Vendemmia 2019. Ungheria: migliorano i risultati del settore vitivinicolo e i produttori salutano un ottima annata
Migliorano i risultati del settore vitivinicolo ungherese, il Paese che vanta un’antica e consolidata tradizione nella produzione di vino saluta una vendemmia decisamente buona. Si prevede una produzione di oltre 3 milioni di ettolitri di vino.
L'Ungheria del vino si fa strada e mette in campo sempre più professionalità grazie a scelte mirate allo sviluppo economico del Paese. Dall’inizio degli anni ‘90 il numero delle aziende vinicole è aumentato e, grazie ad alcuni investimenti stranieri, anche la tecnologia si è rinnovata.
Il vino oggi è un importante prodotto per l’Ungheria e se prima del 1990 gli obiettivi della produzione erano di tipo principalmente quantitativo, negli ultimi vent’anni sono emerse aziende che mirano soprattutto alla qualità. Il contributo economico che il settore vitivinicolo da al Paese è in continua crescita: 30 miliardi di fiorini (100 milioni di euro) nel 2012 e 39 miliardi di fiorini nel 2013, come affermato dal Ministro dell'Agricoltura Sandor Fazekas nel corso del “Bországgyűlés” (“Assemblea Nazionale del Vino”), evento organizzato presso il Parco storico nazionale di Ópusztaszer.
Frutto di una crescita sostenuta sono i finanziamenti stanziati per l'industria del vino in programma dal 2014 al 2020, che ammontano a 8,5 miliardi di fiorini (28,3 milioni di euro) all'anno, 2 miliardi di fiorini in più ogni anno rispetto al precedente ciclo di finanziamenti europei. I fondi comunitari potranno essere utilizzati per l'impianto di nuovi vigneti, l'acquisto di macchine e per rafforzare la presenza sul mercato.
La viniviticoltura ungherese è di fatto sempre stata il fiore all'occhiello dell'agricoltura e la tradizionale cultura vinicola del Paese è testimoniata anche dal numero di riviste specializzate come Borigo, Bor és Piac, Gusto, VinCE, e dalle numerose rubriche che trattano il vino su testate economiche e settimanali.
L'Ungheria è un Paese esportatore con circa il 40% del totale di vino sfuso che ha come principale mercato di destinazione la Germania (circa il 42%). Per quanto riguarda i vini in bottiglia i principali Paesi acquirenti dell’Ungheria sono il Regno Unito (22,1% del totale), la Repubblica Ceca (11,7%), la Slovacchia (11,5%). Seguono la Cina, la Polonia e la Francia.
La produzione media annuale negli ultimi anni si è assestata intorno ai 340 milioni di litri con il 65% di vino bianco e 35% per quello rosso.
Per l'annata 2019 si prevede una produzione di che va da 2,8 a 3,2 milioni di ettolitri di vino, un oscillazione che dipenderà dalle condizioni meteorologiche di fine agosto e inizio di settembre.Ma l'annata dovrebbe essere molto buona, sulla base del feedback delle cantine della maggior parte delle regioni vinicole del Paese.
Le principali varietà di uva ha una maturazione media o tardiva e la vendemmia è iniziata con la Csabagyöngyecon, a maturazione precoce utilizzata per la produzione di vino bianco. Il vitigno è anche conosciuto come Perla di Csaba ed è stato creato per incrocio nel 1904 dal viticoltore ungherese Adolf Stark.
L'Ungheria del vino si fa strada e mette in campo sempre più professionalità grazie a scelte mirate allo sviluppo economico del Paese. Dall’inizio degli anni ‘90 il numero delle aziende vinicole è aumentato e, grazie ad alcuni investimenti stranieri, anche la tecnologia si è rinnovata.
Il vino oggi è un importante prodotto per l’Ungheria e se prima del 1990 gli obiettivi della produzione erano di tipo principalmente quantitativo, negli ultimi vent’anni sono emerse aziende che mirano soprattutto alla qualità. Il contributo economico che il settore vitivinicolo da al Paese è in continua crescita: 30 miliardi di fiorini (100 milioni di euro) nel 2012 e 39 miliardi di fiorini nel 2013, come affermato dal Ministro dell'Agricoltura Sandor Fazekas nel corso del “Bországgyűlés” (“Assemblea Nazionale del Vino”), evento organizzato presso il Parco storico nazionale di Ópusztaszer.
Frutto di una crescita sostenuta sono i finanziamenti stanziati per l'industria del vino in programma dal 2014 al 2020, che ammontano a 8,5 miliardi di fiorini (28,3 milioni di euro) all'anno, 2 miliardi di fiorini in più ogni anno rispetto al precedente ciclo di finanziamenti europei. I fondi comunitari potranno essere utilizzati per l'impianto di nuovi vigneti, l'acquisto di macchine e per rafforzare la presenza sul mercato.
La viniviticoltura ungherese è di fatto sempre stata il fiore all'occhiello dell'agricoltura e la tradizionale cultura vinicola del Paese è testimoniata anche dal numero di riviste specializzate come Borigo, Bor és Piac, Gusto, VinCE, e dalle numerose rubriche che trattano il vino su testate economiche e settimanali.
L'Ungheria è un Paese esportatore con circa il 40% del totale di vino sfuso che ha come principale mercato di destinazione la Germania (circa il 42%). Per quanto riguarda i vini in bottiglia i principali Paesi acquirenti dell’Ungheria sono il Regno Unito (22,1% del totale), la Repubblica Ceca (11,7%), la Slovacchia (11,5%). Seguono la Cina, la Polonia e la Francia.
La produzione media annuale negli ultimi anni si è assestata intorno ai 340 milioni di litri con il 65% di vino bianco e 35% per quello rosso.
Per l'annata 2019 si prevede una produzione di che va da 2,8 a 3,2 milioni di ettolitri di vino, un oscillazione che dipenderà dalle condizioni meteorologiche di fine agosto e inizio di settembre.Ma l'annata dovrebbe essere molto buona, sulla base del feedback delle cantine della maggior parte delle regioni vinicole del Paese.
Le principali varietà di uva ha una maturazione media o tardiva e la vendemmia è iniziata con la Csabagyöngyecon, a maturazione precoce utilizzata per la produzione di vino bianco. Il vitigno è anche conosciuto come Perla di Csaba ed è stato creato per incrocio nel 1904 dal viticoltore ungherese Adolf Stark.
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