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Epigrafia 4.0: Aeneas, la rete neurale generativa open source che ricostruisce i testi perduti delle iscrizioni latine

Presentato in questi giorni Aeneas, un modello di intelligenza artificiale generativa sviluppato da Google DeepMind in collaborazione con università britanniche e greche, che rivoluziona la ricostruzione e contestualizzazione dei testi antichi. Addestrato su vasti corpora epigrafici, il sistema combina analisi visiva (morfologia delle lettere, tecniche d’incisione) e modellazione linguistica. Prevede sequenze testuali mancanti anche con lacune a lunghezza indeterminata; propone datazioni con un margine di errore medio di 13 anni; identifica parallelismi contestuali in pochi secondi.


La decifrazione delle iscrizioni latine frammentarie è tradizionalmente affidata a competenze specialistiche e confronti manuali. L'epigrafia latina, disciplina fondamentale per decifrare la vita pulsante dell'antica Roma, si trova ad affrontare una sfida monumentale: migliaia di frammenti, spesso illeggibili o decontestualizzati, riemergono annualmente dagli scavi. Tradizionalmente, la ricostruzione di questi testi lapidei richiede anni di studio, una memoria enciclopedica di iscrizioni note e un meticoloso confronto basato su linguaggio, abbreviazioni, stili paleografici e tecniche di incisione. 

Oggi, una rivoluzione è in atto, guidata dall'Intelligenza Artificiale. Aeneas, il nuovo modello sviluppato da Google DeepMind (già premiato con il Nobel per la Chimica 2024 per AlphaFold3) e presentato sulle pagine di Nature, promette di trasformare radicalmente questo campo, offrendo agli studiosi un alleato digitale potentissimo.

Il cuore di Aeneas, come illustrato nell'articolo "Contestualizzare testi antichi con reti neurali generative", è una rete neurale generativa sofisticata. A differenza di approcci precedenti, Aeneas non si limita a cercare corrispondenze in database esistenti. Opera su due fronti integrati: analisi visiva che esamina la forma del frammento, la superficie della pietra, lo stile e la morfologia delle lettere superstiti e l'analisi linguistica e contestuale che attinge a un vastissimo corpus di iscrizioni latine note, apprendendo schemi linguistici, formule ricorrenti, contesti storici e geografici.

Questa sinergia gli permette di compiere l'impresa più complessa: prevedere il testo mancante anche quando la lunghezza della lacuna è sconosciuta (indicato in rosso nelle ricostruzioni) e proporre una datazione del reperto. Testato da 23 esperti su iscrizioni dal VII sec. a.C. all’VIII sec. d.C., Aeneas ha prodotto suggerimenti giudicati utili nel 90% dei casi, aumentando la fiducia degli studiosi nelle loro interpretazioni del 44%. La datazione proposta ha mostrato un margine di errore medio di soli 13 anni, con picchi di precisione attorno al 200 d.C. (periodo ben documentato).

L'efficacia di Aeneas, come sottolineano i suoi stessi sviluppatori, è direttamente proporzionale alla ricchezza e qualità dei dati disponibili per un'area o un periodo specifico. Tuttavia, il suo vero valore risiede nella sinergia con l'esperto umano. Aeneas non sostituisce lo storico o l'epigrafista; ne potenzia le capacità, accelerando esponenzialmente il processo di identificazione di parallelismi testuali e contestuali - operazioni che richiederebbero mesi o anni - restituendo ipotesi plausibili in pochi secondi. Libera così il ricercatore per le fasi più creative e interpretative del lavoro, come spiega la Prof.ssa Charlotte Tupman (Università di Exeter), coinvolta nel progetto: "I ricercatori hanno creato un sistema capace di apprendere dagli schemi contenuti nei dati e formulare proposte coerenti basandosi su tali schemi".

La natura open source di Aeneas, reso pubblicamente accessibile sulla piattaforma 'Predicting the Past' di DeepMind insieme al suo predecessore per il greco antico, Ithaca (ora potenziato), è un elemento cruciale. Garantisce che questo strumento rivoluzionario non rimanga confinato a pochi laboratori d'avanguardia, ma diventi patrimonio di tutta la comunità accademica mondiale, favorendo collaborazioni e scoperte su scala globale. Questo aspetto democratizzante è fondamentale per affrontare la mole crescente di reperti epigrafici.

E' evidente che l'avvento di Aeneas segna un punto di svolta epocale. Non semplicemente un acceleratore computazionale quindi, ma un nuovo strumento ermeneutico. Fornendo ricostruzioni plausibili del testo mancante e proponendo datazioni contestuali con sorprendente accuratezza, Aeneas permette agli studiosi di formulare ipotesi più solide e di esplorare connessioni prima inimmaginabili tra reperti sparsi. 

Questo dialogo tra intelligenza umana e artificiale, apre scenari entusiasmanti per la comprensione della società, della politica, della religione e della vita quotidiana dell'antica Roma, ridando voce, letteralmente, a migliaia di testimonianze pietrificate che il tempo aveva reso mute. La pietra ritrova la parola, grazie alla sinergia tra la millenaria sapienza degli storici e la potenza predittiva dell'IA.

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