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Glorious Creatures: The Tallis Scholars in onda su BBC Radio 3. Il concerto registrato nell'ambito dello York Early Music Festival

Registrato nella monumentale York Minster durante lo York Early Music Festival e trasmesso da BBC Radio 3, il concerto Glorious Creatures dei Tallis Scholars, diretti da Peter Phillips, ci offre un raffinato itinerario musicale tra Rinascimento e contemporaneità. Il programma intreccia con rara coerenza la nuova commissione di Nico Muhly su testo di Thomas Traherne con capolavori polifonici di Orlando di Lasso, Cipriano de Rore, John Dunstable, Palestrina e Sebastián de Vivanco. Attraverso un sapiente gioco di richiami testuali e timbrici, l’ensemble costruisce un affresco sonoro in cui la luce del creato e il mistero della fede si rifrangono nella trasparenza della voce umana. Un'esperienza d’ascolto che conferma la forza dialogica della musica antica nel nostro tempo. Stasera alle 19,30 per la serie Radio 3 in Concert.



Stasera alle 19,30 BBC Radio 3 per la serie Radio 3 in Concert, trasmette il concerto Glorious Creatures a cura dei Tallis Scholars registrato nella monumentale York Minster, stupenda cattedrale gotica del XIII secolo, nell'ambito dello York Early Music Festival. Il programma ruota attorno al tema mai banale della natura che nel contesto della musica rinascimentale non è solo sfondo, ma principio attivo, modello armonico, riflesso del divino e fonte inesauribile di metafore morali e spirituali. Uso volutamente un linguaggio che può apparire oltremodo evocativo, ma credo necessario nel cercare di restituire un'esperienza d’ascolto, ancora così vivida e suggestiva. 

La natura che in tal senso informa la composizione proprio come ordo, ovvero come struttura proporzionata che riflette l’armonia dell’universo e la razionalità del creato e la musica al contempo come idea di bellezza, insieme sensibile e trascendente; è una visione ideale di un mondo intelligibile, armonioso, e che proprio per questo, eleva chi ascolta. E' proprio in tal senso che il 5 luglio scorso, l'ensemble britannica ci ha offerto uno dei momenti più alti del York Early Music Festival, costruendo un percorso sonoro di straordinaria coerenza e intensità, intessendo un dialogo tra natura e spiritualità, tra il linguaggio della polifonia rinascimentale e le suggestioni più contemporanee.

Il programma, significativamente intitolato Glorious Creatures, si è aperto con una commissione recente affidata a Nico Muhly, tra i più raffinati compositori americani della sua generazione. La sua A Glorious Creature, su testo del mistico secentesco Thomas Traherne, si muove tra effusione lirica e architettura contrappuntistica, evocando un mondo in cui l’erba, il sole e il grano si fanno segni di una creazione attraversata dalla luce. Muhly gioca con la trasparenza timbrica delle dieci voci a disposizione, alternando sezioni corali a episodi solistici in un disegno che risuona di echi inglesi arcaici e aperture armoniche luminose. L'opera si distingue per una scrittura "canonica" che non mira alla complessità fine a se stessa, ma alla trasfigurazione del dato poetico, dove ogni parola - "dust", "sun", "wheat" - si dilata in una dimensione quasi sacramentale. L'accoglienza del pubblico e della critica ha confermato la riuscita di questa commissione, percepita come una sintesi raffinata tra la contemplazione spirituale di matrice barocca e la sensualità estatica del linguaggio musicale contemporaneo.

A questa ouverture poetico-contemplativa si contrappone il tono più terreno e festoso della sezione dedicata a Orlando di Lasso, centrata sul tema del vino come simbolo di letizia, ma anche di trasfigurazione eucaristica. Il mottetto Vinum bonum - tratto da un versetto proverbiale della Bibbia - apre una parentesi di intensa vitalità retorica e musicale, che trova il suo sviluppo nella straordinaria Missa Vinum bonum. Qui Lasso, maestro della policromia affettiva, costruisce una Messa in cui il gusto per la teatralità del testo sacro si unisce alla padronanza di una scrittura policorale ricca di gesti musicali che preludono alla drammaticità espressiva del primo barocco. Il Credo, in particolare, si distingue per un un andamento serrato e un gioco dinamico tra masse sonore e momenti di sospensione, capace di infondere al testo una profonda vitalità interna, mentre l'Hosanna esplode in un gioioso rincorrersi di imitazioni. Il vino, dunque, come metafora incarnata e insieme spirituale, diventa motore di un'esperienza musicale che sfiora l'estasi.

Il cuore più meditativo del programma si dispiega attorno a tre diverse impostazioni musicali dello stesso testo biblico: Descendi in hortum meum. L'accostamento tra Cipriano de Rore, John Dunstable e Giovanni Pierluigi da Palestrina consente un confronto tra poetiche e prassi compositive differenti, a partire da una medesima fonte: il Cantico dei Cantici. In De Rore l’eloquenza manierista della polifonia cinquecentesca si manifesta in un dialogo denso tra le sette voci, con passaggi imitativi che esaltano la sensualità contenuta nel testo; la scrittura si fa ardita, con movimenti ascendenti e intervalli dissonanti risolti con maestria, come a suggerire il mistero dell’incontro amoroso. 

Dunstable, al contrario, offre una declinazione più dolce e contemplativa, nella quale il contrappunto inglese del Quattrocento si distende in frasi melodiche morbide e simmetriche, riflettendo una spiritualità fondata sulla consonanza e sulla semplicità formale. Palestrina si pone infine in una posizione di equilibrio: la sua lettura del brano è luminosa, ordinata, sorvegliata nei contorni e nella distribuzione delle voci, come sempre guidata da una raffinata intelligenza retorica e da una fedeltà assoluta alla prosodia latina. Le tre versioni, eseguite consecutivamente, offrono così una meditazione a più livelli sul rapporto tra parola sacra e corpo amoroso, tra giardino spirituale e desiderio carnale.

A concludere il concerto è il sontuoso Magnificat Octavi toni a otto voci di Sebastián de Vivanco, raro esempio della scuola iberica tardo-cinquecentesca. L’opera, costruita su un impianto policorale, alterna momenti di raccoglimento e slanci verticali in cui i due cori dialogano in modo speculare. Vivanco, figura ancora troppo poco eseguita nel panorama europeo, mostra qui una padronanza del materiale gregoriano straordinaria, ricomposto in un affresco corale di grande nobiltà e solennità. La scelta di concludere il concerto con questo brano, accentua il carattere pan-europeo del programma, capace di attraversare confini geografici e cronologici pur mantenendo una sorprendente unità poetica.

L’esecuzione dei Tallis Scholars, come prevedibile, si è attestata su un livello di assoluta eccellenza. L’omogeneità dell’ensemble, la purezza dell'intonazione, il controllo dinamico e soprattutto la chiarezza del testo latino - sempre centrale nelle interpretazioni di Peter Phillips - hanno contribuito a rendere ogni pagina musicalmente leggibile e spiritualmente vibrante. Il successo di questo concerto non risiede solo nella bellezza del repertorio proposto, ma nella capacità di costruire un arco drammaturgico coerente, in cui l’idea di “glorious creatures” diventa progressivamente una metafora della musica stessa: creatura luminosa, fragile, concreta e ineffabile.

Chi ascolterà questa sera la trasmissione su BBC Radio 3 avrà dunque accesso non solo a un’esecuzione esemplare, ma a un’esperienza di ascolto che invita alla contemplazione e al pensiero. Un concerto che, al di là delle mode, conferma come la musica antica continui a interrogare profondamente il nostro presente. Da non perdere!

Programma

Sebastián de Vivanco - Sicut lilium

Giovanni Pierluigi da Palestrina - Sicut lilium II

Nico Muhly - Marrow

Orlande de Lassus - Vinum bonum

Orlande de Lassus - Missa vinum bonum

Interval - including music by Nico Muhly

Nico Muhly - A Glorious Creature

Cipriano de Rore - Descendi in hortum meum

John Dunstable - Descendi in hortum meum

Giovanni Pierluigi da Palestrina - Descendi in hortum meum

Sebastián de Vivanco - Magnificat Octavi toni (a 8)


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