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L'Affaire "Prosecco alla spina"

“Prosecco alla spina è frode”: vignaioli veneti contro pub inglesi
Tanto famoso nel Regno Unito da essere diventato un hastag su Twitter (#proseccoontap), ma la nuova moda del Prosecco "alla spina" non piace ai produttori storici di Valdobbiadene che intimano il rispetto delle modalità di erogazione, pena immediate azioni legali



La “Tribuna di Treviso” fa sapere che Marcus Hilton, proprietario di un pub nella cittadina di Wakefield non lontano da Leeds, si è fatto fotografare mentre serviva il Prosecco alla spina, ma il suo esempio è stato rapidamente imitato nei locali della Gran Bretagna, tanto che il popolare “Daily Mail” vi ha dedicato un reportage di costume:

"Molto più economico, e leggermente più dolce dello champagne, il Prosecco è visto sempre più come il modo migliore per rendere effervescente una serata in compagnia", assicura il tabloid, "e la sua popolarità è cresciuta così in fretta che i pub hanno iniziato a servirlo alla spina. Decine di locali hanno installato le attrezzature necessarie a spillarlo: costa in media 4 sterline al bicchiere e i consumatori apprezzano la novità perché permette di risparmiare, evitando di comprare un’intera bottiglia da 25 sterline e più”.

La notizia è passata velocemente via social dalla Gran Bretagna a Valdobbiadene, con i consorzi di produttori che decisamente non hanno apprezzato così il primo passo è stata una mail ufficiale al Daily, per ribadire che "il prosecco alla spina non è fattibile e chi infrange le regole dell’Unione europea sarà perseguito per frode": messaggio recepito dal quotidiano, che è tornato sull’argomento invitando gli esercenti britannici al rispetto delle “buone abitudini”.

Il "Prosecco alla spina" non è Prosecco

I nostri produttori hanno combattuto a lungo per vedersi riconosciuto, nel 2009, la denominazione di Prosecco Doc solamente per quei vini prodotti in cinque Province del Veneto e quattro del Friuli-Venezia Giulia e che lottano ogni giorno contro la contraffazione per fare in modo che il vero e unico Prosecco al mondo resti quello prodotto secondo la ricetta classica. E il Prosecco, per essere tale, deve essere assolutamente servito dalla bottiglia, come spiega Luca Giavi, direttore del consorzio Prosecco Doc: "Se viene venduto alla spina, allora non è più Prosecco. Per essere tale ha bisogno di essere servito direttamente dalla bottiglia". Dalla parte dei produttori italiani c’è anche la disciplinare europea del 2009, che prevede che "il Prosecco può essere commercializzato solamente nelle tradizionali bottiglie di vetro". L’anidride carbonica che pompa il vino nei bicchieri dai serbatoi usati per servire bevande alla spina, infatti, andrebbe ad alterare irrimediabilmente la qualità del prodotto. Giavi aggiunge, infatti, che "non vogliamo criticare nessuno, bensì aiutare i consumatori a essere coscienti di ciò che consumano".
I consorzi hanno coinvolto il ministero dell’Agricoltura e l’Istituto repressione frodi per salvaguardare un mercato che solo in Gran Bretagna vale circa 20 milioni di uro e 5 milioni di bottiglie. Sono stati istituiti i “ranger del Prosecco”, agenti vigilatori con qualifica di pubblica sicurezza sguinzagliati in negozi, bar, ristoranti, enoteche, a caccia di sofisticazioni e abusi: "Lavorano a pieno regime contro chi danneggia le nostre produzioni e spesso portano a casa risultati concreti", commenta Stefano Zanettin, il presidente del Consorzio di tutela Prosecco doc "le multe comunitarie variano da 2mila a 20mila euro e costituiscono un valido strumento dissuasivo, tuttavia noi puntiamo sempre sull’educazione al consumo e sulla moral suasion nei confronti degli operatori commerciali”.

Il Prosecco alla spina finisce all’Europarlamento

Il fair play britannico si prende una pausa davanti all'affaire Prosecco. E pub e locali della sempre più swinging London non si fanno problemi a spacciare per bollicine italiane vini frizzanti non meglio definiti che servono alla spina, come una birra qualsiasi.

Un comportamento illecito visto che il Prosecco è tutelato in tutta Europa. E il rischio che la pratica si diffonda ha spinto alcuni europarlamentari italiani a sollevare la questione. "La possibile ripetuta violazione delle norme europee che proteggono il Prosecco, eccellenza del made in Italy – si legge in un’interrogazione firmata dall’europarlamentare Pd Nicola Danti con Alessandra Moretti e Paolo De Castro – richiede azioni immediate da parte della Commissione europea e sistemi di controllo molto più efficaci che mettano fine una volta per tutte ad una pratica che ci pone davanti a due diverse ipotesi di criticità: la vendita alla spina di vini frizzanti diversi, ma spacciati per Prosecco e la violazione delle norme che regolano l’imbottigliamento del Prosecco. Entrambe le fattispecie alimentano forme di concorrenza sleale nei confronti dei nostri produttori". Vedremo cosa farà Bruxelles.



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