Vino e clima, gestione del vigneto: la tecnica della forzatura per ritardare la maturazione dell'uva
In Spagna presso l'ICVV, Istituto di Scienze della vigna e del vino, è stata messa a punto una nuova tecnica per ritardare la maturazione dell'uva di oltre due mesi. Una scoperta interessante nella lotta contro il riscaldamento globale.
Lo studio a cura dei F. Martinez de Toda, J. García e P. Balda dell'ICVV (Università di La Rioja, CSIC, Governo di La Rioja), Logroño, Spagna, ha permesso di ottenere risultati preliminari incoraggianti sulla forzatura della ricrescita della vite per ritardare la maturazione in un periodo più fresco. La nuova tecnica proposta si basa sul forzare un nuovo sviluppo della vite dai germogli appena formati.
Lo studio a cura dei F. Martinez de Toda, J. García e P. Balda dell'ICVV (Università di La Rioja, CSIC, Governo di La Rioja), Logroño, Spagna, ha permesso di ottenere risultati preliminari incoraggianti sulla forzatura della ricrescita della vite per ritardare la maturazione in un periodo più fresco. La nuova tecnica proposta si basa sul forzare un nuovo sviluppo della vite dai germogli appena formati.
Sappiamo che il più importante effetto correlato al cambiamento climatico sulle uve da vino è l'anticipo del periodo di raccolto. L'aumento della temperatura durante l'intera stagione di crescita e, di conseguenza, le condizioni più calde durante la maturazione, portano alla produzione di vini sbilanciati con alti livelli di alcol, bassa acidità, aroma varietale modificato e mancanza di colore.
Una delle strategie per mitigare questi effetti spiacevoli consiste nel ritardare la maturazione delle uve in modo di arrivare alla raccolta in condizioni più fredde. Il presente studio ha previsto l'utilizzo della tecnica della forzatura, che consiste appunto nel forzare la ricrescita della vite, in grado di ritardare la maturazione dell'uva di ben oltre due mesi.
Forzare la ricrescita della vite per ritardare la maturazione
La nuova tecnica proposta dall'Istituto di scienze della vite e del vino (ICVV) consiste nel tagliare i germogli verdi in crescita verso il mese di giugno tra il secondo e il terzo nodo in diversi stadi fenologici (dallo stato G allo stato K, secondo il sistema Baillod e Baggiolini, 1993); anche le foglie e i germogli laterali del primo e del secondo nodo vengono rimossi in modo di forzare lo sviluppo di nuovi germogli. A seconda dello stadio fenologico delle viti durante il trattamento di forzatura, la maturazione del frutto è stata spostata da un mese a più di due mesi, cioè questa pratica è stata efficace per spostare il tempo di raccolta dal caldo di agosto al fresco dei mesi di ottobre e novembre.
Il primo lavoro sviluppato in Spagna con questa pratica è stato avviato dall'ICVV nel 2015, con l'obiettivo di studiare attraverso la tecnica della forzatura il momento ottimale del trattamento, considerando lo sviluppo della vite e il ritardo nella maturazione dell'uva.
Le viti forzate producono bacche più piccole con maggiore acidità e maggior concentrazione di antociani, rispetto alle viti non forzate. Questo trattamento è una tecnica efficace per ripristinare il rapporto tra antocianina e zuccheri che risulta disaccoppiato a causa del riscaldamento climatico.
Attualmente esistono due tecniche di gestione della vegetazione del vigneto, come la potatura tardiva e la potatura severa delle viti, con la quale è possibile ritardare la maturazione dell'uva intorno ai quindici/venti giorni. Combinando entrambe le tecniche, la maturazione può essere ritardata di circa un mese. In aree estremamente calde, come quelle situate nelle regioni IV e V di Winkler, un indice che ha consentito di classificare le regioni viticole del mondo in funzione della somma delle temperature ottimali per lo sviluppo della vite e per la maturazione delle uve, queste tecniche sono insufficienti per ritardare la maturazione delle uve e quindi posticipare il raccolto di almeno due o tre mesi nelle regioni vinicole con temperature estremamente elevate.
Una delle strategie per mitigare questi effetti spiacevoli consiste nel ritardare la maturazione delle uve in modo di arrivare alla raccolta in condizioni più fredde. Il presente studio ha previsto l'utilizzo della tecnica della forzatura, che consiste appunto nel forzare la ricrescita della vite, in grado di ritardare la maturazione dell'uva di ben oltre due mesi.
Forzare la ricrescita della vite per ritardare la maturazione
La nuova tecnica proposta dall'Istituto di scienze della vite e del vino (ICVV) consiste nel tagliare i germogli verdi in crescita verso il mese di giugno tra il secondo e il terzo nodo in diversi stadi fenologici (dallo stato G allo stato K, secondo il sistema Baillod e Baggiolini, 1993); anche le foglie e i germogli laterali del primo e del secondo nodo vengono rimossi in modo di forzare lo sviluppo di nuovi germogli. A seconda dello stadio fenologico delle viti durante il trattamento di forzatura, la maturazione del frutto è stata spostata da un mese a più di due mesi, cioè questa pratica è stata efficace per spostare il tempo di raccolta dal caldo di agosto al fresco dei mesi di ottobre e novembre.
Il primo lavoro sviluppato in Spagna con questa pratica è stato avviato dall'ICVV nel 2015, con l'obiettivo di studiare attraverso la tecnica della forzatura il momento ottimale del trattamento, considerando lo sviluppo della vite e il ritardo nella maturazione dell'uva.
Le viti forzate producono bacche più piccole con maggiore acidità e maggior concentrazione di antociani, rispetto alle viti non forzate. Questo trattamento è una tecnica efficace per ripristinare il rapporto tra antocianina e zuccheri che risulta disaccoppiato a causa del riscaldamento climatico.
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