Accademia Perduta presenta La zuppa di sasso, di e con Danilo Conti e Antonella Piroli. Al Teatro del Lido domenica 18 agosto.
Nell'ambito dell'Estate Romana, domenica 18 agosto alle ore 19.00 andrà in scena al Teatro del Lido La zuppa di sasso, spettacolo ispirato da una fiaba che si perde nelle trame del tessuto popolare fitto di storie, racconti, aneddoti e risale alle epoche in cui giramondo, vagabondi, soldati reduci da battaglie tentavano di tornare a casa, a piedi e senza risorse, e incontravano gli abitanti di villaggi sul loro percorso. L’attore attraverso oggetti e maschere interpreterà i differenti personaggi e li condurrà verso la festosa cena finale.
Stranieri, sconosciuti che chiedevano ospitalità e ristoro e che alle volte con qualche espediente sapevano conquistare la fiducia degli abitanti dei luoghi che attraversavano, risvegliando in questi ultimi sentimenti e sensazioni dimenticate o sopite.
La storia della Minestra di sasso, fonte di ispirazione dello spettacolo, trasversale a diverse culture fiabesche, narra appunto di uno di questi viandanti che raggiunge un villaggio e non trova ospitalità per la paura e la diffidenza degli abitanti. Solamente attraverso un espediente riuscirà a saziarsi. Improvvisa un fuoco nella piazza del paese e, dopo aver chiesto in prestito una pentola, mette a bollire un sasso di fiume. La curiosità prende il sopravvento sulla diffidenza e ben presto tutti gli abitanti del posto desiderano aggiungere qualcosa, chi il sale, chi una verdura, all'ingrediente segreto che bolle in pentola e in alcuni casi la fiaba termina con una festa a cui partecipano tutti allegramente, in altri invece, la minestra se la mangia solamente l'improvvisato cuoco. In tutte le versioni della storia però c'è un denominatore comune: il viandante, così come è apparso se ne va, senza dare spiegazioni, senza dire chi sia. Semplicemente riprende il suo viaggio e scompare anche se lascia una profonda traccia del suo passaggio.
In versioni più contemporanee il posto dei personaggi umani viene preso da animali che simboleggiano differenti psicologie e attitudini: un vecchio lupo, ormai non più cacciatore, poi, galline, maiali, pecore, capre, cavalli, asini, cani, portano a turno vari ingredienti e infine si ritrovano attorno ad un camino in un convivio festoso. Anche in questa versione il lupo vagabondo se ne andrà portando via il suo sasso. Non è infatti tanto nella figura del protagonista, umano o animale che sia, da ricercare il significato o la morale della storia, quanto in quello che questa figura è in grado di lasciare nei personaggi che restano. Ne sono trasformati, riscoprono sentimenti di unione, amicizia, felicità, leggerezza, che avevano dimenticato, abbandonato. La diffidenza verso gli altri, il sospetto, la paura lasciano il posto alla apertura degli animi, a sentimenti veri attraverso un gioco di illusione come quello del sasso.
L'attore attraverso l'utilizzo di oggetti e maschere interpreterà i differenti personaggi e li condurrà verso la festosa cena finale.
Età consigliata: 3–8 anni
Durata: 50'
Tecnica utilizzata: teatro d’attore, teatro d’oggetti
Teatro del Lido
Via delle Sirene, 22
00121 Ostia (Roma)
L'iniziativa è parte del programma dell'Estate Romana promossa da Roma Capitale Assessorato alla Crescita culturale e realizzata in collaborazione con SIAE.
Nell'ambito dell'Estate Romana, domenica 18 agosto alle ore 19.00 andrà in scena al Teatro del Lido La zuppa di sasso, spettacolo ispirato da una fiaba che si perde nelle trame del tessuto popolare fitto di storie, racconti, aneddoti e risale alle epoche in cui giramondo, vagabondi, soldati reduci da battaglie tentavano di tornare a casa, a piedi e senza risorse, e incontravano gli abitanti di villaggi sul loro percorso. L’attore attraverso oggetti e maschere interpreterà i differenti personaggi e li condurrà verso la festosa cena finale.
Stranieri, sconosciuti che chiedevano ospitalità e ristoro e che alle volte con qualche espediente sapevano conquistare la fiducia degli abitanti dei luoghi che attraversavano, risvegliando in questi ultimi sentimenti e sensazioni dimenticate o sopite.
La storia della Minestra di sasso, fonte di ispirazione dello spettacolo, trasversale a diverse culture fiabesche, narra appunto di uno di questi viandanti che raggiunge un villaggio e non trova ospitalità per la paura e la diffidenza degli abitanti. Solamente attraverso un espediente riuscirà a saziarsi. Improvvisa un fuoco nella piazza del paese e, dopo aver chiesto in prestito una pentola, mette a bollire un sasso di fiume. La curiosità prende il sopravvento sulla diffidenza e ben presto tutti gli abitanti del posto desiderano aggiungere qualcosa, chi il sale, chi una verdura, all'ingrediente segreto che bolle in pentola e in alcuni casi la fiaba termina con una festa a cui partecipano tutti allegramente, in altri invece, la minestra se la mangia solamente l'improvvisato cuoco. In tutte le versioni della storia però c'è un denominatore comune: il viandante, così come è apparso se ne va, senza dare spiegazioni, senza dire chi sia. Semplicemente riprende il suo viaggio e scompare anche se lascia una profonda traccia del suo passaggio.
In versioni più contemporanee il posto dei personaggi umani viene preso da animali che simboleggiano differenti psicologie e attitudini: un vecchio lupo, ormai non più cacciatore, poi, galline, maiali, pecore, capre, cavalli, asini, cani, portano a turno vari ingredienti e infine si ritrovano attorno ad un camino in un convivio festoso. Anche in questa versione il lupo vagabondo se ne andrà portando via il suo sasso. Non è infatti tanto nella figura del protagonista, umano o animale che sia, da ricercare il significato o la morale della storia, quanto in quello che questa figura è in grado di lasciare nei personaggi che restano. Ne sono trasformati, riscoprono sentimenti di unione, amicizia, felicità, leggerezza, che avevano dimenticato, abbandonato. La diffidenza verso gli altri, il sospetto, la paura lasciano il posto alla apertura degli animi, a sentimenti veri attraverso un gioco di illusione come quello del sasso.
L'attore attraverso l'utilizzo di oggetti e maschere interpreterà i differenti personaggi e li condurrà verso la festosa cena finale.
Età consigliata: 3–8 anni
Durata: 50'
Tecnica utilizzata: teatro d’attore, teatro d’oggetti
Teatro del Lido
Via delle Sirene, 22
00121 Ostia (Roma)
L'iniziativa è parte del programma dell'Estate Romana promossa da Roma Capitale Assessorato alla Crescita culturale e realizzata in collaborazione con SIAE.
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