Uomini e vino, Paulsen: protagonista nella lotta alla fillossera e padre della moderna viticoltura siciliana
Federico Paulsen, i suoi studi, ancora oggi del tutto attuali e validi, racchiudono gli elementi chiave della viticoltura siciliana. Grande sostenitore dell’uso dei portinnesti per combattere il terribile parassita, è tra i primi in Italia ad iniziare incroci tra viti americane ed europee.
Erano gli anni dell’invasione fillosserica quando Federico Paulsen, conseguita la laurea in Scienze Agrarie, partì alla volta della Francia per studiare quella malattia rovinosa, già nota in quei luoghi da alcuni anni. Fatto tesoro dell'esperienza, tornò in Italia dove a Palermo, direttore del Vivaio Governativo di Viti Americane, creo diversi portinnesti ancora oggi molto diffusi nel Mediterraneo.
Siamo nella seconda metà dell’800 quando un parassita della vite, la Phillossera vastratix, giunto in Europa dal nord America, provoca la distruzione della maggior parte dei vigneti europei ed impone una vera e propria rivoluzione che segna la nascita della viticoltura moderna. In Sicilia la fillossera compare per la prima volta il 2 marzo 1880 a Riesi, in provincia di Caltanissetta, e viene identificata come causa del deperimento delle viti; ad aprile è già in provincia di Messina. Nei cinque anni successivi si diffonde nelle altre province siciliane, provocando una profonda crisi economica e sociale che abbraccia tutto il comparto viticolo siciliano.
Tempestiva è l’azione del Governo italiano nella lotta alla fillossera; sono numerosi i provvedimenti legislativi per il monitoraggio della nuova patologia attraverso il controllo delle importazioni ed esportazioni, la divulgazione di metodi di lotta e la coltivazione di viti americane resistenti al parassita; su tutto il territorio nascono numerosi centri di ricerca.
Fra questi c’è il Regio Vivaio di Viti Americane di Palermo che sopravvive, assieme a quello di Velletri e Cagliari, alla soppressione stabilita dal Ministero dell’Agricoltura tra la prima e la seconda guerra mondiale. La direzione dell’Istituto viene affidata al Dott. Federico Paulsen, che ne rimane alla guida per oltre cinquant’anni.
Istituito nel luglio del 1885, all’inizio come sezione dell’allora Stazione Chimico-Agraria Sperimentale, poi come Ente autonomo, ha lo scopo di guidare e facilitare la ricostituzione dei vigneti in Sicilia, mettendo a disposizione dei viticoltori, prima gratuitamente, poi a prezzo di costo, il materiale, scelto e garantito, prodotto dai Vigneti di piante madri e Barbatellai Governativi.
In un contesto di grande collaborazione tra i vari Enti e i Paesi a rischio per fronteggiare la calamità, il Regio Vivaio di Palermo si distingue e si afferma su tutti gli altri sin dai primi anni di attività, grazie all’opera di Paulsen a cui si deve la notorietà internazionale del Vivaio stesso.
Grande sostenitore dell’uso dei portinnesti per combattere il terribile parassita, è tra i primi in Italia ad iniziare gli incroci tra le viti americane e tra le viti americane e quelle europee, per soddisfare la richiesta sempre crescente di materiale resistente e per arginare il problema della bassa adattabilità agli ambienti meridionali delle viti importate, soprattutto dalla Francia.
Agli ibridi portinnesti creati da Paulsen (1103 P, 779 P, 775 P, 1045 P, 1447 P) e da Ruggeri (140 Ru, 225 Ru), quest’ultimo Direttore dei Regi Vigneti Sperimentali di Spatafora (Messina), detti per la loro origine territoriale “portinnesti siciliani”, si deve la ricostituzione dei vigneti colpiti dalla fillossera in Italia e la nascita della viticoltura del dopoguerra.
Dopo la caduta della monarchia il Vivaio cambia denominazione in “Vivaio Governativo di Viti Americane” e nel 1951, in applicazione dell’ordinamento autonomo della Regione Siciliana diventa organo dell’Assessorato Agricoltura e Foreste. Di questo periodo sono gli studi del Dott. A. Vivona e del Prof. B. Pastena, che hanno costituito nuovi ibridi di portinnesto e di uva da vino e da tavola. Oltre a tali lavori, il Vivaio può pregiarsi di ulteriori ricerche, condotte da altri illustri successori, relative alle varie problematiche e alle emergenze che il settore vitivinicolo via via è stato chiamato ad affrontare.
Nel 2005 il Vivaio Governativo aggiunge all’antica denominazione “Federico Paulsen”, nome dato in suo onore. Nel 2007 il Vivaio, strutturato all’interno del Dipartimento Interventi Infrastrutturali dell’Assessorato Agricoltura e Foreste, diventa Vivaio “Federico Paulsen” – Centro Regionale per l’Attività di Vivaismo nel Settore Agricolo, assumendo nuove competenze, oltre che nel settore viticolo, nell’agrumicolo, frutticolo e olivicolo.
In più di un secolo di lavoro scientifico e tecnico, il Vivaio ha acquisito un ricco patrimonio genetico di cui la Regione Siciliana vanta l’onore di possedere. Oggi l’attività dell’Istituto si articola principalmente nella produzione di materiale vegetale (viti portinnesto e barbatelle innestate di Zibibbo), nella conservazione di germoplasma, nella ricerca e sperimentazione e nella divulgazione in agricoltura. E’ Costitutore di 14 varietà di portinnesto, con 68 cloni, tutti regolarmente iscritti al Registro Nazionale delle Varietà Portinnesto, e Nucleo di Premoltiplicazione. Produce materiale di categoria “base” commercializzato con etichetta bianca e destinato ai vivaisti per la realizzazione di impianti di piante madri, da cui si otterranno le barbatelle di categoria “certificata” destinate ai viticoltori per l’impianto dei vigneti; inoltre produce barbatelle innestate di Zibibbo categoria “standard”.
Erano gli anni dell’invasione fillosserica quando Federico Paulsen, conseguita la laurea in Scienze Agrarie, partì alla volta della Francia per studiare quella malattia rovinosa, già nota in quei luoghi da alcuni anni. Fatto tesoro dell'esperienza, tornò in Italia dove a Palermo, direttore del Vivaio Governativo di Viti Americane, creo diversi portinnesti ancora oggi molto diffusi nel Mediterraneo.
Siamo nella seconda metà dell’800 quando un parassita della vite, la Phillossera vastratix, giunto in Europa dal nord America, provoca la distruzione della maggior parte dei vigneti europei ed impone una vera e propria rivoluzione che segna la nascita della viticoltura moderna. In Sicilia la fillossera compare per la prima volta il 2 marzo 1880 a Riesi, in provincia di Caltanissetta, e viene identificata come causa del deperimento delle viti; ad aprile è già in provincia di Messina. Nei cinque anni successivi si diffonde nelle altre province siciliane, provocando una profonda crisi economica e sociale che abbraccia tutto il comparto viticolo siciliano.
Tempestiva è l’azione del Governo italiano nella lotta alla fillossera; sono numerosi i provvedimenti legislativi per il monitoraggio della nuova patologia attraverso il controllo delle importazioni ed esportazioni, la divulgazione di metodi di lotta e la coltivazione di viti americane resistenti al parassita; su tutto il territorio nascono numerosi centri di ricerca.
Fra questi c’è il Regio Vivaio di Viti Americane di Palermo che sopravvive, assieme a quello di Velletri e Cagliari, alla soppressione stabilita dal Ministero dell’Agricoltura tra la prima e la seconda guerra mondiale. La direzione dell’Istituto viene affidata al Dott. Federico Paulsen, che ne rimane alla guida per oltre cinquant’anni.
Istituito nel luglio del 1885, all’inizio come sezione dell’allora Stazione Chimico-Agraria Sperimentale, poi come Ente autonomo, ha lo scopo di guidare e facilitare la ricostituzione dei vigneti in Sicilia, mettendo a disposizione dei viticoltori, prima gratuitamente, poi a prezzo di costo, il materiale, scelto e garantito, prodotto dai Vigneti di piante madri e Barbatellai Governativi.
In un contesto di grande collaborazione tra i vari Enti e i Paesi a rischio per fronteggiare la calamità, il Regio Vivaio di Palermo si distingue e si afferma su tutti gli altri sin dai primi anni di attività, grazie all’opera di Paulsen a cui si deve la notorietà internazionale del Vivaio stesso.
Grande sostenitore dell’uso dei portinnesti per combattere il terribile parassita, è tra i primi in Italia ad iniziare gli incroci tra le viti americane e tra le viti americane e quelle europee, per soddisfare la richiesta sempre crescente di materiale resistente e per arginare il problema della bassa adattabilità agli ambienti meridionali delle viti importate, soprattutto dalla Francia.
Agli ibridi portinnesti creati da Paulsen (1103 P, 779 P, 775 P, 1045 P, 1447 P) e da Ruggeri (140 Ru, 225 Ru), quest’ultimo Direttore dei Regi Vigneti Sperimentali di Spatafora (Messina), detti per la loro origine territoriale “portinnesti siciliani”, si deve la ricostituzione dei vigneti colpiti dalla fillossera in Italia e la nascita della viticoltura del dopoguerra.
Dopo la caduta della monarchia il Vivaio cambia denominazione in “Vivaio Governativo di Viti Americane” e nel 1951, in applicazione dell’ordinamento autonomo della Regione Siciliana diventa organo dell’Assessorato Agricoltura e Foreste. Di questo periodo sono gli studi del Dott. A. Vivona e del Prof. B. Pastena, che hanno costituito nuovi ibridi di portinnesto e di uva da vino e da tavola. Oltre a tali lavori, il Vivaio può pregiarsi di ulteriori ricerche, condotte da altri illustri successori, relative alle varie problematiche e alle emergenze che il settore vitivinicolo via via è stato chiamato ad affrontare.
Nel 2005 il Vivaio Governativo aggiunge all’antica denominazione “Federico Paulsen”, nome dato in suo onore. Nel 2007 il Vivaio, strutturato all’interno del Dipartimento Interventi Infrastrutturali dell’Assessorato Agricoltura e Foreste, diventa Vivaio “Federico Paulsen” – Centro Regionale per l’Attività di Vivaismo nel Settore Agricolo, assumendo nuove competenze, oltre che nel settore viticolo, nell’agrumicolo, frutticolo e olivicolo.
In più di un secolo di lavoro scientifico e tecnico, il Vivaio ha acquisito un ricco patrimonio genetico di cui la Regione Siciliana vanta l’onore di possedere. Oggi l’attività dell’Istituto si articola principalmente nella produzione di materiale vegetale (viti portinnesto e barbatelle innestate di Zibibbo), nella conservazione di germoplasma, nella ricerca e sperimentazione e nella divulgazione in agricoltura. E’ Costitutore di 14 varietà di portinnesto, con 68 cloni, tutti regolarmente iscritti al Registro Nazionale delle Varietà Portinnesto, e Nucleo di Premoltiplicazione. Produce materiale di categoria “base” commercializzato con etichetta bianca e destinato ai vivaisti per la realizzazione di impianti di piante madri, da cui si otterranno le barbatelle di categoria “certificata” destinate ai viticoltori per l’impianto dei vigneti; inoltre produce barbatelle innestate di Zibibbo categoria “standard”.
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