Passa ai contenuti principali

Vino e ricerca, Gestione della chioma: intervalli e soglie ottimali di radiazione solare per favorire la biosintesi dei flavonoidi nell'uva

Uno studio del Dipartimento di Viticoltura ed Enologia, Università della California, Davis, ha valutato come una efficiente gestione della chioma influisce sul profilo flavonoide dell'uva nei climi caldi. La ricerca pubblicata su Frontiers In Plant Science.







La gestione della chioma è un'attività fondamentale in vitivinicoltura che influisce in maniera mirata, a seconda del clima, sulla tipologia di vino che si vuole ottenere. Il termine è relativamente recente e fa riferimento al complesso delle operazioni meccaniche che si effettuano sulla vegetazione del vigneto. Nella corretta cura agronomica della coltura questa tecnica costituisce un punto focale che interessa non solo l’equilibrio vegeto-produttivo della pianta ma anche altre funzioni importanti quali ad esempio le caratteristiche di cattura dell’energia solare.

Con il presente studio il team di ricerca guidato dal Prof. Nazareth Torres del Dipartimento di Viticoltura ed Enologia, Università della California, Davis, ha identificato gli intervalli e soglie ottimali di esposizione alle radiazioni solari dell'uva per la sovraregolazione della biosintesi flavonoide attraverso pratiche di gestione della chioma come la rimozione fogliare, il diradamento dei germogli e una combinazione di questi su varietà Cabernet Sauvignon e Petit Verdot.

La composizione della bacca dipende da un complesso equilibrio tra composti derivati ​​dal metabolismo primario e secondario. Tra i metaboliti secondari, i flavonoidi (cioè antociani e flavonoli) svolgono un ruolo importante nella qualità e nelle proprietà antiossidanti dell'uva e sono molto sensibili a fattori ambientali come il grado di esposizione solare. I Flavonoidi sono i principali antiossidanti sintetizzati dalle piante ed appartengono all'ampia classe dei Polifenoli, composti di primaria importanza per il produttore, in quanto è la qualità dell'uva a determinare i potenziali aromatici e fenolici che le tecniche di vinificazione devono poter esprimere al meglio in base al vino che vuole produrre.

L'effetto dell’esposizione dei grappoli alla luce solare, favorisce la concentrazione negli acini di composti, le metossipirazine, strettamente legati agli aromi chiave e la tipicità propri di un determinato vitigno.Tra queste, nello specifico, la 3-isobutil-2-metossipirazina (IBMP) è considerata la più rilevante nello sviluppo di descrittori quali l'aroma erbaceo del Cabernet Sauvignon.

In tal senso il team di ricerca ha eseguito tre esperimenti condotti su un vigneto sperimentale situato a Oakville in California.  I primi due sono serviti a valutare i cambiamenti nel contenuto di flavonoidi dell'uva attraverso quattro gradi di esposizione solare. Il terzo invece focalizzato su diversi trattamenti relativi alla gestione della chioma, tra cui la rimozione fogliare, il diradamento dei germogli ed una combinazione di questi. Una parte di vigneto non è stata trattata per il controllo. Durante la maturazione della bacca, sono stati monitorati i profili di flavonoidi, contenuto di 3-isobutil 2-metossipirazina e Kaempferolo, un flavonolo naturale con proprietà antiossidanti.

In linea generale si è notato che il solo aumento della porosità della chioma non favorisce la biosintesi dei flavonoidi. Un solo aumento dell'esposizione alle radiazioni solari determina una diminuzione di antociani. I soli trattamenti di diradamento fogliare (rimozione di 5-6 foglie basali), diradamento dei germogli (24 germogli per vite) e loro combinazione, hanno accelerato la maturità dei frutti ma non è stato osservato un chiaro miglioramento dei composti flavonoidi. I risultati hanno portato quindi all'identificazione di un protocollo ottimale costituito dalla gestione delle diverse pratiche da adottare su vigneti allevati in climi caldi relativamente alle varietà Cabernet Sauvignon e Petit Verdot.

Volevo far notare che la ricerca sul tema "gestione della chioma" in California è molto attiva. Bisogna ricordare che il primo convegno scientifico su questa pratica fu organizzato nel 1986 da il Dr. Mark Kliewer. In quel periodo la viticoltura era in pratica una monocoltura che utilizzava un unico tipo di forma dall’allevamento, densità d’impianto e orientamento dei filari. Il convegno mise in luce che la principale preoccupazione era la gestione dell’eccesso di vigore ed i problemi microclimatici, produttivi e di qualità finale delle uve ad esso correlati. Tra le nuove pratiche di gestione del vigneto fu messa in evidenza l’importanza di un corretto impiego della risorsa idrica, come anche, appunto, le pratiche di gestione della chioma riguardanti in particolare l’equilibrio vegeto-produttivo, che all'epoca non erano ancora comprese appieno.

Le ricerche presentate al convegno fornirono nuove e stimolanti conoscenze sulla regolazione fisiologica esercitata da radiazione e temperatura sullo sviluppo e la composizione della bacca e indicarono come il portainnesto e pratiche colturali come irrigazione, applicazione di fito-regolatori di crescita e defogliazione potessero influire molto pesantemente sullo sviluppo della chioma e sul microclima della fascia produttiva. Insomma l’incontro fu un evento rivoluzionario che stimolò una decade di ricerca accademica e una rapida innovazione industriale nei sistemi di gestione della chioma e permise una rapida incorporazione di nuovi concetti riguardanti i sistemi d’allevamento e la progettazione dei vigneti. In un certo senso il simposio tenuto negli anni '80 rappresenta la nascita della viticoltura moderna in California.


Optimal Ranges and Thresholds of Grape Berry Solar Radiation for Flavonoid Biosynthesis in Warm Climates

Commenti

Post popolari in questo blog

"La prima notte di quiete" di Valerio Zurlini e la Madonna del parto

Uno dei capolavori più ammirati di Piero della Francesca attraverso gli occhi di un maestro della "settima arte" "Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu sei colei che l'umana natura nobilitasti, sì che il suo fattore, non disdegnò di farsi sua fattura" Nella piccola chiesa di Santa Maria a Momentana, isolata in mezzo al verde delle pendici collinari di Monterchi, Piero della Francesca dipinse in soli sette giorni uno dei suoi più noti e ammirati capolavori che oggi richiama nella Val Tiberina visitatori da tutto il mondo. La datazione esatta dell`opera è incerta, oscillando, a seconda delle teorie, dal 1450 a oltre il 1475. Non sono chiare le motivazioni della committenza né della scelta del soggetto, tema piuttosto frequente nell’iconografia spagnola, ma del tutto insolito in quella italiana. L’affresco rappresenta infatti la Vergine incinta, raffigurata in piedi al centro

Musica e psicologia, cambia la percezione di consonanza e dissonanza: uno studio smentisce l'universalità del concetto di armonia di Pitagora

I risultati di una ricerca dell'Università di Cambridge, smentiscono l'universalità del concetto di armonia di Pitagora. Nascono apprezzamenti istintivi verso nuovi tipi di armonia. Lo studio pubblicato su Nature Communications. Un team di ricerca dell’Università di Cambridge, Princeton e del Max Planck Institute for Empirical Aesthetics, ha scoperto che nei normali contesti di ascolto, in realtà non preferiamo che gli accordi siano perfettamente all'interno dei rapporti matematici professati da Pitagora.  Il tono e l’accordatura degli strumenti musicali hanno il potere di manipolare la nostra percezione dell'armonia. I risultati dello studio ribaltano gli assunti di secoli di teoria musicale occidentale e incoraggiano una maggiore sperimentazione con strumenti provenienti da culture diverse. Secondo il filosofo greco Pitagora, la "consonanza" - una combinazione di note dal suono piacevole - è prodotta da relazioni speciali tra numeri semplici come 3 e 4. Rece

Libri. La tecnica del contrappunto vocale nel Cinquecento. Un trattato fondamentale per giovani compositori

Scritto da Renato Dionisi e Bruno Zanolini per la Suvini Zerboni, La tecnica del contrappunto vocale nel Cinquecento è ancora oggi un testo di riferimento per quanti vogliano intraprendere gli studi di composizione offrendo all'allievo una base per potersi appropriare di un solido artigianato che gli consenta di "piegar la nota al voler dell'idea". Quello scritto da Renato Dionisi e Bruno Zanolini che fu suo allievo, costituisce un'ottima guida sullo studio del contrappunto e per la formazione del giovane compositore che ancora non ha individuato una personale cifra stilistica. La scrittura corale era per Dionisi, allievo di Celestino Eccher, maestro di formazione romana, la base di ogni possibile apprendistato in virtù del rigore che la scrittura corale impone e del relativamente più facile controllo che se ne può avere.  In Italia, e non solo in Italia, gli studi di composizione si svolgono ancora secondo un percorso obbligato, che parte dall'armonia, proseg