Casanova 1725-2025: L’eredità di un mito tra storia, arte e cinema. Venezia celebra tre secoli del suo seduttore più celebre
Dal 29 agosto al 2 novembre 2025 Palazzo Mocenigo ospita la mostra Casanova 1725-2025: L’eredità di un mito tra storia, arte e cinema, in occasione dei trecento anni dalla nascita di Giacomo Casanova. Celebre seduttore, Casanova fu anche uomo colto, scrittore, diplomatico, poliglotta e fine osservatore della società del suo tempo. Dipinti settecenteschi, documenti e materiali del Fondo Ravà sono esposti accanto ai costumi e ai bozzetti del film di Federico Fellini, realizzati da Danilo Donati e premiati con l’Oscar. L’esposizione restituisce le molteplici sfaccettature di Casanova, figura sospesa tra storia, leggenda e immaginario contemporaneo.
La mostra Casanova 1725-2025: L’eredità di un mito tra storia, arte e cinema, ospitata al Museo di Palazzo Mocenigo dal 29 agosto al 2 novembre 2025, celebra i trecento anni dalla nascita di Giacomo Casanova. Documenti, dipinti settecenteschi e materiali provenienti dal Fondo Ravà restituiscono la complessità di una figura che fu scrittore, avventuriero e testimone del suo tempo. Un’ampia sezione è dedicata al Casanova di Federico Fellini (1976), con i costumi e i bozzetti di Danilo Donati premiati con l’Oscar, che rivelano l’impatto del mito casanoviano sull’immaginario contemporaneo. L’esposizione mette in luce le metamorfosi di un personaggio che, tra storia e invenzione, continua a riflettere identità, desideri e contraddizioni della modernità.
Casanova nacque a Venezia nel 1725 e condusse un’esistenza avventurosa e irrequieta, tra studi a Padova, passioni libertarie, affiliazione massonica, amori e scandali. L’episodio più celebre resta la fuga dai Piombi nel 1756, da lui stesso narrata con gusto letterario. Dopo anni di viaggi e incarichi effimeri, tornò in laguna in condizioni economiche precarie, trovando nella scrittura una nuova forma di sostentamento. Dall’Iliade tradotta in prosa ai libelli miscellanei, dalle novelle ai saggi politici, fino al monumentale Histoire de ma vie, Casanova diede corpo a un’autobiografia che, pur selettiva e talvolta romanzata, contribuì a costruire il suo mito.
La mostra di Palazzo Mocenigo restituisce questa complessità attraverso sezioni che uniscono testimonianze artistiche e documentarie. Tre dipinti di Giambattista Pittoni e un ritratto attribuito a Pietro Longhi richiamano l’atmosfera del rococò veneziano, mentre i materiali del Fondo Ravà, conservato alla Biblioteca Correr, documentano la riscoperta novecentesca dell’avventuriero. Aldo Ravà, studioso e collezionista, dedicò gran parte della sua vita a ricomporre il profilo letterario e intellettuale di Casanova, sottraendolo all’immagine riduttiva di seduttore impenitente.
Un nucleo centrale dell’esposizione è riservato al Casanova di Federico Fellini (1976). Il regista, che dichiarò la propria avversione per l’avventuriero veneziano, ne propose un ritratto spietato: non un eroe libertino, ma un uomo vuoto, prigioniero del desiderio e delle apparenze, condannato a recitare senza mai vivere davvero. L’interpretazione di Donald Sutherland, resa straniante dal trucco prostetico e dal pallore artificiale, diede forma a un Casanova meccanico e disumanizzato.
Determinante, in questo film, fu il contributo di Danilo Donati, costumista e scenografo premiato con l’Oscar nel 1977. I suoi abiti, realizzati dalla storica Sartoria Farani ed esposti in mostra, mostrano il gusto per l’eccesso e il grottesco tipico di Fellini: dalle sete pastello delle scene veneziane ai velluti barocchi della Roma decadente, fino ai neri austeri delle corti spagnole. Bozzetti e disegni originali testimoniano un lavoro in cui la moda diventa linguaggio psicologico, capace di rivelare le maschere e le fragilità del protagonista.
Completano il percorso i dipinti di soggetto mitologico di Pittoni - Apollo, Venere e Diana - che richiamano, per sensualità e teatralità, i mondi frequentati da Casanova. In essi il visitatore ritrova lo spirito rococò fatto di voluttà, leggerezza e artificio, elementi che si riflettono nelle atmosfere felliniane del Settecento trasfigurato in sogno e spettacolo.
La mostra offre un’indagine a più livelli: da un lato il Casanova storico e letterario, dall’altro la sua reinterpretazione cinematografica, fino all’immaginario visivo e simbolico che ne mantiene vivo il fascino. A tre secoli dalla nascita, il mito di Casanova continua a suscitare letture contrastanti, oscillando tra seduzione e disincanto, tra Venezia settecentesca e modernità.

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