Aumentare la consapevolezza e la comprensione scientifica degli impatti provocati dai cambiamenti climatici, ricercare soluzioni e opportunità nella direzione della resilienza, ridurre le emissioni di gas serra. Queste le tematiche che verranno affrontate grazie al progetto MEDCLIV che intende riunire i diversi attori della catena del valore della vite e del vino (VWVC) al fine di condividere il know-how, le idee, le soluzioni, le prospettive su questi problemi comuni.
Ha preso vita alla fine dello scorso anno MEDCLIV: “Mediterranean Climate Vine & Wine Ecosystem”. Il progetto, che coinvolge sei paesi europei, dal Portogallo a Cipro, con capofila la Fondazione Mach, risponde all’esigenza di far fronte alla problematica sempre più sentita del cambiamento delle condizioni climatiche in cui opera la filiera della produzione di uva e di vino, dal campo alla cantina, senza trascurare gli aspetti del forte legame che il vino esprime con il suo territorio, oggi messo alla prova dalle modifiche del contesto climatico proprio di ogni zona d’origine.
Il settore vitivinicolo è uno dei motori economici e culturali dei popoli Mediterranei. Nelle regioni in cui la coltivazione della vite fa parte del paesaggio agricolo e del patrimonio economico-sociale, i cambiamenti climatici possono influire pesantemente sul ciclo produttivo ed avere grandi ripercussioni sui abitanti. Occorre dunque pianificare strategie di adattamento e mitigazione.
Il progetto ha lo scopo di istituire delle piattaforme nazionali (hub), che si occupino di enucleare i problemi specifici, farli conoscere più in dettaglio, individuare le soluzioni, promuoverne la circolazione nella filiera produttiva. L’approccio sarà interdisciplinare, innovativo, e sarà impostato sull’organizzazione di “Living Labs”, laboratori “viventi” interattivi, su base nazionale o anche – come nel caso dell’Italia – sub-nazionale, dove contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi i vari attori della filiera: non solo la sezione agro-enologica, ma anche, come si è detto, la ricerca (nel consorzio la gran parte degli enti sono istituti di ricerca, universitari e non), l’amministrazione, i portatori di interesse dei consumatori del prodotto finale, o anche di utenti, se – in senso più allargato – si considera la rilevanza della viticoltura nel paesaggio e il suo indotto.
Durante i suoi tre anni di durata MEDCLIV prevede momenti di confronto in cui tutti gli interessati saranno chiamati, con ruoli diversi, a partecipare; questi eventi formativi avranno lo scopo di costituire le singoleco munità, favorendo lo scambio di conoscenza. Naturalmente anche le aziende trentine, che esprimono un modello avanzato nell’ecosistema vitivinicolo nazionale, saranno invitate a partecipare con il loro contributo conoscitivo.
Ha preso vita alla fine dello scorso anno MEDCLIV: “Mediterranean Climate Vine & Wine Ecosystem”. Il progetto, che coinvolge sei paesi europei, dal Portogallo a Cipro, con capofila la Fondazione Mach, risponde all’esigenza di far fronte alla problematica sempre più sentita del cambiamento delle condizioni climatiche in cui opera la filiera della produzione di uva e di vino, dal campo alla cantina, senza trascurare gli aspetti del forte legame che il vino esprime con il suo territorio, oggi messo alla prova dalle modifiche del contesto climatico proprio di ogni zona d’origine.
Il settore vitivinicolo è uno dei motori economici e culturali dei popoli Mediterranei. Nelle regioni in cui la coltivazione della vite fa parte del paesaggio agricolo e del patrimonio economico-sociale, i cambiamenti climatici possono influire pesantemente sul ciclo produttivo ed avere grandi ripercussioni sui abitanti. Occorre dunque pianificare strategie di adattamento e mitigazione.
Il progetto ha lo scopo di istituire delle piattaforme nazionali (hub), che si occupino di enucleare i problemi specifici, farli conoscere più in dettaglio, individuare le soluzioni, promuoverne la circolazione nella filiera produttiva. L’approccio sarà interdisciplinare, innovativo, e sarà impostato sull’organizzazione di “Living Labs”, laboratori “viventi” interattivi, su base nazionale o anche – come nel caso dell’Italia – sub-nazionale, dove contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi i vari attori della filiera: non solo la sezione agro-enologica, ma anche, come si è detto, la ricerca (nel consorzio la gran parte degli enti sono istituti di ricerca, universitari e non), l’amministrazione, i portatori di interesse dei consumatori del prodotto finale, o anche di utenti, se – in senso più allargato – si considera la rilevanza della viticoltura nel paesaggio e il suo indotto.
Durante i suoi tre anni di durata MEDCLIV prevede momenti di confronto in cui tutti gli interessati saranno chiamati, con ruoli diversi, a partecipare; questi eventi formativi avranno lo scopo di costituire le singoleco munità, favorendo lo scambio di conoscenza. Naturalmente anche le aziende trentine, che esprimono un modello avanzato nell’ecosistema vitivinicolo nazionale, saranno invitate a partecipare con il loro contributo conoscitivo.
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