Passa ai contenuti principali

Uomini e vino, ci lascia Giancarlo Scalabrelli, il mondo della ricerca saluta uno dei protagonisti della vitivinicoltura italiana

Ci lascia Giancarlo Scalabrelli, il mondo della ricerca saluta uno dei protagonisti della vitivinicoltura italiana. Era da tempo ammalato di SLA. Tra i suoi lavori la valorizzazione dei vitigni autoctoni italiani.







Si è spento oggi all'età di 71 anni il Prof. Giancarlo Scalabrelli. Era nato a Orbetello in provincia di Grosseto. Laureato con lode in Agraria nel 1973, consegue poi il Diploma di Perfezionamento presso la Scuola Superiore Sant’Anna. Professore Ordinario di Viticoltura presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali dell’Università di Pisa, ha presieduto per molti anni il Corso di studio in Viticoltura ed Enologia, portando alla laurea e avviato all'attività professionale centinaia di allievi cui ha dedicato tutta la sua passione e da cui ha ricevuto sempre riscontri di stima e apprezzamento.

Ha lottato fino all'ultimo con una grave malattia, senza mai arrendersi, una lotta quotidiana per riuscire a mantenersi in comunicazione con la famiglia, gli amici e con il suo mondo scientifico a cui ha dedicato un'intera vita. Alcuni anni fa gli studenti dell'Università di Pisa lo hanno incontrato. Il grande viaggio. La sua storia. Ad iniziare dall'entusiasmo con cui ha dedicato la sua vita, per oltre trenta anni, all'insegnamento universitario, portando alla Laurea centinaia di giovani, scrivendo centinaia di lavori scientifici e trattati, raccolte di poesie e profetici romanzi sul futuro dell’Umanità. Poi di colpo la perdita progressiva e veloce di ogni possibilità di muoversi, di farsi capire, di far conoscere agli altri quanta ricchezza c’è ancora di sentimenti e pensieri. Una storia di chi vuole resistere, di chi cerca con tutti i mezzi di rompere questo muro di incomunicabilità.

La sua carriera è disseminata di lavori e ricerche in ambito vitivinicolo, ma anche in altri numerosi settori come quello dell'arboricoltura, come testimoniano le numerose pubblicazioni e testi scientifici. Ma principalmente si è dedicato alla valorizzazione dei vitigni autoctoni italiani, partecipando anche a progetti di ricerca internazionali. Coordinatore di progetti di ricerca sulla vite e sul germoplasma, Co-proponente di “Un database viticolo Universale” Accademico ordinario della Vite e del Vino, dell’ISHS, dell’Accademia Internazionale di Analisi sensoriale. Nel 2016 ha proposto un network vitivinicolo in collaborazione con ex-studenti del cds Viticoltura ed enologia, con cui manteneva significative relazioni. È stato inoltre per molti anni corista tenore del Coro dell'Università di Pisa.

Autore di oltre 200 lavori a stampa e di capitoli di libri, tra cui "L'Aleatico dai mille profumi", Debatte editore, 2012, "Agresto un condimento ritrovato", Effigi 2015, "Attuali e futuri enologi", ha coniugato l'intensa attività di ricercatore e docente all'impegno come scrittore. Dal 2010 corrispondente del mensile "Nuovo Corriere dell'Amiata", nel 2008 pubblica il romanzo "Viaggio nella Toscana del 2050", Editore Edimond, e nel 2014 l'Editore Aletti ha inserito in "Zephyrus" una silloge di sue poesie. Nel 2016 ha pubblicato con l'Editore Giovane Holden il romanzo "Corri, Carlo, corri!".

Ho avuto la fortuna ed il piacere di conoscerlo personalmente anni fa nell'ambito di Vulcania, una manifestazione che è nata con l'intento di diffondere la cultura e la valorizzazione del vino da vitigni su suolo vulcanico. In quell'occasione Giancarlo Scalabrelli ha sapientemente elencato una lista dei vitigni antichi su suolo tufaceo e della loro riscoperta attraverso l'analisi del loro patrimonio genetico che con la passione che lo contraddistingueva stava cercando di riportare alla luce, anche con l’aiuto di nuove metodologie di ricerca e studio, animato dalla volontà di riqualificarne l'identità territoriale.

Un caro saluto professore!

Commenti

Post popolari in questo blog

Musica e psicologia, cambia la percezione di consonanza e dissonanza: uno studio smentisce l'universalità del concetto di armonia di Pitagora

I risultati di una ricerca dell'Università di Cambridge, smentiscono l'universalità del concetto di armonia di Pitagora. Nascono apprezzamenti istintivi verso nuovi tipi di armonia. Lo studio pubblicato su Nature Communications. Un team di ricerca dell’Università di Cambridge, Princeton e del Max Planck Institute for Empirical Aesthetics, ha scoperto che nei normali contesti di ascolto, in realtà non preferiamo che gli accordi siano perfettamente all'interno dei rapporti matematici professati da Pitagora.  Il tono e l’accordatura degli strumenti musicali hanno il potere di manipolare la nostra percezione dell'armonia. I risultati dello studio ribaltano gli assunti di secoli di teoria musicale occidentale e incoraggiano una maggiore sperimentazione con strumenti provenienti da culture diverse. Secondo il filosofo greco Pitagora, la "consonanza" - una combinazione di note dal suono piacevole - è prodotta da relazioni speciali tra numeri semplici come 3 e 4. Rece

"La prima notte di quiete" di Valerio Zurlini e la Madonna del parto

Uno dei capolavori più ammirati di Piero della Francesca attraverso gli occhi di un maestro della "settima arte" "Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile ed alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio, tu sei colei che l'umana natura nobilitasti, sì che il suo fattore, non disdegnò di farsi sua fattura" Nella piccola chiesa di Santa Maria a Momentana, isolata in mezzo al verde delle pendici collinari di Monterchi, Piero della Francesca dipinse in soli sette giorni uno dei suoi più noti e ammirati capolavori che oggi richiama nella Val Tiberina visitatori da tutto il mondo. La datazione esatta dell`opera è incerta, oscillando, a seconda delle teorie, dal 1450 a oltre il 1475. Non sono chiare le motivazioni della committenza né della scelta del soggetto, tema piuttosto frequente nell’iconografia spagnola, ma del tutto insolito in quella italiana. L’affresco rappresenta infatti la Vergine incinta, raffigurata in piedi al centro

Libri. La tecnica del contrappunto vocale nel Cinquecento. Un trattato fondamentale per giovani compositori

Scritto da Renato Dionisi e Bruno Zanolini per la Suvini Zerboni, La tecnica del contrappunto vocale nel Cinquecento è ancora oggi un testo di riferimento per quanti vogliano intraprendere gli studi di composizione offrendo all'allievo una base per potersi appropriare di un solido artigianato che gli consenta di "piegar la nota al voler dell'idea". Quello scritto da Renato Dionisi e Bruno Zanolini che fu suo allievo, costituisce un'ottima guida sullo studio del contrappunto e per la formazione del giovane compositore che ancora non ha individuato una personale cifra stilistica. La scrittura corale era per Dionisi, allievo di Celestino Eccher, maestro di formazione romana, la base di ogni possibile apprendistato in virtù del rigore che la scrittura corale impone e del relativamente più facile controllo che se ne può avere.  In Italia, e non solo in Italia, gli studi di composizione si svolgono ancora secondo un percorso obbligato, che parte dall'armonia, proseg