Trend di crescita positivi per il Sistema Produttivo Culturale e Creativo nel Mezzogiorno, anche se in scala notevolmente ridotta: i migliori risultati al Sud ci sono stati in Campania e in Sicilia, che si collocano rispettivamente al settimo e all'ottavo posto con un valore aggiunto pari a 4 miliardi e 447 milioni per la Campania e a 3 miliardi e 298 milioni per la Sicilia.
Sono i dati del Rapporto SVIMEZ 2018, che in questa edizione cambia titolo introducendo un esplicito riferimento alla “società”. Nello specifico è la cultura ad incidere sul valore aggiunto in un contesto in cui l'economia sta abbandonando sempre più il manifatturiero tradizionale, a favore, appunto di un’industria basata su innovazione e capitale cognitivo e in cui le città assumono un ruolo sempre maggiore.
In questo nuovo contesto emergono attività quali la conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico, le performing arts e arti visive, quali teatro e concerti; le industrie culturali (cinema, radio - tv; videogame e software; editoria e stampa; musica); e le industrie creative afferenti al mondo dei servizi (comunicazione, architettura e design) che contribuiscono allo sviluppo economico del Paese e, segnatamente, al Sud.
E’ importante sottolineare come le regioni del Mezzogiorno presentino inoltre importanti margini di miglioramento in termini assoluti: Molise, Abruzzo, Campania, Sardegna e Puglia sono tra le regioni che stanno crescendo di più. Al Sud sono particolarmente numerose le imprese legate all’editoria e stampa che rappresentano più del 42% delle imprese culturali e creative regionali in Calabria (42,5%) e Sardegna (44,4%). Napoli, terza città più grande d'Italia con quasi 984.000 abitanti, che è stata a lungo un importante centro culturale mondiale, è diventato un importante laboratorio per le arti contemporanee, e non solo.
Questo serbatoio di creatività è destinato ad aumentare, dopo che la Apple ha deciso di istituire nel capoluogo partenopeo la prima Developer Academy in Europa e la più prestigiosa università italiana, la Normale di Pisa, ha in programma l'apertura di una sede in città in alcuni settori specifici, legati alle potenzialità del territorio, tra cui i beni culturali digitali.
A sua volta, Palermo, città di circa 667.000 abitanti, nota per il suo ricchissimo patrimonio artistico e architettonico, frutto della storia plurimillenaria della città da sempre crocevia di scambi commerciali e culturali, si è aggiudicata, prima di Matera, il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2018, le cui attività si stanno svolgendo in concomitanza con quelle di un'altra importante iniziativa, di caratura internazionale: la Biennale itinerante di arte contemporanea "Manifesta”. Non è facile stimare economicamente i risultati, ma si può dire che, mentre sotto il profilo della Vivacità Culturale, la città sta ottenendo i risultati migliori, con un punteggio in media con quello di città simili per popolazione e tasso d'occupazione, è preoccupante il punteggio su Economia creativa che confermerebbe, ancora una volta, la difficoltà di trasformare il ricco patrimonio in opportunità di crescita (anche) economica.
In definitiva, resta ancora molto da fare, non solo per trasformare la cultura in volano di occupazione e innovazione, ma anche in termini di partecipazione culturale.
In questo nuovo contesto emergono attività quali la conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico, le performing arts e arti visive, quali teatro e concerti; le industrie culturali (cinema, radio - tv; videogame e software; editoria e stampa; musica); e le industrie creative afferenti al mondo dei servizi (comunicazione, architettura e design) che contribuiscono allo sviluppo economico del Paese e, segnatamente, al Sud.
E’ importante sottolineare come le regioni del Mezzogiorno presentino inoltre importanti margini di miglioramento in termini assoluti: Molise, Abruzzo, Campania, Sardegna e Puglia sono tra le regioni che stanno crescendo di più. Al Sud sono particolarmente numerose le imprese legate all’editoria e stampa che rappresentano più del 42% delle imprese culturali e creative regionali in Calabria (42,5%) e Sardegna (44,4%). Napoli, terza città più grande d'Italia con quasi 984.000 abitanti, che è stata a lungo un importante centro culturale mondiale, è diventato un importante laboratorio per le arti contemporanee, e non solo.
Questo serbatoio di creatività è destinato ad aumentare, dopo che la Apple ha deciso di istituire nel capoluogo partenopeo la prima Developer Academy in Europa e la più prestigiosa università italiana, la Normale di Pisa, ha in programma l'apertura di una sede in città in alcuni settori specifici, legati alle potenzialità del territorio, tra cui i beni culturali digitali.
A sua volta, Palermo, città di circa 667.000 abitanti, nota per il suo ricchissimo patrimonio artistico e architettonico, frutto della storia plurimillenaria della città da sempre crocevia di scambi commerciali e culturali, si è aggiudicata, prima di Matera, il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2018, le cui attività si stanno svolgendo in concomitanza con quelle di un'altra importante iniziativa, di caratura internazionale: la Biennale itinerante di arte contemporanea "Manifesta”. Non è facile stimare economicamente i risultati, ma si può dire che, mentre sotto il profilo della Vivacità Culturale, la città sta ottenendo i risultati migliori, con un punteggio in media con quello di città simili per popolazione e tasso d'occupazione, è preoccupante il punteggio su Economia creativa che confermerebbe, ancora una volta, la difficoltà di trasformare il ricco patrimonio in opportunità di crescita (anche) economica.
In definitiva, resta ancora molto da fare, non solo per trasformare la cultura in volano di occupazione e innovazione, ma anche in termini di partecipazione culturale.
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