Nocciola Romana DOP: La perla della Tuscia
Tra i Monti Cimini e Volsini, nello splendido territorio del viterbese nasce la Nocciola Tonda Gentile Romana
Il panorama della Tuscia è in gran parte ancora incontaminato, un saliscendi di colli e pianure coltivate a vigna, olivi e noccioleti. Se i vini Doc della provincia di Viterbo (Aleatico di Gradoli, Est! Est! Est!!! di Montefiascone, Orvieto, Colli Etruschi Viterbesi, Vignanello e Tarquinia) sono in continuo miglioramento qualitativo e gli oli d'oliva extravergine sono già molto apprezzati e tutelati dai marchi Dop Tuscia e Dop Canino (in quest'ultima zona è una delle più antiche e pregevoli produzioni), anche questa pregevole qualità di nocciola si inserisce a merito tra le eccellenze enogastronomiche di questo territorio, tante sono le virtù di quella che è da considerare vera e propria Perla della Tuscia, che Perugina e Ferrero l'ha scelta per la produzione di due dei loro prodotti di punta, ormai conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo.
Tessitura compatta e croccante, sapore e aroma finissimo e persistente, sono solo alcune peculiarità del prodotto. Per ‘Nocciola Romana DOP’ si intendono i frutti della specie Corylus avellana cultivar "Tonda Gentile Romana", "Nocchione", "Tonda di Giffoni" e loro eventuali selezioni.
I suoli di origine vulcanica, ricchi di microelementi e potassio, sono un connubio perfetto con il clima mite dei Monti Cimini e Sabatini, le cui temperature si conciliano ottimamente con le tempistiche evolutive della pianta.
La coltivazione della pianta di nocciolo nel Lazio ha origini antiche. La presenza sul territorio della varietà Tonda Gentile risalirebbe già ad epoca pre-romana, mentre la sua coltivazione è attestata a partire dal XV secolo. Il consumo di questo delizioso frutto secco si diffuse ampiamente nel secolo successivo, arrivando ad arricchire persino i banchetti papali.
Nella storia del Carnevale Romano sono infatti citate le "nocchie" in quanto alimento assai gradito al Papa Leone X. La reputazione della Nocciola Romana è cresciuta nel tempo, fino a raggiungere l'apice nel XX secolo, quando è riuscita a ritagliatasi uno spazio tutto suo nel mercato agroalimentare soprattutto come ingrediente base di prodotti dolciari.
Nel comprensorio Cimino e Sabatino la presenza del nocciolo allo stato selvatico, ed in particolare della varietà Tonda Gentile Romana, risale a tempi antichissimi. Il Martinelli, in "Carbognano illustra" mette in risalto che la coltura di nocciolo risale al 1412 circa, mentre prima esisteva come pianta arbustiva da sottobosco e tuttora lo troviamo in tale stato nei boschi specialmente di castagno.
Nel comprensorio Cimino e Sabatino la presenza del nocciolo allo stato selvatico, ed in particolare della varietà Tonda Gentile Romana, risale a tempi antichissimi. Il Martinelli, in "Carbognano illustra" mette in risalto che la coltura di nocciolo risale al 1412 circa, mentre prima esisteva come pianta arbustiva da sottobosco e tuttora lo troviamo in tale stato nei boschi specialmente di castagno.
Con il passare degli anni questa coltivazione si è conquistata un maggiore interesse da parte degli agricoltori della zona: nel 1946 la superficie investita a nocciolo era di 2.463 ha in coltura specializzata e di 1.300 in coltura promiscua.
Con circa 18 mila ettari di piantagioni e una quantità annua di 40 mila tonnellate, pari al 5% di quella mondiale, la provincia di Viterbo, a partire dagli anni Novanta, ha conquistato il primato nazionale della produzione di nocciole. La coltivazione nella provincia laziale e' estesa in 30 comuni (in 15 dei quali rappresenta la principale attività agricola) e coinvolge più di 8 mila famiglie. La raccolta avviene dal 15 agosto al 15 novembre, quando i frutti sono giunti alla piena maturazione e vengono raccolti esclusivamente da terra e mai dall’albero.
Nell’arco di questi secoli il tenace e competente lavoro dell’uomo ha svolto un ruolo importante nel mantenimento della tradizione di questa coltura; lo dimostrano anche numerose sagre paesane che si svolgono ogni anno e i diversi piatti che vengono realizzati tradizionalmente con la nocciola. Le tecniche di produzione oggi adottate rispettano i principi della difesa integrata e mirano alla produzione di un frutto con minime alterazioni legate ad attacchi parassitari, oltre che sicuro da un punto di vista alimentare per l’assenza di residui e tossine naturali.
Con circa 18 mila ettari di piantagioni e una quantità annua di 40 mila tonnellate, pari al 5% di quella mondiale, la provincia di Viterbo, a partire dagli anni Novanta, ha conquistato il primato nazionale della produzione di nocciole. La coltivazione nella provincia laziale e' estesa in 30 comuni (in 15 dei quali rappresenta la principale attività agricola) e coinvolge più di 8 mila famiglie. La raccolta avviene dal 15 agosto al 15 novembre, quando i frutti sono giunti alla piena maturazione e vengono raccolti esclusivamente da terra e mai dall’albero.
Nell’arco di questi secoli il tenace e competente lavoro dell’uomo ha svolto un ruolo importante nel mantenimento della tradizione di questa coltura; lo dimostrano anche numerose sagre paesane che si svolgono ogni anno e i diversi piatti che vengono realizzati tradizionalmente con la nocciola. Le tecniche di produzione oggi adottate rispettano i principi della difesa integrata e mirano alla produzione di un frutto con minime alterazioni legate ad attacchi parassitari, oltre che sicuro da un punto di vista alimentare per l’assenza di residui e tossine naturali.
Carta di Identità
Tipologia
La denominazione di origine protetta “Nocciola Romana" designa i frutti prodotti nella zona geografica delimitata ai comuni delle procincie di Roma e Viterbo e riferibili alla specie Corylus avellana cultivar “Tonda Gentile Romana”, “Nocchione” e loro eventuali selezioni, le quali, siano presenti almeno per il 90% nell’azienda. Sono ammesse altre cultivar nella misura massima del 10 %.
Descrizione
Forma della nocciola in guscio: subsferoidale con l’apice leggermente a punta. Dimensioni della nocciola in guscio: non uniformi con calibri variabili da 13 a 22 millimetri. Guscio: di medio spessore, di color nocciola, di scarsa lucentezza, con tomentosità diffuse all'apice e numerose striature evidenti. Seme: medio - piccolo, di forma variabile subsferoidale, di colore molto vicino a quello del guscio, per lo più ricoperto di fibre, con superficie corrugata e solcature più o meno evidenti.
Caratteristiche
All’assaggio il prodotto risulta consistente, con un sapore ed aroma finissimo e persistente, dalla tessitura compatta e croccante, senza vuoti interni.
Zona di produzione
La zona di produzione di lavorazione e di condizionamento della "Nocciola Romana" è compresa nei sotto elencati comuni delle province di Viterbo e Roma. Nella Provincia di Viterbo: Barbarano Romano, Bassano in Teverina, Bassano Romano, Blera, Bomarzo, Calcata, Canepina, Capranica, Caprarola, Carbognano, CastelSant’Elia, Civita Castellana; Corchiano, Fabrica di Roma, Faleria, Gallese, Monterosi, Nepi, Oriolo Romano, Orte, Ronciglione, Soriano nel Cimino, Sutri, Vallerano, Vasanello, Vejano, Vetralla, Vignanello, Villa San Giovanni in Tuscia, Vitorchiano, Viterbo. Nella provincia di Roma: Bracciano , Canale Monterano, Manziana, Rignano Flaminio, Sant’Oreste, Trevignano.
Presenza sul mercato
Tutto l’anno.
Riferimenti normativi
Il prodotto è stato registrato con regolamento CE n. 667 del 22 luglio 2009, pubblicato sulla GU L. 194 del 25 luglio 2009.
La Nocciola Romana DOP va conservata in ambienti freschi evitando di esporla a fonti di calore, luce ed umidità. Le nocciole possono essere gustate tanto allo stato fresco, quanto essiccate o tostato. La tradizione gastronomica viterbese ne prevede l'abbinamento con numerosi piatti a base di carne, oppure l'impiego come ingrediente nella preparazione di prodotti dolciari, compresi alcuni dolci tipici come i "tozzetti", gli "ossetti da morto", i "brutti buoni" ed i "mostaccioli".
Vorrei proporvi un vino da abbinare con questi biscotti. Un altro vino buono e conosciuto dalla zona del Lago di Bolsena, il lago vulcanico più grande d'Europa situato nel Centro Italia, è la Cannaiola, prodotto nelle terre della cittadina chiamata Marta. La Cannaiola è un vino DOC di colore rosso/violaceo con profumi di rosa, ciliegio selvatico, peonia e mora e il suo sapore è piacevolmente dolce. La produzione del vino è scarsa, ma la qualità è davvero ottima. Le uve migliori provengono dalle aree più popolari delle zone "Macchie", "Colombello" e "Vescovile", nei pressi del paese.
" Coltivato in luogo aprico già dall’anno Mille
Amato da Papi e Cardinali,
da questo Vitigno nomato CANNAIOLO
“sorte ‘n vino” dal gusto più unico che raro
Amaro come ’l tufo che respira
Dolce come ‘l core de ’na donna"
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