Un progetto di ricerca sta studiando l'impatto della fase di lockdown a causa del Covi-19 sull’ambiente marino-costiero. Lo studio prevede il campionamento di acqua di mare per i prossimi 12 mesi in dieci aree costiere del Paese (Laguna di Venezia, foci dei fiumi Po, Sarno, Tevere, Arno, e i mari antistanti alle città di Ancona, Taranto, Palermo, Napoli e Genova).
Il progetto di ricerca, inserito nell’ambito delle attività del progetto europeo Bluemed, intende contribuire al dibattito pubblico relativo agli effetti sull’ambiente costiero della fase di lockdown, che ha determinato l’improvvisa interruzione di molte attività economiche del Paese e mantenuto la popolazione in casa al fine di contenere il propagarsi del contagio da Covid-19.
Le attività di campionamento di acque di mare si sono svolte dal 5 all’11 maggio, nell’ambito del progetto di ricerca ‘SNAPSHOT - Synoptic Assessment of Human Pressures on key Mediterranean Hot Spots’ coordinato dal Dipartimento di scienze del sistema Terra e tecnologie per l’ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Dta) in stretta collaborazione con Arpa Marche, Arpa Sicilia, Arpa Liguria e Stazione Zoologica ‘Anton Dohrn’.
In tutti i siti si tratta di una prima uscita, che sarà replicata misurando gli stessi parametri più volte nel corso dei prossimi 12 mesi. Le attività si svolgono, contemporaneamente, in dieci aree costiere del Paese (Laguna di Venezia, foci dei fiumi Po, Sarno, Tevere, Arno, e i mari antistanti alle città di Ancona, Taranto, Palermo, Napoli e Genova).
“Le campagne di osservazione coinvolgeranno ricercatori e, in futuro, anche i cittadini nel comune intento di produrre una serie di istantanee (snapshot) dal mare alla fine del periodo di lockdown e in più fasi successive”, spiega il direttore del Cnr-Dta Fabio Trincardi. “Le campagne riguarderanno alcuni degli ambienti marini e costieri (hotspot) maggiormente interessati dalle pressioni antropiche, spesso connesse proprio a quei settori economici e produttivi che sono stati interrotti, e continueranno nel tempo per rilevare i cambiamenti anche dopo la ripresa delle attività. Il progetto punta a verificare l’evoluzione dell’impatto antropico sul sistema marino-costiero del Paese in aree ad elevata densità urbana e/o industriale per effetto del lockdown e a quantificare in modo sinottico e con metodologie coerenti lo stato ambientale del mare al termine della fase di lockdown, con un approccio di open data immediato (che rende i dati verificabili e accessibili a tutte le amministrazioni che ne fanno richiesta) ed elaborazioni successive”.
Il progetto di ricerca, inserito nell’ambito delle attività del progetto europeo Bluemed, intende contribuire al dibattito pubblico relativo agli effetti sull’ambiente costiero della fase di lockdown, che ha determinato l’improvvisa interruzione di molte attività economiche del Paese e mantenuto la popolazione in casa al fine di contenere il propagarsi del contagio da Covid-19.
Le attività di campionamento di acque di mare si sono svolte dal 5 all’11 maggio, nell’ambito del progetto di ricerca ‘SNAPSHOT - Synoptic Assessment of Human Pressures on key Mediterranean Hot Spots’ coordinato dal Dipartimento di scienze del sistema Terra e tecnologie per l’ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Dta) in stretta collaborazione con Arpa Marche, Arpa Sicilia, Arpa Liguria e Stazione Zoologica ‘Anton Dohrn’.
In tutti i siti si tratta di una prima uscita, che sarà replicata misurando gli stessi parametri più volte nel corso dei prossimi 12 mesi. Le attività si svolgono, contemporaneamente, in dieci aree costiere del Paese (Laguna di Venezia, foci dei fiumi Po, Sarno, Tevere, Arno, e i mari antistanti alle città di Ancona, Taranto, Palermo, Napoli e Genova).
“Le campagne di osservazione coinvolgeranno ricercatori e, in futuro, anche i cittadini nel comune intento di produrre una serie di istantanee (snapshot) dal mare alla fine del periodo di lockdown e in più fasi successive”, spiega il direttore del Cnr-Dta Fabio Trincardi. “Le campagne riguarderanno alcuni degli ambienti marini e costieri (hotspot) maggiormente interessati dalle pressioni antropiche, spesso connesse proprio a quei settori economici e produttivi che sono stati interrotti, e continueranno nel tempo per rilevare i cambiamenti anche dopo la ripresa delle attività. Il progetto punta a verificare l’evoluzione dell’impatto antropico sul sistema marino-costiero del Paese in aree ad elevata densità urbana e/o industriale per effetto del lockdown e a quantificare in modo sinottico e con metodologie coerenti lo stato ambientale del mare al termine della fase di lockdown, con un approccio di open data immediato (che rende i dati verificabili e accessibili a tutte le amministrazioni che ne fanno richiesta) ed elaborazioni successive”.
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