Tutta la magia del Torcolato. Domenica 15 gennaio 2017 si svolgerà la 22a prima spremitura dell'uva Vespaiola appassita, destinata al prestigioso vino dolce DOC Breganze. Di scena il "Fruttaio Tour – Scopri come e dove nasce il Torcolato".
Il calendario del nuovo anno delle feste enologiche italiane si apre in provincia di Vicenza, nella città di Breganze, con la Prima del Torcolato, manifestazione pubblica nella piazza principale della città.
La Prima si svolgerà il 15 gennaio 2017, per celebrare la prima spremitura delle uve appassite dell'ultima vendemmia, destinate alla produzione del vino dolce Torcolato.
Il Torcolato di Breganze è stato apprezzato fra gli altri da Luigi Veronelli, che proprio per la pregiata specialità di Breganze coniò l'espressione di «vino dolce-non dolce». Il Torcolato è prodotto con i grappoli più belli dell'uva bianca autoctona Vespaiola, esclusiva della zona DOC Breganze.
Proprio la Vespaiola più bella, raccolta a mano durante la vendemmia, viene posta ad appassire durante i mesi freddi nei locali delle cantine più asciutti ed arieggiati, i fruttai. Per quattro lunghi mesi, che ai piedi delle Prealpi vicentine sono caratterizzati da un clima fresco e asciutto, i vignaioli si dedicano all'asciugatura delle uve, ricorrendo al sistema "abbaino-finestra": quando il tempo è umido, la frutta è protetta al chiuso del fruttaio; quando il cielo si apre, regalando orizzonti che spaziano fino a Venezia, si spalancano anche finestre ed abbaini, in modo da permettere all'aria tiepida ed umida di uscire e di far entrare quella fredda e secca.
La sapiente lavorazione tradizionale risale all'epoca della Serenissima Repubblica di Venezia, quando la «Dominante», avendo perduto il predominio sulle isole dell'arcipelago greco, dovette rivolgersi all'entroterra veneto per sostituire il perduto Malvasia sulle tavole della nobiltà cittadina. A Breganze trovarono un vino dolce meraviglioso, il Torcolato, che regala profumi floreali di incredibile freschezza e sprigiona in bocca, con tutta la sua dolcezza note che vanno - a seconda delle cantine e delle annate - dall'albicocca secca alla scorza di mandarino, dalla mela cotta al dattero, lasciando ad altri vini passiti ogni sentore ossidato.
Per celebrare il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata di questo opulento ma mai stucchevole vino bianco dolce, orgoglio e vanto dell'enologia italiana nel mondo, da ventidue anni i suoi produttori gli dedicano una festa di piazza che coinvolge migliaia di persone in una suggestiva e giocosa liturgia: la terza domenica di gennaio, tutti i vignaioli del Torcolato si ritrovano al cospetto di un antico torchio a vite, ristrutturato e messo a norma, già appartenuto al nonno di uno di loro. Ognuno porta un po' delle uve appassite, frutto della propria vendemmia, e le mette nel torchio con tutte le altre. In un crescendo spettacolare di emozioni e rievocazioni (balli di contrada, antichi mestieri), il torchio comincia a spremere la Vespaiola appassita, per ricavare il mosto del nuovo Torcolato, che viene poi centellinato tra i partecipanti alla festa.
Tutto il paese è coinvolto: il parroco apre l'alta torre del campanile di Breganze, seconda solo a quella di S. Marco a Venezia, per una visita guidata a piccoli gruppi e un "brindisi in quota", fra le imponenti campane, con il Torcolato. La Magnifica Fraglia del Torcolato riempie ogni spazio con le sgargianti tuniche color verde brillante, come le foglie della vite, e giallo oro, come il Torcolato. Il mercatino dei prodotti alimentari tipici e del Torcolato di tutti i produttori assicura la possibilità di degustare specialità quasi introvabili.
Ma soprattutto le cantine produttrici di Torcolato tengono le porte aperte, al mattino e dopo il tramonto, per ospitare il pubblico offrendo degustazioni e visite guidate nell'ambito del cosiddetto "Fruttaio Tour – Scopri come e dove nasce il Torcolato".
Il nostro Paese vanta una tradizione enologica seconda a nessuno ed il Torcolato ne è un esempio: dedicargli la prima manifestazione enologica del calendario civile, che richiama ogni anno un pubblico numeroso di famiglie ed intenditori a dispetto dell'inverno, testimonia tutta la vitalità di questa tradizione inimitabile.
Il calendario del nuovo anno delle feste enologiche italiane si apre in provincia di Vicenza, nella città di Breganze, con la Prima del Torcolato, manifestazione pubblica nella piazza principale della città.
La Prima si svolgerà il 15 gennaio 2017, per celebrare la prima spremitura delle uve appassite dell'ultima vendemmia, destinate alla produzione del vino dolce Torcolato.
Il Torcolato di Breganze è stato apprezzato fra gli altri da Luigi Veronelli, che proprio per la pregiata specialità di Breganze coniò l'espressione di «vino dolce-non dolce». Il Torcolato è prodotto con i grappoli più belli dell'uva bianca autoctona Vespaiola, esclusiva della zona DOC Breganze.
Proprio la Vespaiola più bella, raccolta a mano durante la vendemmia, viene posta ad appassire durante i mesi freddi nei locali delle cantine più asciutti ed arieggiati, i fruttai. Per quattro lunghi mesi, che ai piedi delle Prealpi vicentine sono caratterizzati da un clima fresco e asciutto, i vignaioli si dedicano all'asciugatura delle uve, ricorrendo al sistema "abbaino-finestra": quando il tempo è umido, la frutta è protetta al chiuso del fruttaio; quando il cielo si apre, regalando orizzonti che spaziano fino a Venezia, si spalancano anche finestre ed abbaini, in modo da permettere all'aria tiepida ed umida di uscire e di far entrare quella fredda e secca.
La sapiente lavorazione tradizionale risale all'epoca della Serenissima Repubblica di Venezia, quando la «Dominante», avendo perduto il predominio sulle isole dell'arcipelago greco, dovette rivolgersi all'entroterra veneto per sostituire il perduto Malvasia sulle tavole della nobiltà cittadina. A Breganze trovarono un vino dolce meraviglioso, il Torcolato, che regala profumi floreali di incredibile freschezza e sprigiona in bocca, con tutta la sua dolcezza note che vanno - a seconda delle cantine e delle annate - dall'albicocca secca alla scorza di mandarino, dalla mela cotta al dattero, lasciando ad altri vini passiti ogni sentore ossidato.
Per celebrare il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata di questo opulento ma mai stucchevole vino bianco dolce, orgoglio e vanto dell'enologia italiana nel mondo, da ventidue anni i suoi produttori gli dedicano una festa di piazza che coinvolge migliaia di persone in una suggestiva e giocosa liturgia: la terza domenica di gennaio, tutti i vignaioli del Torcolato si ritrovano al cospetto di un antico torchio a vite, ristrutturato e messo a norma, già appartenuto al nonno di uno di loro. Ognuno porta un po' delle uve appassite, frutto della propria vendemmia, e le mette nel torchio con tutte le altre. In un crescendo spettacolare di emozioni e rievocazioni (balli di contrada, antichi mestieri), il torchio comincia a spremere la Vespaiola appassita, per ricavare il mosto del nuovo Torcolato, che viene poi centellinato tra i partecipanti alla festa.
Tutto il paese è coinvolto: il parroco apre l'alta torre del campanile di Breganze, seconda solo a quella di S. Marco a Venezia, per una visita guidata a piccoli gruppi e un "brindisi in quota", fra le imponenti campane, con il Torcolato. La Magnifica Fraglia del Torcolato riempie ogni spazio con le sgargianti tuniche color verde brillante, come le foglie della vite, e giallo oro, come il Torcolato. Il mercatino dei prodotti alimentari tipici e del Torcolato di tutti i produttori assicura la possibilità di degustare specialità quasi introvabili.
Ma soprattutto le cantine produttrici di Torcolato tengono le porte aperte, al mattino e dopo il tramonto, per ospitare il pubblico offrendo degustazioni e visite guidate nell'ambito del cosiddetto "Fruttaio Tour – Scopri come e dove nasce il Torcolato".
Il nostro Paese vanta una tradizione enologica seconda a nessuno ed il Torcolato ne è un esempio: dedicargli la prima manifestazione enologica del calendario civile, che richiama ogni anno un pubblico numeroso di famiglie ed intenditori a dispetto dell'inverno, testimonia tutta la vitalità di questa tradizione inimitabile.
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