Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene nella Lista dei Patrimoni Mondiali dell'Unesco
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha reso noto che il Ministro Maurizio Martina ha firmato il dossier di candidatura nella Lista dei Patrimoni Mondiali dell'UNESCO del sito veneto "Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene"
A comporre la bellezza di questo territorio irripetibile sono l’unicità morfologica delle colline a schiena d’asino, l’elevata biodiversità e la dimensione “culturale” del paesaggio, testimoniata da una ricca documentazione pittorica che risale al tardo ‘400 con il pittore Cima da Conegliano. Quello del Prosecco è un territorio di uno straordinario valore storico, culturale e paesaggistico che è stato in grado di esprimere un produzione che ha saputo conquistare apprezzamenti su scala mondiale.
Un traguardo importante raggiunto anche grazie al CREA, il più importante ente di ricerca italiano nell’agroalimentare, che ha contribuito con il suo centro di Viticoltura ed Enologia di Conegliano (Treviso).
“Il fatto rilevante – ha spiegato Diego Tomasi, il Direttore del centro di Conegliano tra gli autori del dossier tecnico – che una realtà paesaggistica come quella delle colline di Conegliano e Valdobbiadene possa candidarsi ad un riconoscimento così prestigioso è la dimostrazione che una viticoltura gestita in modo sostenibile e innovativo non contrasta con il vivere bene e il vivere bello. Anzi, riesce a creare da una parte bellezza del paesaggio, dall’altra conservazione del reddito”.
I lavori per la candidatura sono stati avviati nel 2009 sotto il coordinamento del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Nell'ottobre 2010 l'Unesco decise di inserire il sito di Conegliano e Valdobbiadene nella lista propositiva nazionale. Dopo un lungo lavoro di analisi e ricerca, nel marzo 2015 il sito è stato iscritto nel Registro nazionale dei paesaggi rurali tradizionali, elemento necessario per la candidatura nella lista dell'Unesco.
"Sosteniamo questa candidatura - ha dichiarato il Ministro Martina - perché esprime con forza la capacità del Prosecco di valorizzare un territorio agricolo e promuovere l'Italia nel mondo. Uno degli elementi di forza del dossier è dato proprio dalla positiva convivenza tra lavoro umano ed ecosistema. Vogliamo evidenziare ancora di più il ruolo centrale dell'agricoltore nella salvaguardia della biodiversità del paesaggio rurale. Mi auguro che la Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco confermerà la volontà politica di candidare questo pregevole sito così da rafforzare il primato italiano in ambito Unesco, primo paese al mondo per siti dichiarati patrimonio dell'umanità"
Come rilevato poi da Coldiretti, la candidatura a sito dell’Unesco è sostenuta anche dalla popolarità conquistata a livello mondiale dove il prosecco è il vino Made in Italy più esportato, ma anche il più imitato.
La candidatura del prosecco apre un anno storico per il Made in Italy nell’Unesco che tra il 4 e l'8 dicembre 2017 a Seul, dove si tiene il comitato mondiale, esaminerà la candidatura per l'iscrizione dell'Arte dei Pizzaiuoli napoletani nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità Unesco a supporto del quale si sta completando la raccolta di 2 milioni di firme in tutto il mondo con il forte sostegno della Coldiretti.
L’arte dei pizzaiuoli napoletani sarebbe il settimo “tesoro” italiano ad essere iscritto nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. L’elenco tricolore comprende anche l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014). Accanto al patrimonio culturale immateriale, l’Unesco - continua la Coldiretti - ha riconosciuto nel corso degli anni anche un elenco di siti con l'Italia che è la nazione che detiene il maggior numero di siti (51) inclusi in questa lista dove il 22 giugno del 2014 a Doha in Qatar era stato inserito il paesaggio vitivinicolo del Piemonte. Monferrato, Langhe il e Roero.
A comporre la bellezza di questo territorio irripetibile sono l’unicità morfologica delle colline a schiena d’asino, l’elevata biodiversità e la dimensione “culturale” del paesaggio, testimoniata da una ricca documentazione pittorica che risale al tardo ‘400 con il pittore Cima da Conegliano. Quello del Prosecco è un territorio di uno straordinario valore storico, culturale e paesaggistico che è stato in grado di esprimere un produzione che ha saputo conquistare apprezzamenti su scala mondiale.
Il dossier sarà esaminato oggi dalla Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco che dovrà formalmente decidere se inviare a Parigi la candidatura per ottenere l'iscrizione del sito Unesco. Con il via libera alla candidatura nazionale si aprirebbe un percorso la cui conclusione è prevista a luglio del 2018.
Un traguardo importante raggiunto anche grazie al CREA, il più importante ente di ricerca italiano nell’agroalimentare, che ha contribuito con il suo centro di Viticoltura ed Enologia di Conegliano (Treviso).
“Il fatto rilevante – ha spiegato Diego Tomasi, il Direttore del centro di Conegliano tra gli autori del dossier tecnico – che una realtà paesaggistica come quella delle colline di Conegliano e Valdobbiadene possa candidarsi ad un riconoscimento così prestigioso è la dimostrazione che una viticoltura gestita in modo sostenibile e innovativo non contrasta con il vivere bene e il vivere bello. Anzi, riesce a creare da una parte bellezza del paesaggio, dall’altra conservazione del reddito”.
I lavori per la candidatura sono stati avviati nel 2009 sotto il coordinamento del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Nell'ottobre 2010 l'Unesco decise di inserire il sito di Conegliano e Valdobbiadene nella lista propositiva nazionale. Dopo un lungo lavoro di analisi e ricerca, nel marzo 2015 il sito è stato iscritto nel Registro nazionale dei paesaggi rurali tradizionali, elemento necessario per la candidatura nella lista dell'Unesco.
"Sosteniamo questa candidatura - ha dichiarato il Ministro Martina - perché esprime con forza la capacità del Prosecco di valorizzare un territorio agricolo e promuovere l'Italia nel mondo. Uno degli elementi di forza del dossier è dato proprio dalla positiva convivenza tra lavoro umano ed ecosistema. Vogliamo evidenziare ancora di più il ruolo centrale dell'agricoltore nella salvaguardia della biodiversità del paesaggio rurale. Mi auguro che la Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco confermerà la volontà politica di candidare questo pregevole sito così da rafforzare il primato italiano in ambito Unesco, primo paese al mondo per siti dichiarati patrimonio dell'umanità"
Come rilevato poi da Coldiretti, la candidatura a sito dell’Unesco è sostenuta anche dalla popolarità conquistata a livello mondiale dove il prosecco è il vino Made in Italy più esportato, ma anche il più imitato.
La candidatura del prosecco apre un anno storico per il Made in Italy nell’Unesco che tra il 4 e l'8 dicembre 2017 a Seul, dove si tiene il comitato mondiale, esaminerà la candidatura per l'iscrizione dell'Arte dei Pizzaiuoli napoletani nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità Unesco a supporto del quale si sta completando la raccolta di 2 milioni di firme in tutto il mondo con il forte sostegno della Coldiretti.
L’arte dei pizzaiuoli napoletani sarebbe il settimo “tesoro” italiano ad essere iscritto nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. L’elenco tricolore comprende anche l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014). Accanto al patrimonio culturale immateriale, l’Unesco - continua la Coldiretti - ha riconosciuto nel corso degli anni anche un elenco di siti con l'Italia che è la nazione che detiene il maggior numero di siti (51) inclusi in questa lista dove il 22 giugno del 2014 a Doha in Qatar era stato inserito il paesaggio vitivinicolo del Piemonte. Monferrato, Langhe il e Roero.
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