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La Missa Petra Sancta: storie di pietre miracolose e di sangue. Dal madrigale al mistero, tra liturgia, mito e narrazione

Nell’ambito del Lazio Musica Sacra Festival 2025, martedì 22 luglio alle ore 21:00, nella suggestiva cornice della Chiesa del SS.mo Salvatore in Castello a Bolsena - luogo simbolico legato al celebre miracolo eucaristico del XIII secolo - si terrà uno degli appuntamenti più intensi e affascinanti dell’intera rassegna. Il concerto La Missa Petra Sancta: storie di pietre miracolose e di sangue..., offrirà un ideale viaggio musicale attraverso l’evoluzione della spiritualità tra Rinascimento e Barocco. Protagonista della serata la Cappella Musicale di Santa Maria dell’Anima, diretta da Flavio Colusso, con musiche di Palestrina, Carissimi e dello stesso Colusso, in dialogo con i testi di Paolo Sequi, affidati alla voce narrante di Silvia De Palma.


Quale luogo, se non la Chiesa del SS.mo Salvatore in Castello, nel cuore del suggestivo borgo di Bolsena, incastonato tra memoria paleocristiana e atmosfere medievali, poteva ospitare uno degli appuntamenti più rilevanti del Lazio Musica Sacra Festival 2025. Organizzato in collaborazione con il Comune di Bolsena e sotto il patrocinio del Comitato Nazionale per le celebrazioni del cinquecentenario di Giovanni Pierluigi da Palestrina (Palestrina500), il concerto La Missa Petra Sancta: storie di pietre miracolose e di sangue..., propone un raffinato connubio di musica antica, narrazione e archeologia spirituale, in una drammaturgia sonora e testuale ideata e diretta da Flavio Colusso, alla guida della Cappella Musicale di Santa Maria dell’Anima.

Il programma propone una rilettura della Missa Petra Sancta e del celebre miracolo eucaristico di Bolsena, guidando il pubblico in un viaggio musicale e simbolico che attraversa la spiritualità tra Rinascimento e Barocco. La Missa Petra Sancta di Giovanni Pierluigi da Palestrina, tratta dal Decimo Libro delle Messe (1600), è un capolavoro, basato sul celebre madrigale Io son ferito, ahi lasso, che qui si inserisce in una narrazione ispirata ai testi di Paolo Sequi, letti in scena da Silvia De Palma, andando a collegare la figura di Palestrina al miracolo del sangue di Bolsena e alle antiche pratiche augurali romane.

Il miracolo, avvenuto secondo la tradizione nel 1263, rappresenta di fatto uno degli episodi più emblematici e significativi della mistica eucaristica medievale. Durante la celebrazione della messa nella Basilica di Santa Cristina a Bolsena, un sacerdote boemo, tormentato dal dubbio sulla reale presenza di Cristo nell’Eucaristia, vide sgorgare sangue dall’Ostia consacrata: il sangue macchiò il corporale, l’altare e alcune pietre del pavimento. Proprio queste pietre miracolose, ancora oggi visibili nel santuario, divennero oggetto di profonda venerazione e testimonianza tangibile del prodigio. Il fatto, riconosciuto come autentico da papa Urbano IV, ispirò l’istituzione della solennità del Corpus Domini con la bolla Transiturus de hoc mundo (1264), e fu successivamente immortalato da Raffaello negli affreschi delle Stanze Vaticane, contribuendo a fissarne l’iconografia nella memoria artistica e devozionale dell’Occidente cristiano.

Il concerto si apre con il madrigale Io son ferito, ahi lasso, capolavoro profano di Palestrina, in cui la trama contrappuntistica si piega a un’espressività dolente, sospesa tra affetto amoroso e senso del tragico. Su questo tema - in linea con la consuetudine della messa parodia rinascimentale - si fonda la Missa Petra Sancta, che trasforma le nervature melodiche del madrigale in un’architettura sacrale. Il Kyrie, costruito sull’inciso iniziale, conserva la chiarezza palestriniana amplificandone le suggestioni simboliche, in un raffinato gioco di specchi tra eros e agape, tra misura terrena e dimensione sacra.

Segue Diffusa est gratia, di Giacomo Carissimi (1605–1674), figura centrale del primo barocco romano. Composto per quattro voci, il mottetto è un elogio alla grazia mariana, caratterizzato da un equilibrio armonico e una cura prosodica che riflettono i tratti distintivi della scuola gesuitica romana e del classicismo emotivo, divenuto modello oltre i confini della Cappella Giulia.

A concludere il programma O sacrum convivium, mottetto a sei voci composto da Flavio Colusso, che firma anche la direzione musicale e la regia dell’evento. Compositore, interprete e ricercatore di rilievo internazionale, Colusso ha dedicato gran parte della sua carriera alla riscoperta del patrimonio musicale sacro europeo, fondando l’ensemble Seicentonovecento e la Cappella Musicale di San Giacomo. Il suo brano, costruito sul celebre testo eucaristico attribuito a san Tommaso d’Aquino, si inserisce con sensibilità contemporanea nella tessitura del concerto, suggellando un arco espressivo che unisce la polifonia rinascimentale a una riflessione attuale sul sacro.

Il progetto è sostenuto da Musicaimmagine, centro di produzione e ricerca musicale, che ne curerà anche la registrazione discografica in anteprima mondiale (CD MR10102, in preparazione). La tensione tra documento e interpretazione, filologia e drammaturgia, rende questa serata imperdibile, un unicum nel panorama delle celebrazioni palestriniane. Il concerto si colloca infatti non solo come momento musicale, ma come dispositivo di riflessione culturale.

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