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Gli effetti dei cambiamenti climatici in viticoltura, nel Vigneto Italia, da nord a sud, si guarda già alla vendemmia 2017

11 luglio, inizio invaiatura Pinot Nero
In gran parte d’Italia, si tratti di Chardonnay, Nebbiolo o Sangiovese, è quasi tempo di tirar fuori le presse e organizzare la vendemmia. Toscana, Alto Adige e Trentino, Lombardia, Campania, Puglia, Basilicata: ecco le interviste sull'andamento della stagione 2017.

Si comincia con la Toscana, dove l’assenza di piogge in inverno – primavera ha creato una situazione di grande complessità. Le radici della vite si spingono in profondità e le consentono di soffrire meno di tante altre colture ma comunque lo stress idrico comincia a farsi sentire ed è una delle ragioni che determinerà un raccolto anticipato. Si aggiunga la mitezza della stagione primaverile che ha determinato germogliamento e fioritura precoci. Ma ecco alcuni sintetici commenti dalla Toscana, tutti accomunati dal tema della siccità e della gelata di metà aprile, si tratti delle zone interne o della fascia costiera.

Marco Fizialetti, responsabile vendite di Castello di Querceto, Greve in Chianti: Annata difficile la 2017, prima la gelata di metà aprile che fortunatamente non ha interessato i nostri appezzamenti più significativi data la loro altitudine. E poi la carenza di precipitazioni: la situazione al momento non è critica, le piante non sono in sofferenza ed il loro sviluppo vegetativo ci fa pensare ad una vendemmia anticipata di circa due settimane. Certo non dovesse piovere da qui a settembre potremmo entrare in una fase complicata.

Alessandro Campatelli, direttore ed enologo di Riecine, Gaiole in Chianti: Annata di impegnativa gestione della vigna, per supportarla sono state fondamentali le lavorazioni primaverili e il non ricorrere a pratiche come la sfogliatura e la cimatura che avrebbero tolto copertura ed energia alle piante. Finalmente nella prima settimana di luglio una pioggia intensa ha ridato vitalità e spinta alle viti.

Giulio Carmassi, responsabile tecnico di Gagliole, Castellina in Chianti: Fa parte del dna della vite e del sangiovese in particolare sopportare livelli di stress idrico elevati ma quest’anno siamo pressoché al limite, con un 50% in meno di piovosità nei primi sei mesi dell’anno rispetto ai valori di quello precedente. L’invaiatura sta iniziando con 15 giorni circa di anticipo e in questa fase sarebbe essenziale per la vigna contare su un apporto idrico per sintetizzare gli antociani e iniziare i processi di maturazione. Che dire? Auguriamoci che piova!

Paola De Blasi, responsabile di produzione a I Veroni, Rufina: In una situazione come l’attuale è stata davvero preziosa l’attenta gestione del verde con costanti cimature e la sfemminellatura manuale, che ha permesso di portare avanti solo le foglie primarie e destinare solo a loro le risorse idriche. Ad oggi la stagione sembra molto avanti ma i giochi sono tutti da farsi ed è difficile prevedere se la vendemmia rispetterà i suoi tempi, per ora possiamo solo sperare che i bellissimi e numerosi grappoli che riempiono le nostre vigne trovino le riserve idriche necessarie per invaiatura e maturazione fenolica.

Fabrizio Lazzeri, tecnico di Tenute Silvio Nardi, Montalcino: Nonostante siccità e afa la maggior parte delle nostre vigne stanno reagendo bene perché insistono su terreni profondi, provvisti di buone riserve idriche. La maturazione è in anticipo, i vinaccioli sono già in fase di indurimento  ed il diradamento dei grappoli in atto. I grappoli sono piccoli e ben formati, con acinellatura nella norma, peso contenuto, buona buccia e consistenza. Presumibilmente l’anticipo sarà di circa 10/15 giorni.

Simone Mariotti agronomo di Tenuta di Trinoro, Val d’Orcia: L’innalzamento delle temperature oltre le medie del periodo si è svolto gradualmente e ha consentito alle piante di adeguarsi a questo regime anche se non si possono negare le avvisaglie di qualche sofferenza. Oggi possiamo ipotizzare una decina di giorni di anticipo rispetto al consueto ma i giochi sono ancora tutti da fare.

Stefano Di Blasi, enologo consulente di Campo alle Comete, Bolgheri: La stagione 2017 sarà ricordata come una delle più asciutte degli ultimi anni, fortunatamente i nostri vigneti sono impiantati su terreni profondi e le radici possono spingersi verso il basso alla ricerca dell’acqua. Quanto alle temperature non sono state molto più alte della media grazie alla costante ventilazione garantita dalla prossimità del mare. Anticipo di raccolta? Non posso dirlo, sarà il prossimo mese e mezzo a decidere i giochi.

Al nord la situazione è diversa, in Alto Adige ad esempio a inizio luglio varie precipitazioni hanno assicurato ai terreni un buon apporto idrico. Dice il duo Gerhard Sanin e Andrea Moser, rispettivamente agronomo ed enologo di Cantina Kaltern:  La vigoria generale delle viti va da moderata a normale, sicuramente un buon segno dal punto di vista qualitativo. I tralci hanno già cominciato il loro processo di lignificazione e maturazione, la pianta quindi si sta fin d´ora concentrando sull´accumulo di sostanze negli acini, tant’è che a inizio luglio si sono già avvistati nei vigneti più precoci di Pinot nero i primi segni di invaiatura. Tutte le carte sono in regola per un’ottima vendemmia ma solo quando l’ultimo grappolo sarà in cantina potremo affermarlo in modo certo.

Per il Trentino parla Anselmo Guerrieri Gonzaga di San Leonardo: Il problema siccità non ha interessato le nostre vigne, l'uva è molto bella e perfettamente sana, anche grazie alla conduzione biologica che si sta rivelando preziosa nello sconfiggere la peronospera, molto insidiosa quest’anno nella nostra regione.

Aggiunge Matteo Moser, enologo di Moser Trento: Le abbondanti precipitazioni di fine giugno, inizio luglio unite ad un importante calo delle temperature  hanno da un lato attenuato i problemi di siccità e dall’altro ritardato la maturazione dell’uva. Al momento la vendemmia 2017 per il Trentino si prospetta molto buona, con corretto equilibrio qualitativo e quantitativo, di poco anticipata rispetto alla media.

Lombardia: dalla Franciacorta Giulio Barzanò afferma che a Mosnel Dopo le piogge degli ultimi giorni le riserve idriche sono buone, si prevede la vendemmia attorno a ferragosto per le vigne che non sono state colpite dalla gelata di metà aprile. Dovremo invece attendere l’inizio di settembre per quelle danneggiate e che hanno dovuto ricacciare una seconda gemma, dalla quale deriverà una sia pur contenuta produttività.

Della situazione in Oltrepò ne parla Ottavia di Vistarino, Conte Vistarino: Le dimensioni della proprietà, con 200 ettari vitati su un totale di 800, ci consentono di poter contare su situazioni molto diverse e di individuare appezzamenti che per la loro conformazione reagiscono meglio anche in annate non semplici come la 2017. Ad oggi è in corso l'invaiatura con un anticipo di circa 10 giorni rispetto alla media stagionale. Nel nostro caso non si può parlare al momento di stress idrico ma non guasterebbe qualche giorno di pioggia per garantire le giuste riserve di nutrimento e avere un’equilibrata maturazione dell’uva.

E infine il sud Italia, dove sono altri gli scenari ad iniziare dalla Campania. Dice Pierpaolo Sirch, agronomo e Ceo di Feudi di San Gregorio: Per quanto riguarda l’Irpinia difficile parlare di anticipi, è troppo presto per varietà che si inizieranno a raccogliere a ottobre. Al momento l’escursione termica tra giorno e notte è molto accentuata, i pochi millimetri di pioggia caduti di recente assieme alle contenute temperature notturne (15-20 gradi) hanno portato un po' di refrigerio in vigna. Ma Feudi può parlare anche di Puglia, con le sue due aziende di Cefalicchio nelle Murge e Ognissole nel Tarantino. Nonostante i nostri vigneti siano assistiti dall'irrigazione – prosegue Sirch - certamente la mancanza di precipitazioni si fa sentire e le temperature elevate stanno rallentando le funzioni delle piante. Si notano i primi segnali d'invaiatura ma al momento non ci sembra si possa parlare di anticipi rilevanti.

E poi la Basilicata con il Vulture, Basilisco e Viviana Malafarina: Annata veramente anomala per il nostro territorio, poca neve e pochissima pioggia ad eccezione di un paio di precipitazioni ad aprile e giugno, la seconda anche importante. Ma la peculiarità del Vulture è avere terreni vulcanici che negli strati tra ceneri e basalto custodiscono sacche di umidità, preziose nei periodi più siccitosi. Sui tempi di maturazione siamo in linea con gli standard e ci attendiamo per metà agosto l’invaiatura del nostro Aglianico.

Alla fine, il filo conduttore di tutte le interviste è stata la considerazione che è inutile sbilanciarsi, nelle annate difficili come in quelle da manuale, fin quando l’uva non è in cantina. E a volte è ancora troppo presto!

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