medesimo territorio e hanno il Pinot grigio nel disciplinare: un’offerta variegata e al tempo stesso complessa che va dal Trentino DOC nell’area più settentrionale fino a interessare il Collio e i Colli orientali ai confini con la Slovenia. Sistema produttivo articolato che per la campagna di commercializzazione 2019 prevede di immettere sul mercato di circa 260 – 270 milioni di bottiglie di Pinot grigio con le varie denominazioni del Triveneto”.
Nel marzo di quest'anno, il Consorzio ha iniziato la "seconda era dello stile italiano Pinot Grigio" con l'installazione del suo primo consiglio eletto, guidato dal rieletto presidente Albino Armani. All'epoca affermava che un obiettivo chiave per il futuro era il completamento del processo di approvazione DOC a livello europeo e il miglioramento degli strumenti di controllo e gestione del potenziale di produzione. Altre priorità includevano lo sviluppo di attività promozionali e la massimizzazione del potenziale della denominazione, ha aggiunto, con la rielezione di Armani che ratificava una traiettoria di crescita focalizzata sulla continuità, per massimizzare il potenziale di un prodotto e di una regione che ha ancora molto da dire ai consumatori di tutto il mondo.
Il Consorzio ha dichiarato che sospenderà la creazione di nuovi vigneti nell'area che si estende in tutta la Provincia di Trento, Friuli Venezia Giulia e Veneto, con effetto dal 1° agosto 2019.
La mossa fa parte di un progetto avviato dal Consorzio nel 2017 con l'obiettivo di migliorare e garantire la qualità di tutto il Pinot Grigio del Triveneto, monitorando costantemente le figure e le tendenze della denominazione e adattandosi a tutti i possibili sviluppi del mercato.
Ormai vicina alla sua terza vendemmia con un potenziale produttivo di circa 1,6 milioni di ettolitri. L’area della DOC delle Venezie oggi conta una superficie vitata di 26 mila ettari, destinata ad arrivare a 30 mila ettari considerando i vigneti già impiantati e prossimi ad entrare in produzione e, pertanto, esclusi dal blocco.
“La richiesta di sospendere per il prossimo triennio nuove rivendiche di impianti a Pinot grigio delle Venezie– ha dichiarato Albino Armani, presidente del Consorzio – nasce dall'esigenza di governare una crescita della denominazione che ha registrato tra i più alti tassi di sviluppo viticolo del nostro paese negli ultimi anni. Insieme alla filiera abbiamo voluto attivare un processo virtuoso che, affiancando le iniziative di informazione e promozione a sostegno della valorizzazione della denominazione, ha lo scopo di gestire la crescita dell’offerta in relazione all'evolversi della domanda mondiale di Pinot grigio che trova la sua zona di vocazione nel Triveneto. Misura di governo utile per gestire la contingenza, lo voglio sottolineare, – chiarisce Albino Armani - rimane per noi un elemento tattico, perché il nostro impegno strategico è orientato su altre direzioni tese a costruire dinamiche strutturali di valore del prodotto”.
“E’ stato necessario attivare questa misura per favorire l'equilibrio di mercato del Pinot grigio - ha commentato il vicepresidente del Consorzio e Presidente de La Marca, Valerio Cescon - visto che negli ultimi 5 anni, le superfici del vitigno sono aumentate del 60% e, al 31 luglio 2018 nell’intero areale della DOC delle Venezie, risultano in coltivazione: in Trentino, 2.800 ettari, in Friuli Venezia Giulia, 7.816 ettari e, in Veneto 15.194 ettari, per ben 25.810 ettari totali. Una concentrazione di questo particolare vitigno unica a livello mondiale e che riveste un’importanza significativa per il nostro territorio: basti pensare che per dimensione totale il Pinot grigio è la prima varietà in Trentino e Friuli e solo seconda in Veneto dopo la Glera”.
“Un patrimonio importante che dobbiamo governare in relazione alle dinamiche di evoluzione della domanda al fine di posizionarlo adeguatamente nel medio lungo termine – ha sottolineato Goffredo Pasolli, vicepresidente del Consorzio e Direttore tecnico dell’azienda vinicola Lechthaler – condividendo le strategie di sviluppo con le altre 20 denominazioni che coesistono nel medesimo territorio e hanno il Pinot grigio nel disciplinare: un’offerta variegata e al tempo stesso complessa che va dal Trentino DOC nell’area più settentrionale fino a interessare il Collio e i Colli orientali ai confini con la Slovenia. Sistema produttivo articolato che per la campagna di commercializzazione 2019 prevede di immettere sul mercato di circa 260 – 270 milioni di bottiglie di Pinot grigio con le varie denominazioni del Triveneto”.
Nel marzo di quest'anno, il Consorzio ha iniziato la "seconda era dello stile italiano Pinot Grigio" con l'installazione del suo primo consiglio eletto, guidato dal rieletto presidente Albino Armani. All'epoca affermava che un obiettivo chiave per il futuro era il completamento del processo di approvazione DOC a livello europeo e il miglioramento degli strumenti di controllo e gestione del potenziale di produzione. Altre priorità includevano lo sviluppo di attività promozionali e la massimizzazione del potenziale della denominazione, ha aggiunto, con la rielezione di Armani che ratificava una traiettoria di crescita focalizzata sulla continuità, per massimizzare il potenziale di un prodotto e di una regione che ha ancora molto da dire ai consumatori di tutto il mondo.
Commenti
Posta un commento