Passa ai contenuti principali

Vino e tutela, Etichetta intelligente: al via il progetto di ricerca per i vini Igt veneti di alta qualità

Università di Verona e Vignaioli veneti presentano il progetto di ricerca “Etichetta intelligente per i vini Igt veneti di alta qualità”. Finanziato dalla Regione Veneto sarà realizzato nell’ambito del programma di Sviluppo rurale 2014-2020.







La ricerca è prodotta in sinergia tra i dipartimenti di Economia aziendale e di Informatica dell’Università di Verona e Vignaioli Veneti, la cooperativa di produttori di vini veneti di alta qualità. Centrale il ruolo dei partner coinvolti nel progetto di durata triennale: Ottella di Francesco e Michele Monstresor, la Società agricola Ca’ Rugate di Tessarin Michele e Amedeo, l’Azienda agricola Gorgo di Bricolo Roberta, Piona Franco e Luciano Cavalchina, l’Azienda agricola Villa Medici di Caprara Luigi e la società Studio 3A srl. Il progetto è stato presentato lo scorso 27 giugno al polo Santa Marta da Diego Begalli, docente di Economia ed estimo rurale, Roberto Giacobazzi, docente di Informatica, e Michele Montresor.

Dopo l’incontro tra scienziati e vitivinicoli, è emersa chiara la necessità di identificare uno strumento a garanzia del rapporto di fiducia tra azienda e cliente a tutela dei vini Igt veneti di alta qualità. Da qui l’idea di associare, in modo univoco, il codice QR e l’etichetta della bottiglia di vino.

Obiettivo della ricerca è infatti dare accesso, in questo modo, a un sistema informativo su cui veicolare il brand aziendale, per migliorare la visibilità dei vini, in particolare quelli Igt di alta qualità, riducendo in questo modo il gap di posizionamento di mercato rispetto ai Doc.

Oltre a questo, il codice QR fornisce informazioni per il consumatore finale sula qualità intrinseca del vino, sull'identità territoriale e i metodi di produzione, proteggendolo nel contempo dal rischio di contraffazione.

Commenti

Post popolari in questo blog

"La prima notte di quiete" di Valerio Zurlini e la Madonna del parto

Uno dei capolavori più ammirati di Piero della Francesca attraverso gli occhi di un maestro della "settima arte". "Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu sei colei che l'umana natura nobilitasti, sì che il suo fattore, non disdegnò di farsi sua fattura" Nella piccola chiesa di Santa Maria a Momentana, isolata in mezzo al verde delle pendici collinari di Monterchi, Piero della Francesca dipinse in soli sette giorni uno dei suoi più noti e ammirati capolavori che oggi richiama nella Val Tiberina visitatori da tutto il mondo. La datazione esatta dell`opera è incerta, oscillando, a seconda delle teorie, dal 1450 a oltre il 1475. Non sono chiare le motivazioni della committenza né della scelta del soggetto, tema piuttosto frequente nell’iconografia spagnola, ma del tutto insolito in quella italiana. L’affresco rappresenta la Vergine incinta, in piedi al centro di una preziosa tenda ...

È del poeta il fin la meraviglia, Gianbattista Marino: l'Adone manifesto poetico del barocco italiano

Gianbattista Marino è una delle figure più emblematiche della letteratura barocca italiana, e il suo poema L'Adone è considerato un vero e proprio "manifesto poetico del Barocco", non solo in Italia ma in tutta Europa. Ecco un'analisi del suo ruolo e delle caratteristiche che lo rendono un'opera fondamentale per il periodo. Marino fu un poeta innovativo, tra i massimi esponenti della poesia barocca, noto per il suo stile elaborato, ricco di metafore, giochi di parole e virtuosismi linguistici. La sua poetica si distacca dalla tradizione classica e rinascimentale, abbracciando invece i principi del Barocco: l'arte come meraviglia, l'ostentazione della tecnica e la ricerca del sorprendente. Marino visse in un'epoca di grandi cambiamenti culturali e sociali, e la sua opera riflette questa complessità. L'Adone è un poema epico-mitologico in 20 canti, composto da oltre 40.000 versi. Narra la storia d'amore tra Venere e Adone, tratta dalla mitologia ...

Musica Sacra, successo e sviluppo della Messa Parodia Rinascimentale

Nel Rinascimento la Messa Parodia è stata una delle tecniche di composizione più utilizzate. Nota anche come messa imitativa, la messa parodia utilizza come canto fermo, o introduce nella sua musica in maniera più elaborata, un mottetto conosciuto, assumendone anche il nome. Una breve analisi di messa parodia di due dei più famosi compositori rinascimentali: Palestrina e De Victoria in programma nel concerto del Coro Johannes Ockeghem, nell'ambito della Rassegna  Concerti alla Pace. Una delle tecniche di composizione più utilizzate nel XVI secolo è stata la cosiddetta Messa Parodia. Tale scelta compositiva significava, in generale, avvalersi di materiale musicale preesistente per ricostruire un nuovo componimento.  Tutto ciò - oggi - sarebbe definito "plagio", ma all'epoca tale prospettiva estetica e giudizio etico non albergava tra i musicisti, in modo tale che tanta musica diventava materia da rivisitare come, ad esempio, la trascrizione di modelli vocali per strum...