Un ritratto del padre del cinema surrealista, Luis Buñuel. È il documentario “Discovering Buñuel”, in onda stasera alle 21.15 su Rai5, che ripercorre la carriera di questo regista dissacrante e controverso.
Luis Buñuel, il cineasta spagnolo che con il suo linguaggio filmico irriverente e trasgressivo, perennemente volto a dissacrare lo stile di vita borghese, fu sempre inviso ai benpensanti e che ha sempre rivendicato la soggettività e la parzialità del suo sguardo sul mondo, escludendo dalle sue opere cinematografiche ogni pretesa all’universalità.
Luis Buñuel, il cineasta spagnolo che con il suo linguaggio filmico irriverente e trasgressivo, perennemente volto a dissacrare lo stile di vita borghese, fu sempre inviso ai benpensanti e che ha sempre rivendicato la soggettività e la parzialità del suo sguardo sul mondo, escludendo dalle sue opere cinematografiche ogni pretesa all’universalità.
Spagnolo di nascita, francese di adozione e rivoluzionario per vocazione. Gli studi universitari a Madrid, l’esilio volontario a Parigi, durante il quale la sua passione per il cinema prenderà corpo nei primi esperimenti concreti, l’incontro decisivo con Salvator Dalì e l’adesione al movimento surrealista costituiscono alcune delle tappe fondamentali del suo percorso esistenziale e artistico.
Il documentario parte dagli esordi nel 1929 con "Un chien andalou", realizzato lavorando a stretto contatto con Salvador Dalí, passa per "L'Age d'Or" concepito come attacco alle istituzioni borghesi, e arriva al suo riconoscimento universale come regista. Buñuel vinse numerosi premi, anche come miglior regista a Cannes, e lavorò con alcune tra le star più importanti del periodo, come Jeanne Moreau e Catherine Deneuve.
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